Politica
Fini, tregua sotto le macerie
Attesa per il discorso di Berlusconi alla Camera
Lunedì con gli avanzi del week-end sui quotidiani in edicola, dove campeggia, in mancanza dei problemi reali del Paese, la disfida fra Berlusconi e Fini. Prove tecniche di tregua, in attesa del dibattito alla Camera previsto il 29 settembre.
- In rassegna stampa anche:
- MEDIO ORIENTE
- IMMIGRATI E BANCHE
- PENSIONI
- SPRECHI
- ABRUZZO
- CORDONI OMBELICALI
- VOLONTARIATO AZIENDALE
- FALSI INVALIDI
“Prove di intesa dopo lo scontro” è il titolo di apertura del lunedì sul CORRIERE DELLA SERA, dopo il video di Fini che ha fatto discutere e almanaccare durante il fine settimana. L’appuntamento alla Camera di mercoledì 29 settembre sembra essere disinnescato del suo potenziale dirompente. La notizia, se così si può dire, è che non verrà votata una mozione di fiducia dopo il discorso previsto di Berlusconi, e nello stesso tempo il Pdl pare rinunciare, per il momento, a chiedere le dimissioni di Fini da presidente della Camera. Il tormentone della casa di Montecarlo continua però a riempire le pagine anche del quotidiano diretto da de Bortoli. Come si sia arrivati a questo punto lo si arguisce da una risposta, che sembra sincera, di Italo Bocchino, braccio destro di Fini, a una domanda di Fabrizio Roncone, all’interno di una lunga intervista a pag. 2: “Perché Fini ha atteso tanto per ammettere di non essere certo del comportamento di Tulliani? – domanda il giornalista – «Perché non immaginava che un fatto di piccola importanza, su cui anche lui poteva già avere dei sospetti, portasse a questa violentissima offensiva mediatica da parte dei giornali che fanno riferimento a Silvio Berlusconi»”. E mentre in un’altra intervista, a Lorenzo Fuccaro, Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, parla di “un’intesa sulle riforme per salvare la legislatura”, scopriamo i retroscena politico-legali dell’intricata vicenda a pag.6, dove la sempre informata Fiorenza Sarzanini va a frugare nella famiglia Tulliani: “Telefonata alla sorella. Poi Tulliani decide: parlano solo i miei legali”. Secondo le informazioni raccolte in queste ore dagli avvocati che stanno seguendo ogni fase dell’affare, soltanto le autorità di Santa Lucia oppure il legittimo proprietario potranno rivelare chi c’è davvero dietro le due società. La titolarità delle «offshore» si può dimostrare infatti esibendo i documenti originali del passaggio delle azioni che sono nella disponibilità di chi le ha trattate. E in ogni caso bisogna verificare la corrispondenza delle date perché si tratta di «titoli al portatore» che possono essere ceduti anche attraverso trattative private – scrive la Sarzanini – . Giulia Bongiorno, che da quest’estate segue Fini come un’ombra e con lui pianifica ogni mossa, lo ha spiegato chiaramente durante l’incontro di venerdì notte. Tulliani e i suoi legali insistevano affinché il presidente dicesse con chiarezza che l’appartamento non era suo. Lei si è opposta: «Dobbiamo dichiarare soltanto quello che sappiamo. E la verità è che sull’effettiva proprietà delle due società potremo non avere mai certezze». Anche la compagna Elisabetta avrebbe forse preferito un atteggiamento più netto. Ma poi si è lasciata convincere, ha compreso che non si possono fare altri passi falsi fornendo versioni non verificate, soprattutto per non rischiare di fomentare nuove e più pesanti tensioni familiari. Del resto Fini era stato categorico sin dall’inizio: «Voglio fare chiarezza, perché voglio marcare la differenza tra me e Berlusconi»”. Da notare, per inciso, che nel videomessaggio (che ha avuto oltre cinquecentomila contatti in poche ore sul sito di Generazione Italia) Fini ha dichiarato di essere pronto a dimettersi da presidente della Camera se dovesse risultare vero che la famosa casa di Montecarlo è di proprietà del cognato. In molti hanno letto in questa dichiarazione quasi una anticipazione di possibili dimissioni. Sullo sfondo, ma molto lontani, sembrano i problemi reali del Paese, e così fa effetto l’attacco della fondazione di Luca Cordero di Montezemolo a Bossi: “ItaliaFutura attacca Bossi: corresponsabile dei fallimenti” è infatti il titolo che apre pagina 8 del Corriere. Un attacco che viene il giorno dopo la frase “gli italiani hanno perso la pazienza”, pronunciata da Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria. Alla possibile tregua nel centrodestra sembra parallelamente configurarsi una pausa nelle lotte interne al centrosinistra: “Nel Pd è l’ora della tregua. Veltroni: il leader è Bersani” è il titolone a pagina 9. Unica nota dissonante, l’iniziativa di Beppe Grillo: “Grillo marcia su Roma: «Arriveremo in Parlamento, senza alleanze con i partiti»” annuncia il comico, che dice ai suoi: “Dovete essere pericolosi”.
«Le amnesie di Fini & C.« è il titolo a tutta pagina de IL GIORNALE. Prosegue il catenaccio: «Repubblica e Corriere si accorgono ora che il problema esiste ed è pure serio. Ma, come il presidente della Camera nel suo videodiscorso, continuano a tacere sulle pressioni per l’appalto Rai dato alla suocera». E sotto, in grassetto: «E adesso sale la richiesta di dimissioni: non è più un arbitro sereno». A pagina 2 si seguono le mosse in parlamento: «Fini ha cercato di convincere la Sbai a non tornare nel gruppo del Pdl. Altro che “terzietà”, ormai la terza carica dello stato fa politica attiva», dunque «Ora il presidente “super partes” cerca di fare acquisti in Aula». Mentre la strategia di Berlusconi è un’altra: «Il Cav ordina silenzio e toni bassi, nel discorso non citerà Gianfranco». Per il discorso di mercoledì si attende una «tregua», con «parole istituzionali senza polemiche. Torna un clima di collaborazione». Un’intra pagina è dedicata a Italo Bocchino: «Quei finiani smentiti dal leader costretti a rinnegare mesi di lotta». Le sette pagine sul caso Montecarlo si concludono con «Tutti gli intrighi di Mr Walfenzao, l’uomo che porta dritto al cognato», un lungo articolo sul broker che «è proprio la fonte su cui si basa la lettera del ministro di Saint Lucia».
LA REPUBBLICA nell’occhiello parla di “prove di disgelo”, titola: “Dal Pdl affondo sulla giustizia” e in sommario riferisce: “Ghedini e Alfano: basta trattative, i processi di Berlusconi vanno fermati”. In taglio centrale la posizione di Confindustria: “Montezemolo attacca Bossi e su Unicredit è lite tra i soci”. Seguono 6 pagine dedicate alla comunicazione di Fini e altre due sulla critica industriale al governo. Cominciamo dal retroscena di Claudio Tito: “Fini è pronto a nuovi scenari «Tutto cambiato, leali solo agli elettori»”. Ormai fra Berlusconi e Fini si tratta di capire chi si assumerà la responsabilità di rompere la legislatura. Ci potrebbe essere uno scambio fra tempo (durata legislatura) e scudo (rinvio dei processi) e il premier l’accetterebbe. Sandro Bondi, in una intervista, si fa portavoce delle condizioni: condizioni perché riparta il dialogo «lo scudo per le più alte cariche politiche e istituzionali e la vicenda Mondadori». Dal punto di vista delle indagini sula casa monegasca, va segnalata una intervista all’ex premier di Santa Lucia: spiega che sarebbe illegale svelare le proprietà delle aziende e che deve esserci una richiesta ufficiale perché questo avvenga (da parte della magistratura). Molto probabili pressioni improprie…Le due pagine finali – sul fronte confindustriale – si compongono di un pezzo che riassume la critica di Montezemolo a Bossi («In 16 anni di governo la Lega responsabile delle non scelte») e due interviste parallele: a Zaia, che ovviamente difende il senatur (“Sicurezza e federalismo ecco i nostri risultati”) e a Matteo Colaninno (“Ora il Carroccio fa paura vuole dominare le banche”).
«Ecco la strategia di Fini» è il titolo di apertura de LA STAMPA. Le intenzioni del presidente della Camera sono ricostruite nel retroscena di Fabio Martini. «Dimissioni spontanee la tentazione di Fini» è il titolo. Al cofondatore del Pdl vengono attribuite queste frasi: «E se mi dimettessi io autonomamente? Anche se non ho colpe, non sarebbe la prova provata di uno stile profondamente differente da quello di Berlusconi? E a quel punto, nn sarei più libero?». La svolta servirebbe anche a tenere uniti i parlamentari di Futuro e libertà, divisi tra falchi e colombe. A quel punto la trasformazione del gruppo in un nuovo partito diverrebbe «una certezza». Tornando invece alla casa di Montecarlo, ci sarebbe ormai «La promessa di Tulliani», il cognato avrebbe garantito: «Via dalla casa». Mentre il leader dell’opposizione di Saint Lucia protesta: «Gravi rischi per il paese. Adesso il nostro ministro tiri fuori i documenti». Alle mosse di maggioranza e opposizione sono dedicate le prime sette pagine del quotidiano, tra Berlusconi che «ora pensa di evitare la conta», Jerry Calà che in un’intervista definisce il premier «un grande statista, come Craxi», Bersani chiede al governo riandare «a casa» e Montezemolo che attacca la Lega attraverso la sua fondazione: «Sa soltanto parlare». Ma a fare il quadro della situazione ci pensa l’economista Mario Deaglio nel suo commento: «Per chi vive in un mondo di appartamenti a Montecarlo, di società offshore, di feste di partito, di simboli artificiali, come quelli del sole padano, è probabilmente difficile immedesimarsi nei problemi di chi ha un solo appartamento con mutuo da pagare e la cui festa principale consiste nel vedersi riconfermato un lavoro precario». Ai parlamentari che si apprestano a tornare in aula va detto: «La ricreazione è finita».
E inoltre sui giornali di oggi:
MEDIO ORIENTE
CORRIERE DELLA SERA – Riaprono i cantieri in Cisgiordania e a pag. 13 il Corriere titola: “Scade la moratoria, pace in bilico”. Una bella infografica fa vedere dove sono collocati gli insediamenti israeliani. Negoziati a rischio se riaprono i cantieri, come è certo che accadrà, nonostante gli appelli di Obama. Bel pezzo di Francesco Battistini: “Le betoniere dei coloni sulla linea di partenza «Finisce l’ingiustizia»”. Intanto, in un boxino, si apprende che da Cipro una nave con pacifisti ebrei fa rotta verso Gaza, con aiuti umanitari. Il loro scopo: forzare il blocco israeliano.
IMMIGRATI E BANCHE
IL SOLE 24 ORE – “In banca 1,5 milioni di conti multietnici”. I risultati di un’indagine Abi: «Alla fine del 2009, in piena crisi, hanno sfondato quota 1,5 milioni. Con un aumento di quasi 111mila unità rispetto al 2007 e un tasso di crescita del 7,9 per cento. Sono i numeri dei conti correnti che gli immigrati hanno aperto nelle banche del nostro paese secondo l’ultimo monitoraggio curato dall’Associazione bancaria italiana (Abi) e dal Centro studi di politica internazionale (Cespi). Cifre e tendenze sull’offerta di servizi per gli stranieri da parte del nostro sistema bancario che saranno presentate oggi a Roma in una giornata di lavoro in collaborazione con la fondazione Ethnoland. Un modo anche per fare il punto su quello che gli esperti chiamano “tasso di bancarizzazione” degli immigrati. (…) A livello territoriale domina il Nord (con oltre sette conti consumer su dieci), mentre se si osserva la nazione di provenienza dei correntisti stranieri, la Romania è al primo posto, seguita da Albania e Marocco. Solo il 6% dei consumatori cinesi risultava titolare di un conto nelle banche italiane».
PENSIONI
ITALIA OGGI – “Pensioni, ultimo lifting”. È il titolo del richiamo che ITALIA OGGI pubblica in prima pagina sulla circolare esplicativa relativa alla riforma della previdenza che il governo ha diffuso lo scorso venerdì. Secondo il pezzo, le modifiche più importanti sono «l’aggiornamento triennale a partire dal 2015 dei requisiti anagrafici sulla base dell’incremento della speranza di vita, l’allungamento delle finestre di uscita dal lavoro; l’innalzamento a 65 anni dell’età di pensionamento delle donne del pubblico impiego». In altre parole si allungherà la permanenza al lavoro di due o tre mesi ogni anno e si costringono i dipendenti e autonomi a lavorare qualche mese in più prima di poter incassare l’assegno pensionistico. Ma questo sembrerebbe solo l’inizio. Il pezzo sostiene che tra pochi anni ci sarà l’esigenza di far passare un’ulteriore riforma delle pensioni.«Il problema fondamentale» scrive ITALIA OGGI « è che nessun governo ha il coraggio di passare in modo esplicito dalla logica dei diritti acquisiti a quella dei diritti sostenibili».
SPRECHI
LA STAMPA – Due pagine di «dossier: gli errori dal frigorifero alla tavola», ovvero la risposta alla domanda «Si può mangiare il cibo scaduto». «In alcuni casi è pericoloso, ma esageriamo a buttare gli alimenti perché sbagliamo la spesa e abbiamo perso la cultura della conservazione. E l’esperto Paolo Massobrio ricorda: «la grande cucina insegna che nel marcio c’è del buono».
ABRUZZO
IL SOLE 24 ORE – L’apertura della pagina volontariato, a cura di Giacomo Bagnasco, è dedicata al post-terremoto “L’Aquila getta le reti per la ricostruzione sociale”: «Un bando da 2,3 milioni di euro per progetti di infrastrutturazione sociale, che devono essere proposti da organizzazioni di volontariato costituite prima del terremoto e con sede legale in Abruzzo. La formula obbligatoria è quella della partnership. Partner di progetto potranno essere altre realtà del territorio, ma nella rete possono entrare anche soggetti “esterni”. Non è esclusa, poi, la partecipazione del profit, sia pure con una quota di minoranza. L’iniziativa è finanziata con una quota dei fondi perequativi messi a disposizione dalle fondazioni di origine bancaria per il “Progetto Sud”. Il bando – scaricabile dal sito www.abruzzocsv.org – è il frutto di un accordo tra Acri, Csvnet (il coordinamento nazionale dei Centri di servizio per il volontariato), Forum del Terzo settore, Convol e Consulta dei comitati di gestione dei fondi speciali per il volontariato».
CORDONI OMBELICALI
LA REPUBBLICA – La Syells Stem Cells Bank, una delle banche del cordone, sta facendo filtrare i nomi dei suoi clienti vip: da Elkann alla Bellucci, passando per Pitt e la Jolie. Il costo è di circa 2mila euro. Moltissimi clienti italiani, visto che la nostra legge prevede che le cellule staminali del cordone possono solo essere donate al sistema pubblico e non conservate per sé. «L’Italia è l’unico paese con queste restrizioni» spiega il biologo Paolo Bassanini. In tutto il mondo il mercato è in crescita.
VOLONTARIATO AZIENDALE
IL SOLE 24 ORE – “Dipendenti Edison ed Edipower volontari ad Haiti”. «Prima i fondi, poi le risorse umane. Così Edison, Edipower e il proprio personale si sono schierati a favore dei bambini haitiani dopo il devastante terremoto di inizio anno. Un’operazione portata avanti fornendo sostegno ad Anpil (Amici nella promozione internazionale lasalliana), Onlus attiva nell’isola caraibica da quasi 20 anni, il cui direttore, Massimiliano Salierno, è un ex dirigente di Edison che dal 2006 ha deciso di dedicarsi a tempo pieno alla causa dell’associazione. Sono un centinaio – a oggi – i dipendenti che hanno deciso di trascorrere un paio di settimane nel centro di accoglienza di Port de Paix, a 200 chilometri dalla capitale Port au Prince. Un periodo di volontariato sotto forma di permesso retribuito da parte delle società di appartenenza, che coprono anche le spese di “trasferta”».
FALSI INVALIDI
ITALIA OGGI – Il quotidiano dei professionisti dedica una pagina intera alla circolare Inps n. 216/2010 riguardante le sanzioni per i medici che attestino falsamente uno stato di malattia o di handicap. Secondo il pezzo “Linea dura contro i falsi invalidi”, il medico consenziente rischia una reclusione da uno a cinque anni, multa da 400 a 1.600 euro, obbligo del risarcimento del danno patrimoniale, radiazione dall’albo, e licenziamento se dipendente oppure convenzionato con il Ssn.
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