Sostenibilità

Focsiv: meglio l’estensione del protocollo di Kyoto

Marelli: «Piuttosto che un accordo al ribasso»

di Redazione

Il pianeta e i poveri sono scarsamente convinti della buona volontà dei paesi ricchi di affrontare con determinazione la questione dei cambiamenti climatici, dato che fino ad ora spesso questa non è stata supportata dai fatti, come nel caso della lotta alla povertà. “A fronte del rischio che Copenaghen si chiuda con un’intesa politica non vincolante, la FOCSIV sostiene la richiesta dei paesi poveri di non abbandonare il Protocollo di Kyoto e piuttosto prevedere una sua estensione temporale integrandolo con impegni vincolanti anche per gli USA e per i paesi emergenti secondo il principio delle responsabilità comuni e differenziate” dichiara Sergio Marelli, Segretario Generale della FOCSIV.

Allo stato attuale dei negoziati, infatti, “unica alternativa sul tavolo sembra essere un accordo poco ambizioso e non equo – aggiunge Marelli -. Poco ambizioso in quanto gli impegni di riduzione delle emissioni non sono sufficienti per contenere l’aumento di temperatura sotto i 2°C; non equo visto che si allontana l’orizzonte di un finanziamento di lungo periodo per l’adattamento delle comunità vulnerabili che garantisca risorse addizionali rispetto a quelle destinate allo sviluppo”.

Non sarebbe questo il primo caso in cui i donatori ricorrono alla doppia contabilizzazione dei fondi. Il meccanismo dei CDM – ossia l’acquisto dei crediti dei diritti di emissione, che i paesi ricchi possono acquistare dai paesi meno sviluppati per aumentare la possibilità di emettere nel proprio paese – offre l’occasione di riprodurre per l’ennesima volta questo bluff ovvero essere contabilizzato come parte degli impegni finanziari a favore dei paesi poveri.

Con il Santo Padre, che afferma nel messaggio per la giornata mondiale per la pace 2010 “purtroppo si deve constatare che una moltitudine di persone, in diversi Paesi e regioni del pianeta, sperimenta crescenti difficoltà a causa della negligenza o del rifiuto, da parte di tanti, di esercitare un governo responsabile sull’ambiente” in questo momento, “invitiamo la politica a dimostrare la capacità di salvaguardare l’ambiente quale bene pubblico globale e a farsi carico delle responsabilità dirette nei confronti di miliardi di persone che subiranno gli effetti delle scelte di Copenaghen”, conclude Marelli.

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