Famiglia
FMI: il rapporto sullo stato dell’economia italiana
Le principali considerazioni degli ispettori del Fondo, contenute nelle lettere consegnate ieri a Tremonti e Fazio.
Ecco il riassunto della dichiarazione conclusiva della missione:
1) L’economia italiana è a un punto di svolta, e il mantenimento dell’attuale trend di ripresa dipende dalle politiche che verranno messe in atto prima e dopo le elezioni di aprile. La campagna elettorale dovrebbe diventare occasione di dialogo sulle politiche necessarie per aumentare la competititività.
2) Le prospettive di crescita di breve termine sono migliorate, e ci sono segni che la tanto attesa ripresa ciclica sta arrivando. Ma per evitare il rischio che si tratti di un’altra “falsa partenza” serve fermezza nella politica economica.
3) Le migliori prospettive cicliche non devono tuttavia far passare in secondo piano uno scenario di medio-termine non positivo. La bassa crescita, spesso attribuita a forze esterne come la moneta unica o a eredità storiche come la prevalenza di imprese famigliari, dipende in realtà da rigidità e inefficienze dei mercati del lavoro e dei servizi.
4) Quindi i problemi dell’economia sono essenzialmente “made in Italy”, e la causa fondamentale della bassa competitività e della stagnazione è la bassa crescita della produttività. La crescita potenziale è di solo 1.25 punti percentuali all’anno, e in assenza di riforme le prospettive di medio termine sono ancora peggiori. La riduzione del debito pubblico è troppo lenta.
5) Per aumentare il potenziale di crescita sono essenziali riforme sostanziali. Due le componenti: aggiustamento fiscale e riforme strutturali dei mercati dei prodotti, del lavoro e dei servizi.
6) L’analisi dei trend e delle prospettive fiscali è reso complesso da una sostanziale mancanza di trasparenza.
7) La manovrina per il 2005 e il recente emendamento del budget per il 2006 sono espressioni dell’impegno del governo a raggiungere gli obiettivi fiscali.
8) La Finanziaria 2006 ha molti aspetti positivi, è basata su uno scenario macroeconomico realistico e prevede un aggiustamento basato su misure di contenimento della spesa invece che su ricavi una tantum. Inoltre comporta tagli consistenti per le amministrazioni sia locali sia centrali.
9) Tuttavia temiamo che la dinamica della spesa pubblica italiana minerà il raggiungimento dell’obiettivo di un deficit pari al 3.8% del Pil nel 2006.
10) Si dovrebbe cogliere ogni opportunità per ridurre ulteriormente il deficit.
11) Il processo di approvazione della Finanziaria non dovrebbe rallentare l’iter di approvazione di importanti riforme come quella della Legge sul risparmio e quella del sistema pensionistico.
12) La Legge sul risparmio contiene iniziative per migliorare governance e responsabilità della Banca d’Italia, che non sono adeguate al suo giustamente elevato livello di autonomia.
13) La priorità post-elettorale dovrebbe essere la creazione di un’economia più robusta, flessibile e dinamica, in grado di competere in un mondo globalizzato. Serviranno riforme per aumentare la competitività e smantellare la protezione delle rendite economiche.
14) C’è poi la necessità di riforme complementari, scelte tra quelle che hanno sicuri effetti sull’occupazione e la crescita, nelle aree dei mercati dei prodotti e del lavoro e per incentivare investimenti.
15) Ristabilire una situazione di sostenibilità del debito è una condizione indispensabile per una crescita più veloce, ed è complementare alle riforme strutturali.
16) Per essere credibile, l’aggiustamento dev’essere concentrato sul contenimento della spesa.
17) La devoluzione delle funzioni dal governo centrale, già in corso, dimostra la necessità di un sistema di federalismo fiscale ben disegnato.
18) Un settore finanziario competitivo è critico per supportare la crescita. Il sistema italiano presenta un atendenza a favorire relazioni personali fornendo così un vantaggio agli agenti già sul mercato rispetto a nuovi entranti.
19) In più, il Programma di Monitoraggio del Settore Finanziario ha evidenziato una bassa contestabilità dei mercati, l’utilizzo di standard di valutazione dei prestiti diversi da quelli internazionali, un’insufficiente regolamentazione dei prestiti tra parti correlate.
20) La cornice istituzionale che regola le responsabilità della supervisione sul sistema bancario e dela competitività del sistema deve assicurare trasparenza e controllabilità.
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