Economia
Fini fa rotta verso l’Africa
FareFuturo presenta Charta minuta, rivista interamente dedicata al continente nero
di Paolo Manzo
Anticipiamo in line la rubrica Scooperation che non sarà presente sul settimanale in edicola da sabato per assoluta mancanza di spazio. I lettori del cartaceo la ritroveranno da settimana prossima
FareFuturo, la fondazione degli intellettuali …
… della destra italiana vicina al presidente della Camera Gianfranco Fini scende in campo per la cooperazione allo sviluppo in Africa. Alla presenza del viceministro allo Sviluppo economico e segretario generale di Farefuturo Adolfo Urso, del direttore generale della Cooperazione allo sviluppo del ministero degli Affari Esteri Elisabetta Belloni, della scrittrice e cantante africana Aminata Fofana e del cardinale Peter Turkson, presidente del Pontificio consiglio della Giustizia e della Pace, è stata presentata la rivista “Charta minuta”, interamente dedicata al continente africano, da considerare “non più come oggetto ma come soggetto dello sviluppo”. Per l’ennesima volta la Belloni ha sottolineato la scarsità delle risorse destinate al settore, auspicando (anche qui per l’ennesima volta) una riforma della legge sulla cooperazione, risalente ad oltre 20 anni fa, ben prima che crollasse il muro di Berlino. Appelli nel deserto?
C’è chi piange come l’Italia …
… e in misura minore l’Europa, con percentuali di fondi destinati alla cooperazione allo sviluppo vicini ai minimi “all times” ma c’è anche chi ride. A cominciare dall’Algeria, dove tra il 2010 e il 2014 sono previsti investimenti del governo pari a 286 miliardi di dollari. Di questa quantità enorme di fondi ben il 40% andranno in progetti di sviluppo con l’espresso obiettivo di “migliorare le condizioni sociali della popolazione”. In progetto la costruzione di due milioni di case popolari, 5mila scuole pubbliche, 1.500 centri sanitari 172 dei quali ospedali inseriti nella rete nazionale di assistenza pubblica, e la creazione di 3 milioni di posti di lavoro. L’Algeria di oggi sembra tanto l’Italia, non quella di oggi ma quella degli anni Sessanta.
46 milioni di euro al Pam …
… il programma alimentare mondiale dell’Onu per l’emergenza umanitaria in Sudan. L’accordo annunciato lunedì 7 giugno servirà a portare aiuti alimentari immediati alle popolazioni del Darfur e del Sudan meridionale. Ottimo stanziamento e, dunque, good news/1
La Colombia è il paese …
… che nel 2009 ha investito una percentuale più alta del suo Pil in spese militari: il 16 per cento, pari a 10,5 miliardi di dollari. I dati sono del prestigioso Sipri, l’Istituto internazionale di studi per la pace di Stoccolma, da cui si certifica anche che invece il tanto vituperato Venezuela (a causa di un presidente oggettivamente sopra le righe) è stato il paese dell’America Latina che ha più ridotto gli investimenti nel settore militare, con un calo del 25 per cento rispetto al 2008. In valori assoluto, invece, è stato il Brasile a spendere di più, con oltre 27 miliardi di dollari per cacciabombardieri e sottomarini.
L’Unione europea investirà 40 milioni di euro …
… nei prossimi quattro anni in progetti ambientali e sociali in Kenya. Il denaro sarà erogato tramite il Fondo per lo sviluppo comunitario, un ramo dell’Ue che finanzia progetti rurali in tutto il paese africano. Good News/2
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