Sostenibilità
Fondazioni, scommessa da 2 miliardi sul verde
Una sgr per raccogliere fondi per investire nelle infrastrutture, in particolare sullenergia pulita. E sul tavolo ci sono già 10 dossier aperti, tutti in chiave di sviluppo sostenibile
In arrivo benzina verde nel motore in panne dell?economia italiana. Nei panni dei soccorritori, un po? meccanici e un po? investitori di lungo termine, ci sono le fondazioni d?origine bancaria, alle prese con l?ultimo capitolo della loro trasformazione. Enti non profit con doppia anima, erogativa e filantropica, sempre meno azionisti bancari, che, dopo aver accelerato il percorso di fusioni del credito, ora diversificano il proprio patrimonio nell?investimento sostenibile. Con l?obiettivo di alti ritorni, per aumentare le liberalità.
Tra i tanti progetti in cantiere c?è F2i, una sgr guidata dall?ad Vito Gamberale (nella foto), promossa dalla fondazioni per raccogliere quattrini e contribuire a dare un nuovo volto all?Italia paralizzata (anche) dai ritardi nelle sviluppo delle infrastrutture. Autostrade, porti e aeroporti (l?sos per Alitalia-Malpensa è rimbalzato anche in via San Prospero, a Milano, dove ha sede F2i) impianti di stoccaggio di gas, merchant line (come l?elettrodotto sottomarino che collegherà l?Italia all?Albania) e molta energia pulita.
Oggi sono più di dieci i dossier sostenibili aperti sul tavolo di F2i, che a dicembre ha completato il primo closing di sottoscrizioni con una raccolta di 1,6 miliardi di euro. Una dotazione imponente che supererà i due miliardi entro la fine dell?anno. Di questa montagna di denaro, una buona fetta (circa il 30%) sarà destinata alle fonti rinnovabili. La prima operazione porta la data del 17 marzo, quando F2i ha portato a termine l?acquisizione, per 65 milioni di euro, del 10% – con l?intento di salire al 15 – del capitale di Alerion, una delle poche società quotate italiane attive nel settore dell?energia pulita, con una vocazione per l?eolico. L?ingresso di F2i si inserisce nel processo di focalizzazione di Alerion nelle rinnovabili, puntando ad accelerare la dismissione di quegli asset (circa il 29%) non energy, come l?immobiliare e l?industriale ancora in pancia al gruppo. Eolico, ma anche biomasse e fotovoltaico sono nel mirino della F2i. Intanto nel radar di F2i compare Asja Ambiente, l?azienda torinese attiva nel biogas e nel trading energetico, ora oggetto di un?asta per la vendita di una importante quota azionaria. Intanto il fondo ha appena siglato un?intesa con Enel per valutare investimenti nel campo del gas. Di interesse c?è anche la nascente divisione dell?ex monopolista elettrico dedicata alle rinnovabili, che sarà presto quotata in Borsa.
«L?attenzione per l?energia verde è nel nostro dna», spiega Carlo Michelini, senior partner del fondo, per 16 anni nell?investment banking presso Morgan Stanley, «peraltro indicato dall?atto costitutivo. Poi ci sono le fondazioni, nostri sponsor, che premono per orientare il nostro panel di investimenti sulla sostenibilità».
I target di F2i sono società di medie dimensioni, su cui puntare a ingressi nel capitale di circa 100 milioni di euro. Cifre che potranno aumentare, ma anche scendere, in caso di profili aziendali particolarmente interessanti. Dice Galliano Di Marco, senior partner di F2i ed ex responsabile della rete di Autostrade: «Ci concentreremo però su investimenti di aziende già attive, lasciando ai ventur capital la scommessa sulle nuove tecnologie come idrogeno o sviluppo del nucleare. Vettori e fondi energetici che superano il nostro orizzonte temporale, che è di circa 15 anni, e presentano quindi rischi per i nostri soci sottoscrittori che si attendono un rendimento intorno al 12-15%».
- IDENTIKIT
I soci sottoscrittori di F2i
Sette fondazioni (Crt, Mps, Cariplo, Bologna,
Cuneo, Forlì e Padova) 15%
Cassa depositi e prestiti 10%
Intesa Sanpaolo 10%
Unicredit 10%
Lehman Brothers 10%
Merrill Lynch 10%
Inarcassa e Cassa geometri 4%
Altri investori
(tra cui anche piccole fondazioni) 31%
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