Non profit

Fondazioni, il tar dà ragione al non profit

I giudici amministrativi hanno sospeso l’atto d’indirizzo del Tesoro che dimezzava i fondi per i Centri di Servizio. I numeri

di Benedetta Verrini

Ci voleva proprio il Tar del Lazio, il giudice amministrativo più famoso d?Italia, a dare ragione al mondo del volontariato e torto all?ex ministro Vincenzo Visco. La scorsa settimana i giudici hanno sospeso il provvedimento con cui il ministero del Tesoro dimezzava, di fatto, i fondi delle fondazioni bancarie destinati ai Centri di servizio del volontariato. La misura cautelare, che conferma in prima istanza la validità del ricorso presentato dal Collegamento nazionale dei Centri di Servizio e dalle associazioni di volontariato, consente che i bilanci delle fondazioni relativi al 2000 vengano chiusi in modo non restrittivo e perfettamente rispondente alle indicazioni della legge quadro sul volontariato. L?avvocato Salvatore Pettinato, che ha curato la stesura del ricorso, e il portavoce del Collegamento nazionale dei Centri servizio, Marco Granelli, hanno spiegato a Vita i contorni della complessa vicenda. Tutto inizia il 19 aprile scorso, quando il ministero del Tesoro emana un atto d?indirizzo ?recante le indicazioni per la redazione, da parte delle fondazioni bancarie, del bilancio relativo all?esercizio chiuso il 31 dicembre 2000? (GU n. 96 del 26/4/2001). Al punto 9/7 del provvedimento, che doveva avere una funzione eminentemente interpretativa, viene invece disposta una drastica riduzione delle risorse che le fondazioni bancarie sono obbligate a destinare ai Centri di Servizio. «Nel procedimento di calcolo per l?erogazione di questi fondi, l?atto d?indirizzo ha diminuito la base di computo, introducendo una regola di quantificazione più restrittiva di quella prevista all?art. 15 della legge 266 del 1991», dice l?avvocato Pettinato. Infatti, mentre l?art. 15 della legge quadro sul volontariato prevede che non meno di 1/15 dei proventi delle fondazioni, al netto delle spese di funzionamento, vada agli enti locali affinché istituiscano centri di servizio a disposizione delle organizzazioni di volontariato, l?atto d?indirizzo ?incriminato? dispone che «l?accantonamento al fondo per il volontariato? è determinato nella misura di 1/15 del risultato della differenza tra l?avanzo dell?esercizio meno l?accantonamento alla riserva obbligatoria e l?importo minimo da destinare ai settori rilevanti di cui all?art. 8 del Dlgs 153/1999». Una variazione di contenuti giudicata assolutamente illegittima dal mondo del volontariato, che ha opposto ricorso davanti al Tar del Lazio con una robusta serie di motivazioni di diritto, tra cui ?violazione e falsa applicazione dell?art. 15 della L. 266/1991; eccesso di potere per difetto di motivazione, illogicità, erronea valutazione dei presupposti, contradditorietà, ingiustizia manifesta?. «Il Tar ha accolto subito la nostra istanza di sospensione e sono molto ottimista anche sul definitivo annullamento» dice Pettinato. «A nostro favore ci sono questioni di diritto difficilmente aggirabili, come il fatto che un atto d?indirizzo non può superare il dettato di una legge dello Stato. Oltre a questo, le motivazioni opposte dall?avvocatura dello Stato non si sono fondate su questioni tecniche, ma sul fatto che in questi anni sono rimaste inutilizzate molte risorse accantonate a favore dei centri di servizio». «Può essere certamente riconosciuto che a oggi esistono fondi accantonati e non utilizzabili dai Centri di Servizio», sottolinea Marco Granelli, «ma non è certo una responsabilità del volontariato, quanto una conseguenza di meccanismi burocratici e di lentezza nelle decisioni dei Comitati di gestione. Ora auspichiamo che questa sospensione possa accelerare un confronto tra Comitati di gestione e fondazioni bancarie, per affrontare i problemi relativi ai Centri di servizio e valorizzare nel modo giusto il loro contributo al volontariato». Centri di servizio. Il punto Totale centri istituiti: 51 sull?intero territorio nazionale Regioni prive di centri: Sicilia, Calabria, Puglia, Campania, prov. autonoma di Bolzano Prestazioni effettuate: 51.428 Sportelli informativi: 213 Fondi accantonati: 370 mld di lire (Situazione al 31 dicembre 2000)


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