Famiglia

Firenze: il nuovo Meyer “biocompatibile” è già operativo

ln funzione dal 14 dicembre, è il primo realizzato con soluzioni biocompatibili. Più di mille volontari hanno lavorato per il trasferimento dei pazienti dalla vecchia sede

di Redazione

ll Nuovo Ospedale Pediatrico Meyer, il primo complesso realizzato con soluzioni biocompatibili, è già in funzione. La Hall Serra, unico esempio italiano di integrazione energetica con il fotovoltaico, è animato dalle presenze dei bambini e dei genitori che dalle ore 20 di venerdì 14 dicembre qui si rivolgono per il loro bisogno di salute.
Le coloratissime camere di degenza (sono in funzione 115 posti letto) si stanno riempiendo di piccoli pazienti, la rianimazione e la terapia intensiva neonatale (TIN) sono pienamente a regime e le sale operatorie sono già all’opera. Il trasferimento dell’Ospedale dalla vecchia sede a quella nuova è avvenuto con un sincronismo perfetto e senza alcun problema.

Alle 2.55 del 15 dicembre l’ultima cullina della Terapia Intensiva Neonatale (TIN) è entrata nel varco aperto del Pronto Soccorso del nuovo Meyer, a Villa Ognissanti, in viale Pieraccini 24. Mani attente a amorevoli l’hanno portata a destinazione. Nella camera calda, l'”anticamera” del Pronto Soccorso dove le ambulanze scaricano i piccoli pazienti, c’è silenzio. Tutti gli operatori che per otto lunghe ore hanno accolto e indirizzato i bambini trasferiti dalla vecchia sede di via Luca Giordano trattengono per un attimo il respiro. E quando le porte degli ascensori si chiudono dietro a quell’esserino tenuto caldo nella cullina termica si guardano, applaudono, si abbracciano e abbracciano tutti i volontari ? i vigili urbani, gli operatori del 118, quelli delle Misericordie, della Protezione Civile, i poliziotti, i carabinieri, i tassisti ? che hanno permesso di trasferire, senza sbavature di orari e nella più completa sicurezza, tutti i bambini del Meyer e i loro genitori.
Sono le 3 del mattino quando dai walkie talkie una voce ? quella della coordinatrice dell’Ospedale che ha guidato le operazioni ? risuona in tutti i mezzi di soccorso, nelle auto della polizia municipale, dai diffusori delle motociclette, nelle camionette dove i volontari infreddoliti si preparano a tornare a casa: “Tutti i bambini sono arrivati. Grazie. Grazie a voi, a tutti voi”.
La lunga notte che ha portato, sull’onda dell’amore e di un’organizzazione perfettamente sincronizzata, i bambini del Meyer nella nuova casa, inizia alle 20,25 con i primi dieci piccoli che potevano muoversi. Sette pullmini sono pronti per loro fuori dalla vecchia sede di via Luca Giordano. Arrivano nell’atrio davanti al Pronto soccorso, in braccio alla mamma, sulle carrozzine, con i papà, i parenti pieni di bagagli e le infermiere del reparto. Scivolano nel “tunnel” che la Protezione Civile ha allestito per farli sentire al caldo. I flash dei fotografi e l’attenzione dei giornalisti li sorprende. Erano preparati e pronti all’evento fin dal mattino, medici e infermieri avevano spiegato loro tutto anche con chi sarebbero saliti sul pulmino.
L’attenzione della città e dei media è un’emozione forte, i bambini guardano i clown che li accompagnano, alcuni salutano con la mano. I volontari con i cappelli rossi luminosi si presentano ai bambini come “I Babbi Natale” che li condurranno nella sua casetta del Polo Nord. I bambini sgranano gli occhi. Via a via tutti salgono per fare un viaggio nella notte di una Firenze che per loro ha svuotato 5 chilometri di strade, illuminandole a giorno. Un viaggio che accende l’eccitazione dei bambini. La slitta sono i pulmini delle associazione e il Polo Nord appare ai loro occhi con i lumini accesi del parcheggio che disegnano ghirigori sulla collina. La luce bianca e rossa del Pronto Soccorso, l’arrivo nella camera bianca, l’accoglienza dei musicisti, tante mani protese verso di loro per accompagnarli nelle camere di degenza con la melodia delle filastrocche. Dopo di loro, altri cinquanta bambini, quelli più gravi della Rianimazione e della TIN, con patologie complesse (Chirurgia e Neurochirurgia), faranno quel tragitto dentro ad ambulanze attrezzate, riparati dalle coperte d’oro in cui i volontari li avvolgono. L’organizzazione è rodata, i ritmi sono precisi, il sincronismo perfetto.
Alle 2.55 l’ultima cullina neonatale arriva al Nuovo Meyer. Con lei arrivano anche tutti gli uomini e le donne della task force del Meyer guidata dal direttore di presidio Carolina Cuzzoni. Il nuovo Ospedale funziona e lo fa già a pieno ritmo. La prima famiglia che porta il bimbo al Pronto Soccorso arriva alle 19.55. Le sofisticate apparecchiature della sala operatoria di Neurochirurgia iniziano a lavorare alle 2,40 per il primo delicato intervento da fare per un bambino di 12 anni con compressione midollare.
Al mattino il Nuovo Meyer si sveglia con tantissime cose da fare. I genitori perlustrano le stanze, scoprono i primi dettagli da modificare, medici e infermieri tastano i nuovi spazi, c’è ancora molto da conoscere. Come in una casa nuova, dove si è appena traslocati, il giorno dopo incomincia il lavoro per far si che quella mura si ritaglino addosso a chi le abita. Così è per gli operatori, così per i genitori e per i bambini che già al mattino animano la ludoteca. Paolo Morello, direttore generale del Meyer, ringrazia i cento volontari del Meyer e i mille tra vigili urbani, Misericordie, Croce Rossa, Protezione Civile, Polizia, Carabinieri, Vigili del Fuoco, Comune, Regione, Provincia e tanta gente comune, hanno permesso che il trasferimento si compisse in modo così perfetto.


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