Salute

Foggia, musica e teatro per donazione

In ricordo di tre amiche scomparse in un incidente stradale, un gruppo di giovani in provincia di Foggia fonda un centro giovanile

di Mara Mundi

Agnese, Romina e Veronica erano giovani studentesse, insieme superavano di poco il mezzo secolo di vita. In una gelida notte d’inverno i loro anni verdi si sono infranti sull’asfalto. La brusca frenata, lo schianto, il buio. Mamma Elvira dorme, e sogna. Ancora non sa dell’incidente. Sogna le tre amiche: chiedono che venga costituita un’associazione, un centro dove i ragazzi possano incontrarsi, conoscersi, stare insieme, dividere obiettivi ed interessi. Una telefonata rompe il silenzio; in tre case si accendono le luci. La notizia toglie il fiato, mentre il dolore dilaga. Trascorrono i giorni. Pochi. La mamma di Agnese ricorda quel sogno, prima del trillo, prima di sapere. Ricordare il desiderio delle tre ragazze e decidere di assecondarlo è un tutt’uno. Un attimo, e quell’idea è già un progetto: il centro nascerà presto. Le ragazze avevano anche indicato la sede, un relitto nel vecchio mercato del pesce. Suggerivano il nome dell’associazione e il logo, un albero forte con il tronco robusto e le radici ben piantate per terra. Nel mese di febbraio del 1997 viene costituito il centro giovanile A.R.V. di Manfredonia, in provincia di Foggia, paese conosciuto in tutta Italia per via del Contratto d’Area, della sovvenzione globale e della triste pagina legata all’ex petrolchimico Enichem. La struttura prende il nome dalle iniziali delle tre ragazze, ma richiama anche ai valori di Amore, Rispetto e Verita. E poi, “Arv” in dialetto locale vuol dire albero, e loro un folto albero lo hanno scelto come segno distintivo. Cominciano le attività, si parte dalla ristrutturazione della sede, a cura dei fondatori. Tra di loro c’è Franco, un ragazzo inchiodato alla carrozzella dalla nascita, ma pieno di voglia di vivere e di amare. Anche lui è tra i compositori del CD “Una vita che vale”: otto brani inediti di musica leggera e rock per diffondere la cultura della solidarietà e della donazione. Lo hanno inciso pensando alle tre amiche. Ma non bastava, ci voleva qualcosa in più per uscire dai confini provinciali. Girerà lo Stivale in tournée, la carovana di venti artisti al loro debutto, tra cantanti, autori, musicisti e attori. Hanno allestito uno spettacolo di due ore, che all’esecuzione delle canzoni alterna brevi sketch teatrali. Si parlerà della donazione di sangue, organi e midollo osseo, ricordando Carolina, un’altra amica, sconfitta dalla leucemia all’età di 33 anni; si affronterà il tema dell’identità personale con il brano “preziosi momenti” di Tina, anche lei con problemi di deambulazione, che non ha intaccato affatto la sua grinta: due giorni fa si è laureata in lettere classica, con 110 e lode. Fanno tante altre cose i giovani dell’ARV: allestiscono laboratori di artigianato, organizzano corsi professionali nelle scuole, stampano un giornalino bimestrale. Suonano, sempre e comunque. Qualsiasi cosa abbiano da dire, da urlare, da sussurrare. Cercano di ricordare i loro amici, rapiti troppo in fretta da un destino iniquo. Lo fanno con la forza delle loro idee, con la determinazione dei loro anni, con la convinzione di un sogno, fatto in una gelida notte d’inverno. Un sogno che non è svanito con il primo sole. Una vita che vale, vale sempre.

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