Non profit

Fondazioni: riforma smontata. Ministro, si cambia

Dopo il parere del consiglio di stato, mezza maggioranza chiede a Tremonti di rivedere il regolamento. Marco Follini (UDC): "Gli enti finanzino anche nel Mezzogiorno".

di Giampaolo Cerri

Una svista. O un abbaglio. O l?antica arte politica del far buon viso a cattivo gioco. Sta di fatto che il professor Giulio Tremonti ha espresso «soddisfacimento», per il parere con cui il Consiglio di Stato venerdì 26 luglio ha di fatto smontato il suo regolamento delle fondazioni di origine bancaria. L?opposizione è andata a nozze: «Non lo ha letto» ha detto il popolare Roberto Pinza, piccolo padre, con l?allora ministro Ciampi, della riforma. In effetti che l?ottimismo del superministro fosse solo di facciata l?ha dimostrato l?indomani il suo collega di governo Umberto Bossi, che sulla Padania ha gridato al tradimento, mettendo di mezzo pure il presidente Ciampi che, su questa vicenda e su quella dell?immigrazione, starebbe facendo melina. Ma cos?hanno detto di tanto scandaloso i giudici amministrativi? Che la rappresentanza maggioritaria degli enti locali non deve necessariamente essere espressa in una cifra (il 75% richiesto dalla Lega e il più prudente 66% indicato da Tremonti): saranno le singole fondazioni a decidere, adeguando gli statuti, che saranno poi vagliati dal ministero. In teoria, insomma, potrebbe bastare il 51%. Parere negativo poi per il vincolo di spesa (10%) a favore delle infrastrutture e alla destinazione territoriale dei contributi. Quanto alle sgr che dovranno gestire i patrimoni (e quindi anche le ricche partecipazioni bancarie), «occorrerà indire gare europee». Con grande scorno di chi, al ministero ma anche a Bankitalia, pensava di poter orientarne le strategie. «È solo un parere tecnico», ha rilanciato il titolare delle Attività produttive, Antonio Marzano, «il governo deciderà sul da farsi». Ignora, o finge di ignorare, che lo stesso Consiglio di Stato, in questa sede organo consultivo, discute i ricorsi contrari alle sentenze dei Tar. Qui potrebbero approdare i ricorsi che l?Acri- Associazione casse risparmio e fondazioni aveva già preparato nel caso la riforma Tremonti fosse andata avanti nei termini previsti dal governo. Insomma, i paletti di venerdì potrebbero trasformarsi nei pilastri di una sentenza amministrativa pesantemente sfavorevole. Intanto il Forum del Terzo settore, che si era mobilitato con l?Acri contestando il tentativo di ?statalizzazione? delle fondazioni, si rivolge a Tremonti: «Accolga i rilievi e resista agli attacchi della Lega», dicono i portavoce Giampiero Rasimelli ed Edo Patriarca. «Confidiamo anche nell?Udc e in An», spiega quest?ultimo, «i partiti con i quali, pur con alcuni contrasti su altri temi, stiamo dialogando da almeno un anno». Marco Follini, presidente Udc, batte subito un colpo: «Le fondazioni devono poter investire al Sud», dice a Vita, «il Consiglio di Stato ha fatto bene a rimuovere i vincoli. Su questo daremo battaglia, la Lega deve uscire dalla logica del Ridotto della Valtellina».

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