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Fisco. Scocca l’ora del quoziente familiare? Le tasse di papà

La politica e la carne.

di Ettore Colombo

La crisi di governo, per ora sostanziale ma che potrebbe diventare anche formale, rischia di dare a Berlusconi l?ennesimo record. è già la più lunga nella storia della (seconda) Repubblica. Che poi questa sorta di Risiko attraversi o stravolga la vita vera delle persone, a volte non è neppure considerato, altre volte acquista un sussulto di dignità persino nel mezzo della più cruda lotta politica. Stando ad alcune ricostruzioni della notte dei lunghi coltelli del 2 luglio, Fini se n?è uscito con questa frase nel suo scontro con Tremonti: «Forse non sono un esperto di economia ma conosco la politica. E so che certe cose, i miliardi di euro, toccano la carne delle persone». Certo la confusione è massima (chi ha vinto e chi ha perso nel fine settimana più caldo del governo Berlusconi?) e la situazione nient?affatto eccellente per il Paese. L?Udc, mentre andiamo in stampa, minaccia «l?appoggio esterno» e dà «i 10 giorni» a Berlusconi se insiste a rivestire pure i panni di superministro dell?Economia. Altro che conflitto d?interessi, sottolineano i centristi. Il prossimo 14 luglio Berlusconi dovrà riferire alle Camere, così è stato deciso nella conferenza dei capigruppo convocata da Casini, sulla ?tenuta? di una coalizione che sembra a pezzi. Perfino il placido Buttiglione spiega che «l?Udc vuole garanzie su Sud, famiglia, politiche sociali». Garanzie che fanno il paio con quelle chieste da An sugli stessi temi (Sud, famiglia e politiche sociali), oltre che sulla ?ripresa del dialogo? con i sindacati. «Vorrei tanto concertare», ha sbuffato Savino Pezzotta, «ma non so con chi». Epifani un?idea ce l?avrebbe e si appella al «senso di responsabilità di Confindustria». E se sindacati e Confindustria facessero loro la concertazione alle spalle del governo? Chi vince e chi perde? Ha vinto Fini che, dopo aver ottenuto la testa di Tremonti, si trova addirittura Berlusconi a fare in prima persona il garante delle politiche tremontiane? Vince Berlusconi che si smarca dal tentativo di commissariamento dei soliti poteri, ma poi non riesce più a fare un passo che sia uno? Vince Follini che sogna un governo ?di salute pubblica? in cui convocare un pezzo di Margherita? Sono in molti a essere tentati, come la Lega, o quel che resta della Lega, di far saltare il banco. Ma ogni tribù politica e di potere ha i suoi interessi, e sono interessi opposti. A quel punto, due sole sarebbero le soluzioni: le elezioni anticipate (ma Berlusconi mica è masochista) o un Berlusconi bis, più probabile. L?opposizione, intanto, si dibatte tra chi cerca di rinsaldare le fila in vista del congresso (Fassino), chi chiede un?opposizione più forte (Bertinotti) e chi, sconfitto alle elezioni, ora vuole «parlare ai moderati di centro» (Rutelli), mentre il progetto unificatore del centrosinistra voluto da Prodi mostra la corda. Chi vince e chi perde in questa confusione di progetti e di politiche? Chi salvare? A chi guardare? Noi siamo interessati a chi come Maurizio Lupi ha il coraggio di andare contro il suo partito (Forza Italia) per fare muro contro l?intenzione di tagliare i fondi alla cooperazione allo sviluppo. Oppure a chi come Luca Volonté si espone per appoggiare i progetti innovatori e dalla filosofia sociale come quello proposto dalle Acli di introdurre un ?quoziente familiare? nelle politiche fiscali pubbliche. Siamo interessati a chi nel centrosinistra, invece di occuparsi a fare ponti d?oro al nemico che fugge, si preoccupa della tenuta sociale e politica del Paese. Gente come Letta, Bersani, Realacci. Punto.


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