Non profit
Foggia aderisce a programma ‘Applicazione Icf’
Strumenti per le politiche attive d'inserimento lavorativo delle persone con disabilita
di Redazione
“La provincia di Foggia considera il tema del collocamento mirato centrale delle dinamiche occupazionali del territorio. Attraverso questa azione sperimentale, che vogliamo fortemente diventi azione di sistema, puntiamo a dare continuita’ a quel patto per il lavoro di Capitanata che questa amministrazione sta portando avanti con grande determinazione”.
Cosi’ Leonardo Lallo, assessore provinciale alle Politiche del lavoro di Foggia, ha commentato il programma ‘Applicazione dell’Icf (classificazione internazionale del funzionamento, della salute e della disabilita’) e strumenti per le politiche attive d’inserimento lavorativo delle persone con disabilita”, presentato questa mattina nella sala Giunta di Palazzo Dogana.
Quella illustrata oggi e’ un’azione sperimentale che vede la provincia di Foggia quale ente pilota, assieme ad altre nove province italiane in altrettante regioni. “Il mondo dei disabili – ha proseguito l’assessore Lallo – e’ in questo momento quello che risente di piu’ dell’attuale e diffuso stato di crisi dell’occupazione. In un territorio come quello di Capitanata, in cui abbiamo circa diecimila disabili iscritti negli elenchi dei centri territoriali per l’impiego che attendono risposte, e’ quanto mai urgente creare una rete virtuosa tra enti, associazioni e attori del mondo del lavoro per implementare politiche virtuose in grado di dare risposte concrete ed efficaci”.
Il settore Politiche del lavoro e Formazione professionale della provincia di Foggia, di concerto con Italia Lavoro, ha inteso dunque partecipare alla implementazione dei nuovi protocolli Icf tra lavoratore e azienda. Le azioni che verranno realizzate durante il programma riguarderanno in particolare la formazione di operatori e la sperimentazione dell’uso della classificazione nell’ambito dell’inserimento lavorativo delle persone con disabilita’.
In sostanza, con la nuova classificazione non ci si chiedera’ cosa una persona “non puo’ fare”, ma ci si domandera’ cosa realmente “possa fare”. E da qui avviare percorsi efficaci di inclusione e di integrazione lavorativa e sociale.
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