Famiglia

Fini ottimista su riforma Onu

Il ministro degli affari esteri fiduciosa sul destino della "opzione B" riguardo la riforma del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite

di Joshua Massarenti

Il governo italiano è più ottimista sulla riforma del Consiglio di sicurezza dell’Onu, la cosiddetta opzione B con membri elettivi aggiuntivi sta conquistando consensi. A dirlo è stato il ministro degli Esteri Gianfranco Fini, a Bruxelles, a margine dell’incontro dei 26 Paesi membri con il nuovo segretario di Stato Usa Condoleeza Rice.

”Sulla riforma del Consiglio di sicurezza -ha affermato Fini- da parte nostra c’è qualche ragionevole segno di ottimismo. Perchè chi dava per scontato che ormai fosse passata l’opzione che prevede 6 membri permanenti aggiuntivi comincia ora a dover riflettere. Perchè, come ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, se il primo obiettivo è quello di una Onu che funziona, è meglio se si fa una riforma che non divide”. Il ministro ha affermato di avere registrato ”con nostra soddisfazione che la cosiddetta opzione B (quella cioè che prevede nuovi membri elettivi a tempo determinato, ndr) è un’opzione che sta riscontrando interesse e consenso, l’Italia ha sempre detto che questa è la via per la riforma del Consiglio”.

”Ne parlerò -ha aggiunto Fini- tra qualche giorno con il presidente del Messico, del resto ne parliamo ovunque, tutta la diplomazia italiana è impegnata”. Per Fini invece l’opzione A, quella che invece prevede 6 nuovi membri permanenti (senza diritto di veto) è ”una riforma che divide. Credo che sia difficile in questi modo avere un consiglio di sicurezza che sia oltre che rappresentativo anche efficace”. Il titolare della Farnesina ha comunque esortato a ricordarci che ”quando si parla di riforma dell’Onu non ci si può limitare all’aspetto limitato della riforma del Consiglio di sicurezza”. ”Si tratta di individuare-spiega Fini- quali sono le minacce per la comunità internazionale, non solo quelle collegate al terrorismo e alle guerre, ma anche quelle definite ‘soft”’ e cioè le calamità naturali, la povertà, le carestie etc.. Riforma l’Onu -ha concluso Fini- vuol dire essere consapevoli che vanno affrontate anche queste minacce”.

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