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FINE VITA. Lavori in corso: passa il consenso informato

Ieri, in commissione Igiene e sanità del Senato, si sono votati gli emendamenti relativi ai primi 4 articoli del ddl Calabrò. Passa la richiesta del Pd sul consenso informato. Oggi si vota su nutrizione e idratazione

di Chiara Cantoni

Finalmente, in commissione Igiene e sanità del Senato, il braccio di ferro fra maggioranza e opposizione sembra concedersi una pausa. Almeno per quanto riguarda il nodo del consenso informato. Un punto sul quale il Pd aveva promesso strenua battaglia se non si fosse trovato un accordo. E, proprio su quello, si è giocata ieri la votazione sul primo articolo del nuovo testo Calabrò. L’articolo in questione disciplina i principi del provvedimento e accoglie la richiesta di subordinare gli «atti medici» al consenso informato, appunto.
Se la maggioranza ha votato compatta, ancora una volta il Pd ha rivelato su questi temi la sua doppia anima: una propensa a individuare nel lavoro svolto dalla maggioranza significativi margini per il dialogo e per introdurre modifiche migliorative; un’altra, invece, che non lo ritiene un punto di partenza valido su cui imbastire un ragionamento comune. La prima rappresentata da tre astenuti: la capogruppo Dorina Bianchi, Claudio Gustavino e Daniele Bosone (affiancati da Giuseppe Astore dell’Idv); la seconda, prevalente, rappresentata dagli altri sei senatori contrari.

Cosa dice la nuova versione
L’articolo 1, approvato con larga maggioranza, accoglie dunque il passaggio sul consenso informato andando a sostituire la lettera “c” del precedente testo. Ma la formulazione è più “soft” rispetto a quella indicata giovedì scorso nell’emendamento firmato in primis dal presidente dei sentori democratici Anna Finocchiaro. La nuova versione bipartisan, che porta la firma della stessa Finocchiaro, ma anche del presidente della Commissione Sanità Antonio Tomassini, «garantisce che gli atti medici non possono prescindere dall’espressione del consenso informato nei termini di cui all’art. 4 della presente legge, fermo il principio per cui la salute deve essere tutelata come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento, se non per disposizione di legge e con i limiti imposti dal rispetto della persona umana».
Oltre a subordinare gli atti medici al consenso informato del paziente, poi, l’articolo vieta (come previsto sin dal principio) ogni forma di eutanasia e assistenza o aiuto al suicidio, e contempla il no all’accanimento terapeutico.
In serata, è stato approvato anche l’articolo 2 del Ddl Calabrò (il numero 4 nel testo originario), che entra nel vivo del consenso, stabilendo che il dichiarante debba essere informato in maniera completa e comprensibile, su diagnosi, prognosi, natura, rischi e benefici del trattamento proposto. Vi si stabilisce anche che il consenso dato dal paziente possa essere sempre revocato, anche solo parzialmente.

Il dibattito
Ma la nuova formulazione non soddisfa ugualmente l’opposizione. Il senatore Pd Ignazio Marino, per esempio, evidenzia il rischio di un’enorme quantità di contenziosi coi camici bianchi nel momento in cui si prevede una partecipazione del paziente all’identificazione delle cure: «Di fatto, nonostante i cambiamenti apportati, non muta affatto la filosofia che sottende alla legge». Ma la nuova formulazione non piace nemmeno a gustavano, che proporrà di sostituire l’espressione «atti medici» con «trattamenti sanitari». Così, infatti, potrebbero essere soggetti al consenso «anche gli atti deputati al sostegno vitale». Un punto di vista condiviso anche dalla collega Emanuela Baio Dossi, secondo cui l’opposizione forzata, nonostante gli sforzi dei giorni scorsi per arrivare a una sintesi condivisa, non produca alcun passo avanti.
Deluso, il relatore Raffaele Calabrò che esprime il proprio rammarico per la difficoltà a dialogare con «una certa parte dell’opposizione», nonostante i cambiamenti apportati al Ddl.
Ad oggi, la prova del nove: la votazione aspetta al varco i senatori chiamandoli ad esprimersi sull’articolo 5, quello relativo ad alimentazione e idratazione. Il punto più dibattuto fin dal principio.


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