Focsiv: dalla Convention un appello per la Pace

La minaccia di un?altra guerra imminente ha portato al lancio congiunto di un appello per la pace nel corso dei lavori della Convention promossa da Volontari nel mondo ? FOCSIV in collaborazione con l?Ufficio Nazionale per la Cooperazione Missionaria della CEI e la Caritas Italiana. Tra il 1945 e il 2000 si sono verificate 170 guerre di notevole entità. Di queste il 90% ha avuto luogo nei Sud del mondo. I morti sono stati 27 milioni. Attualmente nel mondo sono in corso 142 conflitti che coinvolgono almeno 103 Paesi. 26 sono veri e propri genocidi e 28 sono conflitti ad alta intensità con numerosi morti. In 23 casi esistono accordi formali di pace o di tregua, che però si dimostrano instabili e non garantiscono la cessazione delle violenze. Nonostante questo quadro drammatico sta per essere avviata una nuova guerra contro l?Iraq mascherata dall?eufemismo di ?attacco preventivo?. Il Governo degli Stati Uniti, infatti, minaccia di attaccare l?Iraq anche in assenza di una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. La guerra ? e soprattutto la guerra preventiva ? è esplicitamente vietata dalla Carta delle Nazioni Unite e dal diritto internazionale. Nella Costituzione italiana è scritto che ?l?Italia ripudia la guerra come mezzo di soluzione delle controversie internazionali?. Ma il nostro Paese questo principio sembra averlo dimenticato, volutamente dimenticato. Ci rivolgiamo dunque al Parlamento e al Governo italiano e chiediamo, in modo semplice e chiaro, di non coinvolgere l?Italia nell?attacco armato all?Iraq. Per 30 anni, come Federazione di organizzazioni non governative, abbiamo sempre creduto che l?unica via possibile per garantire una maggiore giustizia sociale ed economica sia la pace. ?30 anni per una storia di pace? è lo slogan del Trentennale di Volontari nel mondo ? FOCSIV. E da 30 anni i 14.000 volontari che abbiamo mandato in giro per il mondo sono stati operatori di pace. La pace è l?unico nome possibile dello sviluppo. La fame e la povertà non sono l?effetto di conflitti, spesso ne sono la causa. Solo attraverso una cooperazione solidale è possibile creare sviluppo e giustizia sociale nei Paesi meno avanzati. Per garantire la pace è necessario rafforzare una politica di giustizia, sviluppo e rispetto dei diritti umani. Tutto ciò deve essere fatto soprattutto dai popoli dei Paesi più industrializzati. Il nostro no alla guerra, in particolare alla guerra preventiva contro l?Iraq è secco e incondizionato. Ma il nostro appello non è rivolto solo ai governanti. Anche a quanti operano, a vari livelli, nel mondo dell?informazione. Troppe guerre sono dimenticate. Ai giornalisti chiediamo di non essere conniventi con il potere che vuole l?oblio. Scrivete che tutti i conflitti armati colpiscono soprattutto innocenti indifesi e a pagare il prezzo non sono solo le parti in lotta. Le diseguaglianze sociali e la squilibrata distribuzione della ricchezza costituiscono una minaccia concreta alla sicurezza. Solo con un riequilibrio delle diseguaglianze sociali si può costruire un processo di pace. Il nesso fra ineguaglianze economiche e guerre non può più passare inosservato. Ed è su queste basi che si fonda l?appello che oggi lanciamo dalla Convention per il Trentennale di Volontari nel mondo ? FOCSIV, insieme alla Caritas Italiana e all?Ufficio Nazionale per la Cooperazione Missionaria della CEI. Insieme al Papa ripetiamo che ?Quando i diritti fondamentali sono violati è facile cadere preda delle tentazioni, dell?odio e della violenza. Bisogna costruire insieme una cultura globale della solidarietà [? ] Solo dalla verità e dalla giustizia possono scaturire la libertà e la pace. Su questi valori è possibile costruire una vita degna dell?uomo. Fuori di essi c?è solamente rovina e distruzione.? (Giovanni Paolo II, Udienza Generale 11 settembre 2002).