Non profit

Fondazioni, parla Vittadini. La partitocrazia made in Tremonti

Il presidente della compagnia delle opere contro il superministro per la riforma: "il modello americano? è tutta un’altra cosa"

di Giampaolo Cerri

Il non profit? Più profit che non». Giulio Tremonti non è pago. Con la sua riforma non gli basta aver riconsegnato le fondazioni ai partiti (il 70% degli organi agli enti locali), vincolandone l?azione (10% delle erogazioni a opere pubbliche) e limitandone i poteri (conferimento delle partecipazione alle sgr). Il superministro maramaldeggia dalla colonne del Corriere della sera (il 30 aprile scorso), menando fendenti sulla società civile. Ha vinto una battaglia e la guerra si annuncia lunga, fra obiezioni di costituzionalità e scontro politico. Come dimostra il giallo dei regolamenti presentati al Consiglio di Stato e poi ritirati. Ne parliamo con Giorgio Vittadini, presidente della Compagnia delle Opere, che su questo tema non ha mai nascosto la sua contrarietà al disegno del ministro di Berlusconi.
Vita: Professore, ci sono due regolamenti, ufficiosi ma non smentiti. Uno impone il 10% delle erogazioni alle opere pubbliche. I soldi delle fondazioni per fare le strade?
Giorgio Vittadini: Assurdo vincolare gli scopi: se proprio si doveva, era meglio che le fondazioni aiutassero il crearsi di public utilities del gas e dell?energia, come accade nel Nord America. Così si vuol coprire i buchi degli enti locali e fare un aumento surrettizio della spesa pubblica senza dirlo. Questo è un provvedimento figlio di un intrallazzo politico.
Vita: Tremonti affida il suo disegno a un?intervista al Corriere?
Vittadini: Quell?intervista non sembra di un politico della Casa delle libertà. Dice qualcosa di caro a Cofferati e Bertinotti (ma forse neppure a loro) e cioè che solo i partiti sono il luogo di legittimità democratica. Una cosa rozza, che sa di anni 70, di partitocrazia. In una società moderna, le realtà sociali che hanno legittimità politica a operare sono moltissime: dalle associazioni consumatori a quelle ambientaliste, dalle università alle Camere di commercio. Cosa c?entrino poi le elezioni con la gestione di cose private, è un mistero. A meno che non si abbia una concezione alla Suslov o alla Rosy Bindi.
Vita: Un?idea di società civile un po? retrò?
Vittadini: Sì, perché c?è un connubio culturalmente arretrato: una deriva della Lega, che ha influenzato Tremonti. Non a caso a sinistra, il primo ad applaudire è stato il senatore Lanfranco Turci, il rappresentante dello statalismo diessino: il dirigismo economico che sposa gli ultrà dello Stato.
Vita: Tremonti punta il dito su un conflitto di interessi: la società civile che elegge gli organi di fondazione da cui è finanziata?
Vittadini: Per come si sta parlando in Parlamento di conflitto di interessi, l?incompatibilità deriva dal possedere una realtà, non un?idea culturale. Questa è una concezione da Gestapo del conflitto di interessi. Peggio allora un consigliere comunale che decide di far finanziare l?ente locale.
Vita: Che cosa c?è poi che non le piace?
Vittadini: C?è un altro errore da matita blu: far fuori tutti quelli che si occupano di finanza dall?interno delle fondazioni e che hanno fatto solo del bene. Per fare entrare i portaborse.
Vita: Il ministro parla di compensi elevati agli amministratori delle fondazioni?
Vittadini: Moralismo. Mi sembrava che Tremonti fosse un laico. Allora cominciamo con i parlamentari: ridicolo.
Vita: C?è poi il regolamento sulle partecipazioni alle sgr?
Vittadini: Occorrerà aspettare di leggerlo. Ma credo che in esso si giochi lo scontro fra Bankitalia e Tesoro.
Vita: Tremonti cita continuamente il modello americano…
Vittadini: Fa ridere. Là le fondazioni sono espressione della società civile e religiosa, non sono certo emanazione del partito repubblicano o democratico, ma piuttosto di grandi imprese cui la legge permette di finanziano iniziative benefiche. Ma non si è mai visto un sindaco di New York che entri nel merito della Fondazione Ford.
Vita: Il Terzo settore che strade ha?
Vittadini: Siamo solidali con Guzzetti e con l?azione dell?Acri. Autorevoli organi istituzionali aprono la strada ai ricorsi.
Vita: Come Cdo, non pensate di muovervi anche su un piano politico, verso la Casa delle libertà e verso Berlusconi?
Vittadini: Lo stiamo facendo. Ma questa è una battaglia lunga. Ed è fondamentale che sia bipartisan: se scivolasse su un piano politico di maggioranza-opposizione, perderemmo.

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