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Fisco family friendly: la Camera ne discute

Iniziata ieri la discussione di cinque mozioni, a favore e contro il quoziente familiare

di Sara De Carli

È iniziato ieri, alla Camera, l’esame della mozione che chiede l’introduzione di un sistema fiscale family friendly, come sollecitato dal milione e passa firme raccolte dal Forum delle associazioni familiari e consegnate il 12 maggio al presidente Giorgio Napolitano.

La discussione parte da una prima mozione presentata dall’Udc (primo firmatario Vietti, n. 1-0001), cui si sono poi aggiunte le mozioni della Lega, del Pd, dell’Idv e del Pdl. La discussione proseguirà oggi pomeriggio.

Ad aprire la discussione è stato Savino Pezzotta, cofrimatario della mozione di Vietti. «Di politiche audaci per la famiglia ne abbiamo viste poche; anzi, abbiamo visto scomparire lo stesso Ministero per le politiche per la famiglia. Nel frattempo, le condizioni di vita delle famiglie si sono aggravate, ma nel Documento di programmazione economico-finanziaria e nell’anticipo della manovra non abbiamo potuto notare grandi interventi in questa direzione», ha esordito. «Il problema non è di fare della beneficenza, di dare aiuti come la card dei poveri e agevolazioni alle famiglie (in particolare a quelle numerose), ma di realizzare una politica familiare di vera giustizia sociale. Dobbiamo avere la capacità di tenere distinte la lotta alla povertà dalle politiche familiari». Pezzotta ha poi esplcitamente ricordato il milione di firme raccolte dal Forum delle associazioni familiari per chiedere un fisco familiy frendly, basato su un sistema di deduzioni dal reddito pari al reale costo di mantenimento di ogni soggetto a carico, sulla base di scale di equivalenza indipendenti, attuabile immediatamente. Nell’ambito di una futura complessiva riforma del sistema fiscale, invece, Pezzotta chiede l’introduzione di strumenti quali il quoziente familiare pesato. Promesso, peraltro, dalla maggiornaza in campagna elettorale.

Gli interventi successivi sono stati dell’onorevole Laura Molteni (Lega Nord Padania), che ha chiesto «un sistema fiscale riformulato sulla base del quoziente familiare e sul principio delle libertà di scelta. Si avrà in tal modo un sistema che permetterà al nucleo familiare di avere una maggiore disponibilità di reddito e permetterà al contribuente di scegliere quale meccanismo di calcolo impiegare per le proprie imposte, utilizzando il sistema fiscale tradizionale oppure il sistema di calcolo basato sul quoziente».

Fabio Evangelisti (Idv) ha invece bocciato l’idea del quoziente familiare come «un’ipotesi a nostro avviso semplicistica», che «finirebbe per disincentivare l’offerta di lavoro del coniuge con reddito più basso» e soprattutto perché costa troppo: «esiste infatti una simulazione del Secit – applicata sul sistema in vigore dal 2005 ed ovviamente formulata in maniera tale da non avere effetti troppo regressivi – con cui si è arrivati a determinare una perdita di gettito, per il sistema-Paese, di 13,5 miliardi di euro l’anno. Ciò significherebbe, rovesciando il ragionamento, che quanto più si volesse contenere l’onere, tanto più si dovrebbero inasprire le aliquote». La ricetta dell’Idv per le famiglie quindi sarebbe «incrementare significativamente le detrazioni che, a differenza delle deduzioni fiscali, favoriscono i redditi più bassi; a restituire il drenaggio fiscale, in particolare ai contribuenti con più basso reddito; a sostenere, anche con agevolazioni fiscali, l’assunzione delle lavoratrici; ad avviare un piano pluriennale per l’apertura di migliaia di asili nido; ad incrementare le risorse a disposizione del Fondo per le non autosufficienze».

Rosi Bindi ha sottolineato come, mentre la Camera discute di interventi a sostegno della famiglia, il Dpef sia andato in tutt’altra direzione. «Nella nostra mozione avanziamo critiche allo strumento del quoziente familiare tramite motivazioni tecniche che, in parte, sono state anche esposte dal collega Evangelisti, ma che non posso fare a meno di ricordare (lo farò tra poco). Nel contempo avanziamo una proposta alternativa che, per quanto ci riguarda, riteniamo essere meno costosa (in tempi come quelli che stiamo vivendo credo sia un aspetto non da poco), ma soprattutto più equa e capace di realizzare davvero l’equità orizzontale e verticale invocata anche dalla mozione presentata da un milione di cittadini».

A concludere la discussione di ieri è stato Carlo Giovanardi, sottosegretariodi Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega alla Famiglia. Che ha ribadito la condivisione, da parte del Governo, di quanto richiesto dalla raccolat di firme del Forum famiglie, a cominciare dal ripristino del sistema di deduzioni e anche del quoziente famigliare. «Certamente vi è il problema dei tempi in cui tali misure entreranno in vigore a regime. Si è sostenuto per il quoziente familiare un termine di cinque anni, e per le deduzioni sono già state assunte iniziative a livello parlamentare. Pertanto, il Governo conferma l’indirizzo e l’orientamento favorevole alla deduzione e – in prospettiva – ad introdurre nel nostro sistema il quoziente familiare».

 

 


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