Famiglia

Firenze, 52 donne strappate alla strada

Comune, cooperativa sociale e associazione unite in un progetto che ha prodotto quasi 6 mila contatti in tre anni con le prostitute

di Giampaolo Cerri

Quasi seimila contatti dal 1997. E? il bilancio del Collegamento intervento prostituzione-Cip di Firenze, un cartello che raggruppa l?associazione di volontariato Progetto Arcobaleno, la cooperativa Cat (Cnca) e il Progetto donna del Comune di Firenze. Obiettivo, strappare alla strada quante più donne possibile. Obiettivo centrato, in questi tre anni, in almeno 52 di loro hanno scelto di abbandonare la strada e, quasi sempre, di denunciare gli sfruttatori. Ogni sera gli operatori di strada del progetto avvicinano le prostitute nelle tante strade del capoluogo e dell?hinterland dove operano. I circa seimila contatti realizzati dagli operatori di strada sono avvenuti dal 1997 ad oggi, da quando questi “mediatori” cercano di entrare in contatto con questo mondo. Una presenza che dal 1997 ad oggi è passata da 115-120 persone al giorno a 160, quasi sempre diverse di settimana in settimana, i loro sfruttatori le spostano continuamente di città in città. “E’ una popolazione che cambia, dopo un periodo in cui arrivavano dall’Albania, adesso arrivano dall’est russo e dalla Moldavia e dall’Ucraina” spiega la presidente della cooperativa Cat, Silvia Ciofi. Tutte, o quasi, sfruttate. A loro non si distribuiscono solo preservativi o depliant, non si danno solo informazioni, si cerca di capire di cosa abbiano bisogno, “si tratta di soggetti immigrati che si trovano in una condizione di debolezza sociale dal punto di vista dei diritti”, e quindi, insiste la presidente del progetto Arcobaleno Silvana Taglianini, si fa una vera e propria consulenza. E circa 500 delle prostitute contattate hanno chiesto di essere accompagnate ai servizi sociosanitari: dai consultori all’avvio di un percorso di allontanamento dal “mestiere”. Secono i dati del Cip, a Firenze le italiane sono una minoranza, dal ?97 ad oggi ci sono stati solo 77 contatti su strada, con le nigeriane per esempio ce ne sono stati 3.508. Le italiane si rivolgono maggiormente allo “Spazio intermedio”, uno sportello di assistenza sociale e legale istituito dall’aprile del 2000. Da pochi mesi c’è anche un numero verde (800290290), che serve anche per il resto d’Italia. E poi l’accoglienza vera e propria, strutture dove le donne che vogliono uscire dal racket trovano rifugio. Tutti luoghi “anonimi”, i cui indirizzi sono rigidamente segreti. Lì sono nascoste le donne che hanno avuto il coraggio di denunciare i loro aguzzini, trentadue sulle 51 ragazze accolte nelle strutture del Cip. Ma la presenza dei mediatori nelle strade è anche uno strumento per evitare che scoppi il conflitto con i residenti, come è successo recentemente nel quartiere di Rovezzano alla periferia sud della città.


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