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FINE VITA. il Pdl cambia la proposta sul testamento biologico

Fra le modifiche proposte, la scomparsa del notaio e Dat valide per cinque anni

di Chiara Cantoni

È ufficiale: il disegno di legge sul fine vita approderà in aula al Senato il 18 marzo, anziché domani come previsto inizialmente, mentre la discussione generale si aprirà il 19. La decisione di concedersi altre due settimane in commissione Sanità, è arrivata ieri dalla conferenza dei Capigruppo di Palazzo Madama, che ha rivisto ex novo l’iter e l’agenda parlamentare del documento: slitta per l’assemblea, dalle 19 di domani sera alle 12 di venerdì prossimo (13 marzo), il termine di presentazione degli emendamenti, che verranno votati in aula il 24 marzo.
Si è conclusa ieri, invece, la discussione di quelli presentati in commissione Sanità. Domattina, il voto sulle proposte di modifica. Due presentate dallo stesso Calabrò, con le quali «riscriviamo in modo più ordinato gli articoli 1, 2 e 3 che contengono i principi fondamentali». Altre novità, la scomparsa del notaio, rimpiazzato dal medico di medicina generale, e l’allungamento a 5 anni della validità delle Dat.
Il nuovo calendario, giudicato saggio all’unanimità per la difficoltà di trattare un tema tanto delicato, incassa nel frattempo anche l’approvazione da parte della commissione Affari costituzionali del ddl della maggioranza, elaborato dal relatore Gabriele Boschetto (Pdl), passato con 15 sì, 12 voti contrari (i dieci senatori del Pd e i 2 dell’Idv) e un nota bene sul comma 2 dell’articolo 2, secondo cui «il complesso bilanciamento tra diritto alla vita, diritto all’autodeterminazione, dovere di solidarietà e di cura, libertà professionale e di scelta da parte del medico, andrebbe tradotto in una formulazione meno assoluta». Il documento afferma inoltre che la possibile tensione fra diritto all’autodeterminazione e diritto ad essere curati è «da risolversi attraverso forme e tecniche ragionevoli di bilanciamento». Dove il primo non può risolversi nel sacrificio assoluto del secondo.


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