Non profit

Fondazioni di origine bancaria protagoniste del welfare

Si è svolta oggi al Meeting di Rimini una tavola rotonda sul tema. Una sintesi dell'intervento del presidente dell'Acri Giuseppe Guzzetti

di Francesco Maggio

Qual è il collegamento fra capitale umano e welfare? E quale può essere il ruolo delle Fondazioni per migliorare tale collegamento? E? questo il tema della tavola rotonda organizzata oggi al Meeting di Rimini dall?Acri, l?associazione di rappresentanza collettiva delle Fondazioni di origine bancaria, dalla Fondazione per la Sussidiarietà e dalla Compagnia delle Opere, con la partecipazione degli onorevoli Roberto Pinza (Margherita, DL-L?Ulivo) e Luca Volonté (Udc), del presidente dell?Acri, Giuseppe Guzzetti, e del presidente dell?Agenzia per le Onlus, Lorenzo Ornaghi. Ha coordinato il dibattito Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà. All?incontro ha portato il suo saluto Pier Marino Mularoni, segretario di Stato per le Finanze della Repubblica di San Marino. Di seguito una sintesi dell?intervento di Giuseppe Guzzetti, presidente dell?Acri e della Fondazione Cariplo.
“Il miglioramento della dotazione di capitale umano, se accompagnato da politiche che ne favoriscano un efficace utilizzo, genera ricchezza ? ha detto Giuseppe Guzzetti -. A sua volta la generazione di ricchezza consente di pagare i maggiori costi del welfare senza aumentare la pressione fiscale o peggiorare i conti pubblici. Peraltro i crescenti costi del welfare rendono impraticabile un approccio universalistico che tuteli situazioni individuali ormai compromesse; dunque il nuovo welfare richiede che le persone si tutelino e si valorizzino adeguatamente, in modo preventivo. Risulta, dunque, fondamentale favorire comportamenti orientati a una maggiore autosufficienza (anche economica), prevenire l?insorgere di malattie invalidanti, rendere le persone più ?impiegabili? dal mercato del lavoro, orientare i processi di istruzione e formazione verso attività e forme di impiego che creino più ricchezza a livello collettivo e individuale. In questo quadro le Fondazioni di origine bancaria, in termini sussidiari, possono dare un contributo importante, quantunque gli interventi contenuti nella manovra fiscale appena varata dal Governo ne frustrino la piena possibilità di intervento, imponendo ulteriori 200 milioni di euro di tassazione, che decurteranno di oltre il 20% le erogazioni totali delle Fondazioni, pari annualmente a un miliardo di euro”.
“Premesso che le Fondazioni di origine bancaria sono 88 e ognuna opera con una propria autonoma visione strategica, ritengo che una strada percorribile sia quella di individuare i punti di snodo ad alto impatto e di rimuovere i ?colli di bottiglia? che, in corrispondenza di quei punti di snodo, frenano il potenziale di creazione di capitale umano ? ha detto Guzzetti -. Parlo dei rapporti fra le famiglie e la scuola, fra la scuola e l?università e fra l?università e il mondo del lavoro; mi riferisco ai rapporti fra il mondo della ricerca e quello delle imprese. I ?colli di bottiglia? sono costituiti dagli intoppi o dai malfunzionamenti che rendono questi snodi poco funzionali. Ebbene, dall?analisi dei progetti sostenuti e finanziati dalle Fondazioni, ho la sensazione che esse si pongano il problema di fluidificare questi snodi: aiutando i giovani ad avere una maggior dimestichezza con i temi scientifici; oppure facilitando il passaggio dal mondo dello studio a quello del lavoro; o favorendo un utilizzo più proficuo delle competenze disponibili nei settori della ricerca grazie all?inserimento dei giovani studiosi italiani in progetti di ricerca internazionali, affinché il Paese non li perda come risorsa propria”.
“Gli esempi che potrei fare dell?attività delle Fondazioni in questo senso sono tanti, ma i dati di sistema li riassumono tutti. In base all?ultimo bilancio disponibile, le Fondazioni destinano alla formazione di giovani e adulti oltre il 16% delle loro erogazioni (circa 177 milioni di euro), con una spiccata attenzione ai segmenti di più elevata specializzazione del sistema educativo nazionale. Il 64% delle erogazioni per il settore è infatti rivolto al comparto dell?istruzione superiore, comprendente l?istruzione universitaria e para-universitaria, a cui nel 2002 sono stati destinati circa 96 milioni di euro (54% del totale del settore) e di specializzazione post-universitaria (17,8 milioni di euro, per una quota del 10%); mentre all?istruzione primaria e secondaria va il 15% e all?istruzione professionale e degli adulti il 13%. Peraltro, questi dati non sono esaustivi dell?impegno delle Fondazioni sul fronte della formazione perché, al di là del confine ben definito del settore classificato come tale nei bilanci, l?attenzione al capitale umano emerge nell?ambito degli altri settori in cui le Fondazioni intervengono, soprattutto tramite l?assegnazione di borse di studio e di ricerca. Nel 2002 sono state circa 450 le iniziative – programmi di studio e di sostegno alla ricerca e allo sviluppo del personale, premi e borse di studio ? finanziate nell?ambito dei settori di intervento diversi dall?istruzione e dalla ricerca, pari a un importo complessivo superiore ai 18 milioni di euro. Nel campo della ricerca tecnologica, poi, la destinazione di fondi per riconoscimenti a studiosi e ricercatori, quali borse di studio, premi e concorsi, è più che ricorrente, e assorbe il 20% del totale erogato al comparto”.

>.

>.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.