Sono stato a un incontro del nascente the hub di Rovereto. Tra le varie, un’esperienza davvero interessante: la fondazione March. A iniziare dal nome che è un’opera d’arte (con tanto di registrazione). Rimane costante il mese di fondazione, ma poi la ragione sociale varia al passare del tempo. Insomma oggi si chiama fondazione November, anzi quasi December. Perché la sua mission, dove ci trovo farina di Sacco, è sviluppare pensiero laterale nelle organizzazioni d’impresa come strumento di problem solving. Lavorano infatti con imprenditori che sono interessati a ospitare nei luoghi della produzione opere d’arte, ma non certo come arredo (per quello, al limite, basta telemarket), bensì come occasione per fare politica aziendale: trasmettere valori, motivazione, orientamento agli stakeholder, da quelli primari (come i lavoratori) fino ai più inconsapevoli che transitano per la sala d’aspetto. La serata era per architetti e designer e forse essendo il più laterale di tutti mi son portato a casa stimoli potenti. Molte lampadine accese (a basso impatto perché l’hotel dove ci siamo incontrati, a dispetto del nome, è green). Ad esempio l’effetto di interventi simili in luoghi di relazionalità e motivazioni forti come i centri di servizio delle imprese sociali: asili, case di cura, comunità, ambiti di aggregazione, ecc. Sarebbe un’incontro davvero stimolante, proprio perché la produzione di queste imprese impatta direttamente su variabili di questo tipo. Qualcosa si è visto anche alla Convention Cgm. Anche se la strada da fare è molta. Ricordo ad esempio bellissime foto di Berengo Gardin sui servizi sociali ammucchiate nel capannone di una coop B a fine progetto Equal. Ma nonostante questo bisognerebbe insistere a sperimentare direttamente nei luoghi della produzione. Dovrei convincere qualcuno… Massì il mio dirimpettaio Robedachiodi!
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