Politica

Fiorentini: «Senza riforma il terzo settore rischia la marginalità»

Giorgio Fiorentini, responsabile scientifico del Master in management Imprese Sociali, Cooperative e Aziende Non Profit della Bocconi, interviene sull’empasse in cui si trova la legge delega: «L’alternativa è mantenere questa posizione di cornice che porterà ad avere un opzione di tipo sociale delle società profit che supererà quelle del non profit»

di Lorenzo Maria Alvaro

«Se il Governo non coglie l’occasione di innovare il sistema delle imprese sociali penso che il terzo settore rischi di diventare un settore marginale e “usa e getta” per il sistema socio economico del nostro paese».

A dirlo è Giorgio Fiorentini, responsabile scientifico del Master in management Imprese Sociali, Cooperative e Aziende Non Profit della Bocconi, che interviene sul pantano parlamentare in cui è finita la legge delega sul Terzo Settore.

«È una riforma importante che introduce la redditività alla filantropia e agli investimenti. Credo molto in una dimensione strutturale dove i finanziamenti nei confronti del Terzo Settore devono avere redditività. Altrimenti queste imprese sociali non riusciranno a stare sul mercato. Dare redditività all’investimento poi genererebbe un fenomeno moltiplicatore».

L’alternativa per Fiorentini è l'oblio. «Mantenere questa posizione di cornice porterà pian piano ad avere un opzione di tipo sociale delle profit che supererà quelle del non profit. Basti pensare che la Ferrero ha fatto il brand “Ferrero Imprese sociali” in cui lavorano 2.739 persone pari al 9% dei collaboratori totali del gruppo».

Non dovesse passare la riforma sarebbe un grave colpo per il Paese. «Il motivo è semplice», sottolinea il prof. «perché i servizi socio assistenziali dei comuni sono fatti per il 70/80% da imprese sociali. È importantissima questa riforma perché non ci sono alternative nella logica di sussidiarietà orizzontale. Se non ci fosse il non profit sarebbe un disastro. Questo senza pensare che il welfare poi non è più solo socio assistenziale ma parla anche di cultura, sport e tempo libero».

Per capire l'importanza del del Terzo Settore «bisognerebbe stabilirne il valore», aggiunge in conclusione Fiorentini, «ma non siamo in grado di valutarlo, perché non abbiamo una metrica. Né in termini economici né in termini sociali. È importante colmare anche questa lacuna anche per riuscire a comunicare l'enorme patrimonio di questo mondo».

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