Non profit

Fondazioni. Un bilancio di quelle piemontesi. Le 11 sorelle tirano le somme

Hanno erogato 130 milioni di euro. Passando dal criterio a pioggia alla ricerca della qualità. E i risultati...

di Francesco Maggio

Sempre meno ?pioggia?, sempre più pianificazione di medio lungo periodo delle erogazioni e ricerca della qualità. Nel settore sanitario, per esempio, la distribuzione delle erogazioni delle fondazioni di origine bancaria del Piemonte è spiegata principalmente dal numero dei letti negli istituti di cura, ma non per questo non vengono tenuti in considerazione efficienza (numero di degenti medi) ed efficacia (degenza media presso l?istituto).
Nel settore dell?arte (quest?anno sono stati festeggiati i 20 anni del museo di Rivoli, il più importante museo di arte contemporanea d?Italia, per il quale determinante è stato l?intervento della Fondazione Crt) c?è una forte correlazione tra risorse erogate e popolazione residente sul territorio, ma anche tra le stesse e beni culturali localizzati e contributi delle istituzioni. In quello dell?assistenza i criteri di erogazione sono molteplici ma l?intento diffuso è quello di individuarne di sempre più puntuali e condivisi.
Nel complesso, quindi, le fondazioni di origine bancaria piemontesi stanno cambiando pelle, ottimizzando l?uso delle risorse, qualificando con successo il loro rapporto con il territorio. A rilevarlo è il primo report sulle attività delle fondazioni bancarie in Piemonte, che viene presentato lunedì 31 gennaio presso la Fondazione Cassa di risparmio di Torino. Un?indagine realizzata dall?Osservatorio sulle fondazioni, un centro di ricerca costituito dall?associazione di tutte e undici le fondazioni piemontesi (ad eccezione della Compagnia di Sanpaolo) «che si propone», come afferma il presidente della Fondazione Crt, Andrea Comba, «di essere sia un utile strumento per capire, valutare e orientare l?attività degli enti ma anche un ulteriore elemento per dare alle nostre realtà istituzionali trasparenza, efficacia e visibilità».
«L?impegno delle fondazioni, infatti», aggiunge Comba, «è andato costantemente crescendo negli ultimi anni in Piemonte e un osservatorio come il nostro vuole avviare un monitoraggio congiunto della propria attività istituzionale per ottenere una dettagliata mappatura degli interventi effettuati allo scopo di verificare e di valutare le politiche portate avanti».
Politiche di intervento che si qualificano, essenzialmente, sulla base delle dimensioni patrimoniali, degli enti: dal report, infatti, emerge che mentre le fondazioni più piccole, quanto a risorse complessivamente erogate, si concentrano sui territori di competenza, le maggiori, al contrario, sono presenti su tutto il territorio regionale, ma senza effetti di ?compensazione?. In sostanza le grandi accettano un ruolo ?altruistico?, non dando segni di restringere la propria presenza laddove operano le altre fondazioni.

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