Non profit

Fini-Berlusconi, a colpi di fango

Politica in crisi, servizi segreti, dossier, Rai paralizzata

di Franco Bomprezzi

Fango che esce da tutte le parti e inquina la politica, togliendo di mezzo i temi di maggiore urgenza, come quelli dell’economia e della crescente disoccupazione. Ma di fatto la vicenda della casa di Montecarlo, con le accuse a Fini e con il sospetto del dossier avvelenato, domina i giornali di oggi, con pagine e pagine di retroscena, commenti, scenari. Ecco perché sia pure a malincuore ve ne forniamo una sintesi ragionata.

“«Dossier su Fini, ecco l’autore»”, spara in prima pagina LA REPUBBLICA. Secondo il quotidiano romano l’autore sarebbe Valter Lavitola, direttore ed editore dell’Avanti, molto vicino a Silvio Berlusconi. A confermarlo ieri sera durante Annozero è stato il finiano Italo Bocchino. Puntata molto calda quella di Santoro in cui lo stesso conduttore ha accusato senza mezzi termini il direttore generale della Rai Masi di lavorare per la concorrenza. Secca la replica: «Frasi ridicole ne parleremo in cda». REPUBBLICA all’interno ne parla da pagina 2 a pagina 9. Ma il commento più sferzante parte dalla prima ed è a firma di Giuseppe D’Avanzo (“Quella verità che accusa il Cavaliere”). Scrive il giornalista: «La dinamica della “macchina del fango”, ingolfata di documenti falsi, s’inceppa e rincula  –  come sempre: è già accaduto per l’assassinio mediatico del direttore dell’Avvenire, Dino Boffo. Conviene indicare subito i fatti. I “sicari” pubblicano un documento del ministro della Giustizia dell’isola caraibica off-shore Santa Lucia dove sono custodite le società proprietarie della casa monegasca affittata dal cognato di Fini, Giancarlo Tulliani. Il documento attribuisce al “parente” la diretta proprietà dell’appartamento. Il foglio ministeriale, pubblicato da due quotidiani di Santo Domingo (El Nacional, Listin Diario), ripreso in Italia dal sito Dagospia, rilanciato con molto rumore e definitive, incaute certezze da il Giornale e Libero appare anche alla luce del solo buon senso una frottola abborracciata alla meglio:… Si può farla breve. Quel documento è stato manipolato. E’ del tutto artefatto. Nemmeno la carta intestata è autentica e, se non lo è l’intestazione, non può esserlo a maggior ragione il contenuto». Ma perché Fini accusa Berlusconi. Questa la ricostruzione di D’Avanzo: da nostri alleati impensieriti per la nostra politica internazionale  –  lasciano capire gli uomini di Fini  –  è venuta la prima indicazione del nome di chi si è mosso nei Caraibi per confezionare e diffondere il falso documento del ministro di Santa Lucia. Lo stesso nome  –  aggiungono fonti di Futuro e Libertà  –  è saltato fuori da un autorevole fonte interna. E’ ora di farlo, questo nome: Valter Lavitola. Difficile definire Lavitola. Imprenditore del pesce in Brasile (Empresa Pesqueira de barra de Sao Joao Lida, Rio de Janeiro). Editore e direttore dell’Avanti!. Politico ambizioso ma di piccolo cabotaggio che si muove frenetico da un partito ad un altro per approdare infine prima nell’Italia dei Valori e infine nel Popolo della Libertà, dove Berlusconi chiede di candidarlo “perché ci ha dato una mano ad acquisire qualche senatore utile a far cadere il governo Prodi”. Lavitola deve aver fatto proprio un buon lavoro perché sarà candidato alle Europee 2004. Gli va male, ma  –  come oggi ricordano i finiani  –  “Berlusconi gli compra l’Avanti! e soprattutto ne fa il rappresentante del presidente del Consiglio per il Centro e Sud America”. Un incarico ad personam che l’inner circle del Cavaliere digerisce male e che comunque gli consente di essere sull’aereo presidenziale quando Berlusconi visita in luglio Brasile e Panama. Lavitola avrà il suo momento di gloria quando si scopre che  –  per il piacere del Sultano  – organizza a San Paolo, nella suite presidenziale dell’hotel Tivoli, una festicciola notturna con cinque ragazze e una celebre ballerina di lap dance». Ma cosa succederà ora. A pagina 3 REPUBBLICA si dice sicura che Fini costituirà un nuovo partito. A pag 9 infine Gianluca Luzi fa il punto delle entrate e delle uscite nel Pdl: Giampiero Catone passa ai finiani, mentre Souad Sbai rientra nel Pdl. Pdl che, nel frattempo, ha salutato Deodato Scanderebechm, che ieri ha annunciato il suo rientro nella fila dell’Udc. 

Stesso titolo di apertura sul CORRIERE DELLA SERA, «Dossier contro Fini, ecco l’autore». E poi servizi da pagina 2 a pagina 9, il fango tracima e arriva ovunque, infettando la politica, i rapporti all’interno dei partiti, perfino il normale funzionamento della Rai, con la coincidenza della prima puntata di Annozero, e con  il cda Rai che salta perché i membri vicini al Pdl fanno mancare il numero legale, in modo tale da impedire il varo del programma di Serena Dandini. “Uno spettacolo desolante” lo definisce Piero Ostellino in un lungo editoriale in prima pagina: “La programmatica malafede di alcuni media a larga diffusione – scrive l’opinionista – impedisce letteralmente la crescita di un’opinione pubblica bene informata e, soprattutto, capace di farsi un’idea fondata sui fatti e verificabile nella realtà. Il popolo di destra e quello di sinistra — che leggono più volentieri i giornali che li confermano nei loro pregiudizi, che gli stessi giornali hanno creato, in una sorta di circolo vizioso quanto surreale, già sperimentato dall’Unità, il quotidiano del Pci, quando era filo-sovietico — vivono una realtà «virtuale» rappresentata, per il popolo di centrodestra, dalle (continue) promesse e dalle (inespresse) virtù taumaturgiche del capo; l’altra, per il popolo di centrosinistra, dalla sua demonizzazione. È nata, così, una nuova figura di italiano che, oltre al proprio «particulare», ubbidisce a un riflesso condizionato di natura emotiva, pro o contro Berlusconi. Un perfetto prodotto del marketing ideologico da parte di un giornalismo che non si prefigge di informare, né di giudicare con onesta coerenza, ma di creare, e addestrare, l’uomo nuovo: l’idiota di parte”. Fiorenza Sarzanini ricostruisce i retroscena di questa vicenda vergognosa: “La guerra che si sta consumando tra il capo del governo Silvio Berlusconi e lo stesso Fini rischia di indebolire l’attività dell’intelligence – scrive la giornalista del CORRIERE notoriamente ben informata sul funzionamento dei servizi segreti italiani, fin dai tempi di Calipari – La espone anche a livello internazionale minandone la credibilità, nel momento in cui le strutture vengono tirate in ballo come protagoniste di questa vicenda. Sia da chi sospetta che abbiano partecipato alla fabbricazione di dossier, sia da chi gli attribuisce indagini per accreditare l’attendibilità delle proprie ricostruzioni. Sono stati gli stessi organi di informazione vicini al premier a rilanciare le voci che agenti segreti e ufficiali della Guardia di Finanza fossero ai Caraibi per investigare sulla vicenda. Mentre Carmelo Briguglio, componente finiano del Comitato di controllo sugli 007 da giorni parla di «servizi deviati» in azione. E di uomini contigui ad alcuni settori dell’intelligence ha parlato in televisione anche Italo Bocchino, che di Fini è uno dei fedelissimi. Poi ha fatto i nomi di chi avrebbe contribuito «a fabbricare la “patacca”». E così ha coinvolto in maniera diretta lo stesso Berlusconi attribuendo un ruolo in questa vicenda a Valter Lavitola. Perché si tratta di un imprenditore che il premier – sfidando la contrarietà del ministro dell’Economia Giulio Tremonti e di quello degli Esteri Franco Frattini – ha recentemente nominato delegato in Brasile e a Panama, ma soprattutto ha coinvolto in numerose iniziative. E perché, come dichiara lo stesso Bocchino, «il primo a veicolare la notizia che i servizi erano partiti per i Caraibi è stato il 15 settembre Vittorugo Mangiavillani de “Il Velino”, agenzia di stampa fino a poco tempo fa diretta dal portavoce del pdl Daniele Capezzone e a rilanciarla, due giorni dopo è stato un articolo pubblicato da Il Giornale». Un’unica strategia che, dunque, si sarebbe mossa sul doppio binario: creare falsi documenti e veicolare notizie inventate”. E la gravità della situazione è confermata dalla consueta nota di Massimo Franco: “Le tensioni fra il premier e Fini lambiscono gli apparati dello Stato”. E a proposito della convinzione del Pdl di avere i numeri per governare, dopo il fitto andirivieni di parlamentari fra il partito di Berlusconi e il Fli, Franco scrive: “Si tratta di vedere se, al di là dei numeri, il centrodestra riuscirà a governare rapporti che si sono deteriorati in modo irrimediabile anche sul piano umano”. Sullo sfondo Umberto Bossi, pacato e sorridente, l’unico che ha la certezza di un tornaconto elettorale, in caso di crisi definitiva del governo.

Su IL GIORNALE, invece, Feltri gioisce e inserisce un distico nell’editoriale «In piena notte arriva la  conferma da Santa Lucia. Il ministro della Giustizia – intervistato dal Fatto – dice di essere l’autore della lettera in cui si afferma che Giancarlo Tulliani, cognato di Fini, è il proprietario della società a cui è intestato l’appartamento di Montecarlo. Fine della storia. Altro che farlocco: il documento è autentico. I tentativi meschini di accusare IL GIORNALE di falso sono miseramente falliti. Abbiamo ragione noi. La nostra inchiesta era fondata. I finiani vadano a nascondersi e Fini si dimetta subito. Prima però spieghi». IL GIORNALE ha inviato Massimo Malpica a Santo Domingo per  seguire da vicino al vicenda per ascoltare con le sue orecchie le parole di Lorenzo Rudolph Francio, ministro della giustizia di Saint Lucia. «nell’edizione in edicola oggi, il ministro sostiene che la lettera da lui inviata al primo ministro dello Stato caraibico, Stephenson King, in cui si conferma che la Timara ltd è di proprietà  di Giancarlo Tulliani , è autentica». Malpica dà voce a colleghi  caraibici che da giorni stanno seguendo la vicenda e che fra loro «si scambiano documenti». Intervista a Amedeo Laboccetta, deputato Pdl, tirato in ballo come supposto componente della banda del fango. In sintesi: «Fini è irriconoscibile» e «Non faccio giochetti di palazzo come Bocchino. Persino Diliberto è meglio di lui». IL GIORNALE pubblica la notizia che la deputata Souad Sbai passata al Fli vuole ritornare al Pdl perchè dice «non ci sono più le condizioni per restare nel Fli. Non mi hanno offerto niente».

«Dossier Montecarlo, la spia che venne da palazzo Grazioli» è il titolo del richiamo nella parte bassa della prima pagina del MANIFESTO in cui si scrive anche che «Bocchino, in diretta ad Annozero, conferma l’indiscrezione di Repubblica: dossier prodotti da una persona vicina al premier, è Valter Lavitola, editore dell’Avanti». A pagina 4, cui il richiamo rimanda l’apertura è titolata «La trama raddoppia», per raccontare come nel centrodestra «tutti contro tutti. Accuse, querele e controaccuse tra finiani e berlusconiani. Lo “scoop mondiale” montato ai Caraibi su casa Tulliani sparisce da Internet e fa a pezzi le istituzioni. Accuse pesantissime di spionaggio illegale tra Camera e Palazzo Chigi. “Repubblica” (oggi la perizia sul lodo Mondadori) indica Lavitola l’uomo dei dossier». Il commento «Una campagna elettorale a colpi di gong» è affidato a Matteo Bartocci che scrive: «(…) Non succedeva da decenni – forse non è mai accaduto – che il fantasma dei servizi deviati si rimpallasse tra la terza carica dello stato e la presidenza del consiglio. Ma siamo alle “comiche finali” di un Pdl mai nato oppure è l’inizio di vero, durissimo, scontro istituzionale e politico? (…) Un casino tale per 70 metri quadri affittati a Montecarlo? SI rovista così tanto negli “affarucci” della famiglia Tulliani (in Rai e non solo) e sul patrimonio degli scomparsi Msi e An che si rischia di sorvolare sul punto chiave di una storia politica. Nonostante se ne dicano di tutti i colori, Fini sfiducerà Berlusconi? E Berlusconi riuscirà a cacciare Fini nell’angolo ottenendo una maggioranza per lui sicura? (…) Almeno fino a metà ottobre i due sono condannati a convivere. Da quel momento sarà chiaro che si potrà tornare a votare soltanto a primavera dell’anno prossimo. Andare avanti in questo modo appare difficile anche per la disinvolta nomenklatura italiana» e conclude «Sarebbe bello se la sinistra aprisse il sipario e offrisse tutta un’altra partita».
 
Stefano Folli, editorialista de IL SOLE 24 ORE, non ha dubbi: «Lo scontro interno alla maggioranza che dovrebbe garantire un governo al paese ha toccato ieri il punto più basso. Non si era mai visto niente di simile in anni recenti. La campagna contro Fini, in quanto nemico politico di Berlusconi, ha dato questo risultato: un presidente del Consiglio e un presidente della Camera che sprofondano se stessi e le istituzioni in una contesa assurda e distruttiva. Fino a chiamare in causa i “servizi”, o i “servizi deviati”; fino a evocare operazioni sporche compiute in lontani staterelli dell’America Latina, in vista di alimentare «dossier» fasulli utili a colpire, anzi demolire l’avversario». D’altra parte il quotidiano diretto da Gianni Riotta dedica due pagine (la 20 e la 21) a quanto successo nel Pdl di ieri, e di conseguenza anche nel Pd. Barbara Fiammeri ricostruisce la situazione in “Finiani: dossier nato vicino al premier”: «Ieri dalla presidenza del Consiglio è uscita una nota in cui senza mezzi termini si definiscono “false, diffamatorie” e da “irresponsabili” le notizie su un possibile coinvolgimento dei servizi segreti italiani in dossier contro il Presidente della Camera con riferimento alla casa monegasca ex An, abitata ora da Giancarlo Tulliani, cognato di Fini. La nota di Palazzo Chigi ricorda che sia i servizi che la Guardia di Finanza avevano già smentito». Ma i finiani insistono. Carmelo Briguglio e Italo Bocchino replicano sostenendo che «irresponsabile è chi confeziona dossier e li diffonde». Di più, Bocchino, capogruppo di Futuro e libertà, dice che «il dossier è stato prodotto ad arte da una persona molto vicina a Berlusconi che ha girato per il Sudamerica, di cui al momento opportuno saprete il nome». E il nome arriva attorno alle 20. Sul sito di Repubblica si parla di Valter Lavitola, editore e direttore dell’Avanti (non il socialista L’Avanti). Fin qui la cronaca. Proprio mentre Udc e Pdl sembra stiano trovando un accordo sul lodo costituzionale necessario per la difesa delle più alte cariche. Intanto Marco Ludovico raccoglie le smentite di Dis e Guardia di Finanza , colpevoli a detta dei finiani di servire da fonti per dossier falsi. Dall’altra parte dell’emisfero politico, il Pd di Bersani va alla conta durante la direzione. Risultato: i 75 firmatari del documento veltroniano di qualche giorno fa, si riducono a 32. Con Bersani votano Dario Franceshini e Piero Fassino. La minoranza si è dunque formata, ma al di là dei numeri non è chiaro quale sia il suo scopo: un candidato alle primarie di veltroniana, ferrea, fede, come Chiamparino? E a proposito di Pd: Roberto D’Alimonte tenta una domanda-miraggio: Quali obiettivi realistici si può porre il Pd oggi in caso di elezioni? Risposta: il 40%. Peccato che in nessun caso possa raggiungerlo.

Lo scontro Pdl e Fli, secondo ITALIA OGGI, ha portato alla nascita di una nuova coppia: Quella di Veltroni & Fini.  Secondo il pezzo “Gianfry e Walter si scoprono simili e preparano l’attacco al governo” è veramente scoppiato l’amore tra Veltroni e Fini. «Insomma, Walter e Gianfranco sarebbero le vittime di un sistema politico chi avrebbe obbligati a seguire alla lettere le direttive di Pier Luigi Bersani e Silvio Berlusconi: uno scenario poco credibile, viste le personalità di Veltroni e Fini, autentici schiacciasassi che sul campo hanno lasciato decine di avversari». Il pezzo, firmato da Pierre De Nolac e pubblicato nella sezione Primo Piano, mette anche in evidenza quello che divide i due leader: Innanzitutto lo stile. «Nessuno può immaginare che Veltroni, nel bel mezzo di una direzione del Pd, urli a Bersani ma che fai mi cacci?»  A dividere i due leader, c’è anche il cinema. «Fini ha cominciato a fare politica nel Msi dopo aver visto un film come “Berretti verdi” ma le affinità cinematografiche con Veltroni sembrano finire lì. Ora Walter magari convincerà Fini ad ammirare i film di Nanni Moretti: dopotutto, il leader di Fli ha sempre detto che solo i paracarri non cambiano idea». E’ stata infatuazione a prima vista quella che la Contessa Anna Maria Colleoni ha avuto nei confronti di Fini. Il pezzo “La casa di Montecarlo era per Fini“ racconta i retroscena del primo incontro tra la contessa e Fini. Figlia di un gerarca fascista, è stata simpatizzante del Movimento Sociale e di An. «Nel 1995» scrive il quotidiano dei professionisti «viene invitata a una cena indetta per festeggiare l’elezione di Roberto Buonasorte, primo consigliere comunale di An, e alla cena incontra Fini. A cui confida di non aver eredi diretti. La tentazione era quella di lasciare tutto proprio  all’uomo della svolta di Fiuggi a cui riconosceva le doti che un vero leader deve avere. Me le cose andarono diversamente, soprattutto per l’indisponibilità di Fini, che suggerì come beneficiario An»· Morale della favola: tutto il patrimonio va ad An. E che patrimonio. Tra immobili, titoli azionari e conti correnti, alle casse di An arrivano 8 miliardi delle vecchie lire. 

AVVENIRE dedica due pagine (8 e 9) alla guerra dei dossier e allo scontro aperto tra Pdl e finiani. Si comincia con l’attacco di Bocchino che parla di “Dossier creato ad arte da un uomo legato al premier” e accusa apertamente il direttore dell’Avanti Valter Lavitola, che però si difende e annuncia querele. L’articolo di Angelo Picariello parla di un Fini amareggiato ma anche determinato che ai suoi avrebbe confidato: «Non sopporto che si metta in discussione la mia onestà  con metodi illegali, vogliono tagliarci le gambe. La verità è che hanno paura di noi». E si mostra “sconcertato” dal clima torbido anche il capogruppo dei senatori finiani, Pasquale Viespoli, che si stava dedicando alla ricucitura con il Pdl: «E come se qualcuno – dice scoraggiato – avesse un interesse a interrompere il filo del dialogo all’interno della maggioranza proprio quando questo filo si era riannodato». Un box a fondo pagina riporta l’affondo della fondazione Fare Futuro che parla di “emergenza democratica”. Un taglio basso parla invece delle ricadute in Rai, con il Pdl che “boicotta” la fiction “finiana” alla moglie di Bocchino e Serena Dandini senza contratto che afferma: «Questa è la Rai peggiore di sempre”. La pagina 9  è sulle reazioni del governo che smentisce Fini: “Irresponsabile parlare di dossieraggio” dice una nota di Palazzo Chigi. Anche gli 007 e la Guardia di Finanza escludono di aver svolto indagini sulla casa che fu di An. Arturo Celletta riporta le parole di Berlusconi secondo cui  “Fini trascina il Paese verso il baratro… Così non si va avanti, così non si può governare per altri tre anni… è Fini il responsabile se domani bisognerà riportare il Paese alle urne…. È lui il responsabile se la gente sarà sempre più nauseata dalla politica e deciderà di non votare più». Tocca a Osvaldo Natoli dire con assoluta chiarezza quello che tutti, a cominciare da Berlusconi, ripetono lontano dalle telecamere e dai taccuini: «Fini, di fronte a fatti umani che lo toccano in profondità e rispetto ai quali non nascondo di avere comprensione, trova ancora la forza per esercitare con equilibrio il suo mandato? Non conviene anche a lui abbandonare lo scranno più alto di Montecitorio per rassicurare il Parlamento e gli italiani  di non agire sulla base del condizionamento che potrebbe derivargli da queste vicende?».

“Dossier, finiani all’attacco”. Titolo in prima pagina de LA STAMPA e tutta l’apertura del quotidiano sul duello finiani-berlusconiani attorno alla casa di Montecarlo. Oltre alla ricostruzione dell’accaduto, pubblica un reportage dall’isola caraibica di Santa Lucia dell’inviato Francesco Semprini: “Nel paradiso di Santa Lucia caccia alla lettera fantasma”. Il giornalista entra negli uffici del primo ministro e del Dipartimento di giustizia, ma tutte le persone con le quali parla confermano che agli atti non c’è nessuna traccia della lettera che confermerebbe che dietro la società off-shore che ha comprato l’appartamento di Montecarlo ci sarebbe Giancarlo Tulliani.

E inoltre sui giornali di oggi:

DISOCCUPAZIONE
CORRIERE DELLA SERA – Due pagine dedicate ai dati Istat sulla disoccupazione in Italia, arrivata all’8,5% nel giugno 2010, il tasso pi alto dal 1999. Il dato peggiore riguarda i giovani, con una percentuale di senza lavoro a quota 27,9%. Mentre il ministro Sacconi fa notare che comunque è un dato migliore della media europea, il Corriere coglie la palla al balzo per rilanciare una serie di consigli ai giovani su come e dove cercare lavoro…

UNIVERSITA’
LA REPUBBLICA – “La parentopoli dei prof: ecco le grandi dinastie che comandano gli atenei”. L’inchiesta è firmata da Davide Carlucci e Giuliano Foschini e mette sotto la lente strane omonimie e i dati che dimostrano la concordanza fra maggiori intrecci e qualità inferiore dell’insegnamento. Eccone un assaggio: si sta parlando dell’ateneo di Bari. «A Economia 42 docenti su 176 hanno tra loro legami di parentele, il 25 per cento, record assoluto in Italia. I leader indiscussi a Bari e in Italia nella classifica delle famiglie restano così i Massari. Commercialisti affermati, con un passato nel Partito socialista di Craxi, in cattedra hanno almeno otto esponenti, tutti economisti».

SCUOLA
IL MANIFESTO – Una vecchia foto di balilla in marcia apre la prima del MANIFESTO con il titolo «La scuola marcia» dedicata al fatto che «Con la benedizione dei ministri Gelmini e La Russa l’esercito invade la scuola pubblica, a cominciare dalle classi della Lombardia. Militari in congedo insegnano ai ragazzi i valori di ordine e disciplina giocando alla guerra. Fanno ginnastica, sparano, tirano con l’arco, imparano a difendersi da attacchi chimici e nucleari». Nel commento «Nostalgia balilla», di Alessandro Robecchi che inizia in prima pagina, si legge: «Finalmente una buona notizia per la scuola italiana: i professori vengono licenziati a mazzi, i soffitti cascano in testa, le strutture fanno schifo… In alto i cuori! Il protocollo d’intesa si ammanta di notevoli paroloni, roba forte qui nel Berlusconistan (…) un incrocio tra i littoriali, il sabato fascista e i film con Alvaro Vitali, il tutto sotto l’occhio vigile di La Russa e della sciura Gelmini, eletta dalla lobby dei cacciatori nella patria della Beretta, pistola italiana. (…) A coronare il virile cimento arriverà alla fine una “gara pratica di pattuglie di studenti” che varrà come credito formativo (…) non si parla di bombe a mano e di sommergibili rapidi e invisibili, ed è una notevole pecca dell’iniziativa (forse mancano i fondi), ma siamo certi che qualcuno porrà rimedio (…)» A pagina 6 l’articolo di Luca Fazio ricostruisce la storia di questo accordo che risale all’ottobre dello scorso anno e ricorda che la sinergia tra scuola ed esercito in Lombardia risale al 2007. I corsi quest’anno inizieranno il 24 ottobre.

FAMIGLIA
AVVENIRE – “Fattore famiglia: un fisco più equo” è il titolo in prima che annuncia la pagina 7 tutta dedicata al Forum delle associazioni familiari che rilancia la proposta di riforma. Oltre il quoziente, chiesta una no tax area per un sistema che tenga conto dei carichi familiari, una quota non tassabile corrispondente al minimo vitale (7mila euro) da parametrare in base ai componenti del nucleo familiare. Una tabella indica la nuova Irpef che sarebbe pagata in base al nuovo sistema proposto dal Forum: ad esempio una famiglia con un reddito di 20mila euro e tre figli pagherebbe così solo 923 euro di tasse.

DISABILITA’
LA STAMPA – E’ bufera sull’amministrazione di Chieri, comune alle porte di Torino, per le parole dell’assessore all’istruzione, che ha invitato i genitori dei bambini disabili a non iscriverli a scuola: «Lasciarli in classe con gli altri ragazzi è inutile», «disturbano e non imparano nulla». Alle critiche veementi di genitori e associazioni ha risposto: «Di cosa si lamentano? Noi facciamo tantissimo per questi studenti. Ma anche i genitori devono rendersi conto che sono tempi duri per tutti».

FALSI INVALIDI
IL SOLE 24 ORE – Foto notizia nella sezione Norme e Tributi del quotidiano di Confindustria. Leggiamo la didascalia: Sacconi, revocati 17mila assegni. Si tratta di una nota del ministero in cui si precisa che «sono state 8.785 le revoche degli assegni di pensione e 8.159 le revoche di indennità di accompagnamento nel primo trimestre del 2010».

RIFIUTI A NAPOLI
CORRIERE DELLA SERA – Fotonotizia in prima, con commento di Sergio Rizzo, e pezzo di cronaca a pag. 25, per documentare il ritorno drammatico dell’emergenza rifiuti a Napoli. Tra scioperi e malattie, ricominciano gli incendi dei rifiuti e gli scontri nelle periferie. “La verità è che ci si è soltanto illusi che l’emergenza fosse passata – scrive Rizzo – Che per esorcizzare quel fantasma bastasse stabilirne la fine per decreto trasferendo la patata bollente nelle mani degli enti locali gli stessi storicamente responsabili del disastro. Come se per far sparire la spazzatura fosse sufficiente non farla vedere più in televisione al tg della sera. Senza pensare che l’odore, quello proprio nessuno riusciva a coprirlo”.

SAN PATRIGNANO
AVVENIRE – A 15 anni dalla morte di Vincenzo Muccioli la comunità di San Patrignano lancia la sfida alla tossicodipendenza dai nuovi volti: ragazzini accanto a professionisti, casalinghe e operai. Tutta la pagina 3 è dedicata all’argomento, con le storie di due ragazzi – Luca e Sara – che ne sono usciti, le testimonianze di amici famosi della comunità e un’intervista ad Andrea Muccioli che avverte: “È in atto una fuga di massa dalla realtà” perché è calato l’allarme sociale ma soprattutto gli adulti hanno rinunciato ad educare. 

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