Salute
Floriani: «I principi non bastano»
La presidente della Federazione Cure Palliative analizza la nuova legge. Ecco come al Senato può migliorare
di Redazione
di Francesca Crippa Floriani, Presidente Federazione Cure Palliative
La legge sulle cure palliative appena licenziata dalla Camera, col sì di maggioranza ed opposizione che lascia presagire una rapida approvazione al Senato, è una grande conquista di civiltà.
La legge infatti sancisce che le cure palliative saranno per tutti i cittadini un diritto acquisito come l’emergenza o la rianimazione, da Bolzano a Caltanisetta, e disegna la strutturazione e l’erogazione dei servizi necessari.
Questo testo è il frutto dello sforzo condiviso di parlamentari, tecnici e rappresentanti del terzo settore (Federazione Cure Palliative in prima linea) che va avanti ormai da anni ed è finalmente approdato ad una buona sintesi legislativa. Siamo molto contenti che il voto sia stato bipartisan, e non possiamo che auspicare che la stessa cosa accada al passaggio successivo, come segnale di un tema caro a tutti.
Il testo della legge si articola su alcuni punti cardine. Istituisce una rete omogenea su tutto il territorio nazionale, costituita dall’insieme delle strutture ospedaliere, territoriali, assistenziali (hospital, home, hospice) in connessione e continuità tra loro e delle figure professionali deputate alle cure. Disciplina la formazione dei medici e l’aggiornamento del personale specializzato. Istituisce un osservatorio nazionale permanente che redige un rapporto annuale. Semplifica l’accesso ai farmaci antidolorifici oppiacei che non necessiteranno più della prescrizione con il ricettario speciale. E non ultimo prevede un finanziamento di 150 milioni di euro (100 già previsti nel vecchio piano sanitario) vincolandolo ad hoc e controllandolo con il commissariamento per le eventuali regioni inadempienti.
Parallelamente il Ministero del welfare ha promesso di impegnarsi nel triennio 2009-211, in campagne istituzionali di comunicazione per informare i cittadini sulle modalità e sui criteri di accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore, anche attraverso il coinvolgimento dei medici di medicina generale, dei pediatri, delle farmacie, delle Organizzazioni Non Profit.
A noi della Federazione Cure Palliative, Onlus di secondo livello che accorpa oltre 60 ONP in cure palliative, espressione e voce di chi ogni giorno si trova a curare la sofferenza e il dolore dei 250mila malati, che ogni anno nel nostro Paese vivono la fase terminale, preme però ricordare che questa legge, per essere davvero efficace, non deve limitarsi alle buone affermazioni di principio che contiene, ma dovrà essere il punto di partenza per ulteriori passi concreti. La priorità assoluta va alla necessità di realizzare la rete tra hospice, assistenza domiciliare ed ospedale con standard di qualità omogenei su tutto il territorio nazionale, in integrazione con le Organizzazioni Non Profit. La sempre fertile ricchezza e velocità del terzo settore dovrà, ora più di prima, essere indirizzata alla concreta costruzione e gestione di una rete organica di cure palliative pur con tutte le opzioni possibili. Non sono più accettabili vuoti e differenze da regione a regione, da ASL ad ASL, da ospedale ad ospedale.
Nella legge manca ancora una definizione precisa della figura del medico palliativista nel suo perscorso formativo, e la volontà di portare avanti una ricerca di qualità nell’ambito delle cure palliative e della terapia del dolore cronico, ma per questo aspettiamo fiduciosi il passaggio in Senato. Con questo ulteriore salto di qualità la nostra conquista di civiltà sarà completa.
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