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Fmi: con l’Argentina? Siamo in alto mare

"Sembra facile ma è un Paese di parecchi milioni d'abitanti, con province di forte tradizione politica. E' una democrazia, dobbiamo capire come aiutare le autorità locali"

di Paolo Manzo

Se il governo di Baires aveva speranze di arrivare a un accordo con il Fondo monetario internazionale in un qualsiasi giorno di settembre, il portavoce ufficiale dell’Fmi, Thomas Dawson, le ha spente tutte, sia dal punto di vista tecnico che politico.

Nella conferenza stampa che si tiene ogni 15 giorni nella del dell’Fmi, Mr Dawson ha dichiarato che non ci sono ancora le condizioni per un accordo, seppur di basso profilo.

E pur ammettendo alcuni progressi sul fronte fiscale, Mr Dawson ha detto che ci sono “questioni più importanti da risolvere” nei settori monetario, bancario e giuridico.

L’annuncio ha provocato l’immediata reazione a Buenos Aires di Eduardo Duhalde, che ha confermato il suo obiettivo di firmare al più presto un accordo col Fondo. Dawson, da parte sua, ha detto che la situazione in Argentina è “molto difficile” perché “non c’è un consenso politico che consenta d’avanzare nelle negoziazioni.

Sembra facile ma questo è un Paese di parecchi milioni d’abitanti, con province che hanno forti tradizioni politiche, è una democrazia e dobbiamo rispettare lo sviluppo del processo e capire come possiamo aiutare le autorità locali. E’ importante farlo in tempi brevi ma è anche importante farlo bene. Continua a essere una situazione difficile”, ha concluso il portavoce del Fondo.

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