Non profit

Fondazione Cariplo: ecco cosa faremo nei prossimi 5 anni

Approvato il documento programmatico della Commissione di beneficenza. Che promette: almeno il 2% del patrimonio andrà in erogazioni

di Gabriella Meroni

Sono contenute in un documento di 40 pagine le linee guida che dovranno orientare l?azione della Fondazione Cariplo nei prossimi cinque anni, ovvero per il periodo in cui resterà in carica l?attuale Organo di indirizzo (Ccb). Il Documento è stato esaminato e approvato all’unanimità dalla Commissione centrale di beneficenza, riunitasi nei giorni scorsi a Milano sotto la presidenza di Giuseppe Guzzetti. Il Documento, frutto di un articolato lavoro anche di confronto con gli stakeholder istituzionali, sociali, culturali della Fondazione (avvenuto tramite un articolato calendario di incontri e audizioni svoltisi nei mesi scorsi) individua per la Fondazione missione, ruolo, obiettivi strategici e strumenti alla luce ?dell?ampiezza dei bisogni non soddisfatti e la grande richiesta di sostegno che giunge dalla società e dalle istituzioni?. Per quanto riguarda la missione e il ruolo, viene riconfermata la scelta strategica di operare come Fondazione di erogazione (grantmaker) e non di gestione, ma si evidenzia la volontà di porsi sempre più come soggetto attivo e propositore di progetti e iniziative di utilità sociale, secondo principi di solidarietà e sussidiarietà che dovranno sempre più porre la Fondazione Cariplo quale catalizzatore di risorse a sostegno delle istituzioni e delle organizzazioni della società civile dedicate a dare risposte ai bisogni emergenti o comunque risposte più efficaci ed efficienti ai bisogni già noti. Per quanto riguarda gli obiettivi strategici, il Documento individua 5 aree di intervento: l?area Ambiente (obiettivo quello di contribuire alla diffusione di nuovi comportamenti e all?introduzione di modalità innovative di organizzazione e gestione delle attività economiche e sociali orientate alla tutela ambientale), area Arte e cultura (obiettivo quello di sostenere progetti e iniziative volti alla valorizzazione dei beni artistici e culturali come risorsa di sviluppo anche e economico, nonché all?ampliamento e alla differenziazione dell?offerta di beni e attività culturali, garantendo un più facile accesso da parte di più ampie fasce sociali); area Ricerca, sia di base che applicata, relativa alle scienze mediche e della vita (obiettivo quello di contribuire alla creazione di un ambiente favorevole alla ricerca scientifica); area Servizi alla persona (con l?obiettivo di sostenere l?innovazione sociale, ovvero una risposta più efficace ai bisogni tradizionali e ai bisogni emergenti), area Trasferimento tecnologico (obiettivo quello di favorire un ambiente favorevole al trasferimento tecnologico e alla valorizzazione dei risultati della ricerca applicata). Il documento individua poi un obiettivo strategico per così dire ?trasversale? che consiste nella promozione della filantropia e della società civile. Questo significa che la Fondazione Cariplo riconferma la scelta di porsi come elemento attivo nell?aiutare l?azione di soggetti autonomi, favorendo tutte le occasioni e le opportunità di cooperazione fra i diversi soggetti impegnati in obiettivi comuni. Rientrano naturalmente fra questi soggetti le Fondazioni delle comunità locali che il Documento riconferma come soggetti originali e innovativi di particolare efficacia. Alla luce della scelta di operare in qualità di soggetto grantmaker, strumento principe dell?attività della Fondazione sarà quello delle erogazioni. A questo proposito, il Documento indica un ?programma pluriennale erogativo ambizioso, ma coerente con l?avversione al rischio della Fondazione?, ovvero un livello di erogazioni annue per un complessivo importo pari ad almeno il 2% del patrimonio netto al 2 gennaio 1998 (data in cui avvenne l?operazione di costituzione di Banca Intesa), determinato in 10.196 miliardi di Lire, rivalutato annualmente in base all?accantonamento alla riserva obbligatoria e ad altre eventuali riserve previste dall?ordinamento di settore. Per quanto riguarda la gestione del patrimonio, il Documento Programmatico Pluriennale ribadisce il principio cardine della salvaguardia del patrimonio e riconferma la individuazione di un benchmark che garantisca nel lungo periodo un rendimento medio tale da rendere sostenibili i piani erogativi nonché la conservazione del valore reale del patrimonio. Tale benchmark dovrà, nel breve periodo, non esporre la Fondazione a un rischio finanziario che ecceda gli accantonamenti al fondo di stabilizzazione delle erogazioni, né pregiudichi in modo significativo il piano erogativo. Riconfermata, infine, la scelta di affidare la gestione di una parte preponderante del patrimonio (pari a circa 6.000 miliardi di Lire) a gestori professionali, selezionati con procedure trasparenti e imparziali.


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