Cultura

Firenze. Cofferati: “Chiedo solo unità e non delegittimo nessuno”

I 1o mila presenti al Palasport "eleggono" l'ex leader Cgil a capo "di tutta" la sinistra. E lui risponde a Fassino: "Non voglio fare scissioni". E dice: "Ricreiamo lo spirito del '96".

di Redazione

Leader non solo della sinistra radicale, ma di tutta la sinistra. I movimenti, ieri sera, nell’incontro che hanno organizzato al Palasport di Firenze, incoronano l’ex leader della Cgil, Sergio Cofferati, nel giorno in cui anche D’Alema scende in campo e sostiene invece a spada tratta il segretario dei Ds Fassino e il suo sfogo del giorno prima (direzione Ds) contro il cofferatismo. Ma nel palasport di Firenze affollato da 10 mila persone di cui molte costrette a restare all’esterno, non c’è spazio per tatticismi e personalismi. Lì c’è voglia solo d’incoronare un leader leader di tutti. E l’attore-regista Nanni Moretti lo dice senza mezzi termini aprendo la manifestazione che segna l’avvio della “rete” che Cofferati ha intenzione di realizzare e che accompagnerà il suo ingresso nella politica. Moretti lo esorta apertamente a farlo e lo fanno anche i movimenti presenti, che gli riservano un’accoglienza trionfale: “Non si faccia costringere da noi al ruolo riduttivo di leader soltanto della nostra galassia, di associazioni e movimenti, della sinistra radicale. Sergio deve poter parlare anche agli altri”.

Cofferatio è il leader, Moretti indica la linea e soprattutto l’obiettivo. “E’ stato un anno esaltante perché ricorre l’anniversario della nascita dei movimento e noi qui siamo a ricordare soprattutto che il nostro nemico è il centro destra”. E scatta la prima ovazione da parte del pubblico. E il leader risponde. Indica le quattro parole d’ordine della nuova sinistra, di quella che lo ha scelto e che ora lo ascolta alternando applausi, grida ed eloquenti silenzi: unità, regole, impegno civile, partecipazione. Ma è proprio sull’unità della sinistra che Cofferati ha qualche sassolino da togliersi dalla scarpa. Fassino dice che lui delegittima il vertice dei Ds, il suo partito? L’ex segretario della Cgil non gliela manda a dire: ”Non voglio delegittimare nessuno. So quanto è faticosa la vita di chi si occupa di politica, hanno bisogno della mia e della vostra disponibilità, insieme possiamo fare cose molto importanti come dimostrate voi qui stasera”. Insieme, insomma, a patto che lo si voglia coinvolgere. ”Non ho nessuna intenzione di essere immaginato e descritto come una persona che vuole rappresentare una parte”.

Massimalista o “peggiorista” come lo definisce tagliente il quotidiano “il Riformista”? No, lui si ritiene ancora oggi un riformista. “Non ho mai creduto alla contrapposizione tra antagonismo e riformismo. Credo di essere sempre stato un riformista, e da questa posizione di saper apprezzare anche gli antagonisti, e sono così pazzo da pensare che vi possano essere dei punti in comune”. Quello trascorso, dice, è stato un anno di ”cose straordinarie”, in cui milioni di persone si sono mosse per i propri ideali, ”con pacatezza e determinazione nonostante gli attacchi violenti e arroganti, portati anche preventivamente”. La grande manifestazione del 23 marzo scorso, per esempio, ”una grandissima giornata di emozioni violente”, ma anche l’appuntamento dell’autunno in piazza San Giovanni, e poi la manifestazione di Genova che ”si è poi ripetuta anche a Firenze con lo spirito giusto”.

La folla continua negli applausi a scena aperta mentre Cofferati sottolinea la sua visione della politica, ”l’intenzione comune” con i movimenti “di rivitalizzarla e di dare sostanza alla democrazia”. Quindi il tema della guerra: ”Sono molto preoccupato – dice – per la guerra che può arrivare ma anche per come molti si pongono di fronte a questo pericolo”. Ritrovare il filo di una politica fatta di passione, di impegno, è il suo obiettivo. Quello “spirito del ’96” che portò Prodi alla vittoria. Ricreiamolo quello spirito, dice Cofferati, costruendo ”un progetto comune fatto di contenuti” per ridare forza al centro sinistra. Cofferati, in realtà, distingue tra centro sinistra e Ulivo e spiega di voler ”ricreare le condizioni del ’96” che consentirono la nascita del governo Prodi. Lui, da sindacalista, era ”molto contento” che Prodi fosse a Palazzo Chigi e aggiunge:”Salivo e scendevo gli scaloni di Palazzo Chigi con il cuore più leggero. Avevo conosciuto il volto pessimo della destra nel ’94”.

Nella sala si respira il clima dell’evento: lo testimoniano gli striscioni (“Il popolo di sinistra ha un sogno: quello di liberarsi da un incubo. Sergio, guidaci e facci sperare”), gli applausi e la presenza dei “professori fiorentini” – Pancho Pardi e Paul Ginsbourg – che vanno ad attaccare coccarde e a raccogliere fondi per autofinanziare la serata e a favore di Emergency.
E lo testimoniano anche tanti dettagli, come la traduzione simultanea degli interventi nel linguaggio dei sordomuti o dai saluti portati da Leonardo Domenici, sindaco di Firenze, e Claudio Martini, presidente della Toscana; anche Antonio di Pietro ha inviato una lettera di adesione. In sala vi sono numerosi esponenti del centrosinistra, e non solo del “correntone” Ds (Mussi, Folena, Buffo, Melandri) ma anche Lidia Ravera, Alfonso Pecoraro Scanio, Ermete Realacci, Rosy Bindi. Tutti travolti da un entusiasmo che tocca il culmine quando prende la parola Cofferati, più volte interrotto da un tifo da stadio.

E dunque, è nato un nuovo leader della sinistra e dell’Ulivo o solo di un pezzo di esso o addirittura il futuro segretario di un nuovo partito o dei Ds? Basteranno non anni, ma pochi mesi, per capirlo.

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