Mondo
Finlandia: no alla legge sul matrimonio gay
Paese tra i più aperti ai diritti civili, con Helsinki a far bella - e giusta - mostra di sé sulle guide delle città più tolleranti, la Finlandia ha respinto la legge sul matrimonio tra persone dello stesso sesso. Il tutto accade proprio mentre in Vaticano si presenta l’Instrumentum Laboris, il documento del Sinodo straordinario sulla famiglia, in programma dal 5 al 19 ottobre prossimi, che ha al centro anche la questione "gender" e dei matrimoni omosessuali
di Marco Dotti
Si chiama "esotismo", ed è la tendenza a esaltare cose, forme, colori, modi di vita che vediamo altrove. Solo che quell'altrove non c'è. Esotici erano Tahiti per Gauguin, il Giappone per van Gogh, qualche isolotto caraibico per le vacanze turistiche e persino l'Africa coloniale secondo le canzonette fasciste.
Ultimamente, esotici sembrano però i già tanto mitizzati paesi scandinavi, che per noi italiani sarebbero il paradiso in terra. Per Giovanni Floris – il conduttore, forse ex, di Ballarò, che non mancava puntata senza mostrare una delle sue tabelle comparative sul tema – la Finlandia è da sempre il paese di cuccagna dove stai bene anche se stai male. Tanto, se hai una malattia o una disabilità, c'è lo Stato che ti passa tutto, magari finanziando il welfare con quell'azzardo che, con l'alcoolismo, è uno dei principali problemi del Paese che fu di Uhro Kekkonen e noi crediamo popolato solo da uomini e donne col sorriso impresso per legge sul volto. In Finlandia, ci dicevano le tabelle di Floris, c'è un diritto per tutti e un sussidio per tutto. Poi c'è la Finlandia abitata solo da autori di romanzi gialli e lettori di romanzi gialli. Nel mezzo ci piazziamo qualche alce e qualche sauna e tutto va bene per scattare la fotografia di gruppo.
Ma, ahinoi, "non esistono Paesi-Ikea" (la definizione non è mia, ma non mi è consentito rivelare l'autorevolissima fonte). Non esistono Paesi che monti smonti e rimonti come ti pare e piace, quando ti pare e piace.
Capita così che la mitizzata Finlandia, paese tra i più gay friendly al mondo, con Helsinki a far bella – e giusta – mostra di sé sulle guide delle città più tolleranti del pianeta, capita dicevamo che la legge sul matrimonio tra persone dello stesso sesso venga respinta. È successo poche ore fa, senza grande clamore. Nonostate una forte pressione esercitata dal gruppo Tahdon 2013, la commissione legislativa del Parlamento ha respinto la legge con 10 voti contro 6. Va ricordato – e non è esotismo – che la Finlandia è un paese a maggioranza luterana (solo 10mila i cattolici, contro 4 800.000 luterani), dove non mancano critiche e attacchi persino a Papa Francesco per posizioni che vengono ritenute "conservatrici" proprio sui diritti degli omosessuali.
Tutto questo accade mentre in Vaticano si presenta l’Instrumentum Laboris, il documento di lavoro del Sinodo straordinario sulla famiglia, in programma dal 5 al 19 ottobre prossimi, che ha al centro anche la questione "gender" e dei matrimoni omosessuali (qui accanto trovate l'estratto che interessa l'argomento di questo articolo, l'integrale lo trovate ► qui). Un documento su cui già si stanno esercitando gli umori più diversi: chi lo considera la conferma di un atteggiamento omofobico per quel "no ai matrimoni gay" e chi, invece, con più attenzione, insiste sulla dichiarata "apertura alle coppie di fatto".
Sono molte le questioni che si pongono e si porranno nei prossimi mesi alla nostra attenzione. La questione dei matrimoni gay e dei diritti delle coppie di fatto è una di queste, a patto di non cadere in vuoti esotismi o in semplificazioni oramai fuorvianti. Tali questioni, infatti, interrogano noi e la nostra percezione dell'altro così com'è, e non così come ce lo costruiamo a fini spettacolari o di autoconsumo. Quell'altro scompare se, come bambini viziati, anziché ammettere la sua concretezza e realtà – in una parola la sua différance, per dirla con Derrida – lo scomponiamo e ricomponiamo e di conseguenza usiamo a nostro bieco vantaggio.
Non abbiamo fatto così, esattamente così, costruendo scenari di esotismi buoni per tutte le occasioni? Diritti di qua, diritti di là, le tabelle di Floris in alto e quelle di Santoro in basso, ma poi tutto rimane senza sostanza e, di chiacchiera in chiacchiera, (ci) si perde in una nebbia indistinta.
P. S.
Tre questioni si pongono, tre questioni che corrispondono a tre scenari che cadono:
1) Chiesa & Società. Un paese a maggioranza luterana, moderno, iperconnesso come la Finlandia respinge una legge che in Italia riteniamo essere osteggiata solo perché siamo o saremmo "maggioranza cattolica": è davvero cosi?
2) Contestualmente, mentre noi dibattiamo in televisione o sui giornali, in Vaticano rendono pubblico un documento di sintesi e lavoro sul tema. Può non piacere, ma poco importa: di documento – anzi: strumento – di lavoro si tratta. La società civile cosa fa?
3) Diritti senza diritto. Possono esistere diritti senza diritto? Ossia: un dibattito sul pieno riconoscimento della propria costitutiva differenza può darsi, senza che questo dibattito debba ogni volta essere focalizzato solo e unicamente – ripeto: solo e unicamente – sull'istituto del matrimonio?
Sono solo domande, ma la questione è aperta.
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