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Finanziaria: WWF, un pasticcio ambientale

L'organizzazione ambientalista spera nel passaggio alla Camera per riscrivere alcune norme

di Francesco Agresti

Con l?approvazione oggi al Senato del decreto legge omnibus collegato alla manovra finanziaria 2004 il provvedimento entra in un terreno minato politico, giuridico, istituzionale. ?Non si poteva fare di peggio ? commenta Gaetano Benedetto, segretario aggiunto del WWF Italia ? è stata usata la decretazione d?urgenza per sanare amministrativamente gli illeciti penali, è stato fatto un pasticcio sulla sanatoria degli abusi nelle aree demaniali, favorendo qualsiasi azzeccagarbugli voglia mettere in ginocchio la pubblica amministrazione, è stato ?scippato? il governo del territorio alle Regioni, avocando al Governo qualsiasi decisione su come procedere allo scempio del nostro paese anche in aree vincolate e dando il via all?annullamento dei vincoli sugli immobili con un valore storico, culturale o archeologico. Una débâcle per ministri come Matteoli, Lunardi e Bossi, che sinora hanno speso solo parole. A loro chiediamo se daranno battaglia all?interno del Governo, per riparare almeno in parte i danni quando la parola passerà alla Camera”. Il WWF Italia ricorda che, anche dopo le rassicurazioni del Governo al Senato, si tratta di: Riscrivere alla Camera i commi da 15 a 20 dell?art. 32 sulla concessione in sanatoria ? Così come sono stati formulati sono nella migliore delle ipotesi inapplicabili, nella peggiore impugnabile da qualsiasi legale incaricato dagli abusivi. Infatti, se il comma 14 stabilisce che siano escluse dalla concessione in sanatoria le aree del demanio marittimo, lacuale e fluviale, i commi successivi, da 15 a 20, parlano diffusamente del diritto al mantenimento dell?opera sul suolo con le relative procedure, pareri delle autorità preposte ai vincoli, indennità pregresse di occupazione, ecc. In più nel maxi-emendamento è stata aggiunta una frase al comma 16 in cui si chiede che nelle clausole degli atti di vendita e di riconoscimento del diritto a mantenere l?opera venga garantito il libero accesso al mare. Nessuno poi parla del destino del demanio forestale, trasferito sì alle Regioni, ma non menzionato nel provvedimento. Dribblare il conflitto con le Regioni – sulla base dell?art. 117 del nuovo Titolo V della Costituzione, come è noto, il governo del territorio è competenza concorrente delle Regioni che hanno annunciato di voler ricorrere alla Corte Costituzionale (le Regioni Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Toscana, Umbria) o già hanno adottato (Campania, Emilia Romagna e Marche) o stanno per adottare provvedimenti di disapplicazione (Friuli Venezia Giulia, Toscana e Umbria) o di limitazione (Puglia) degli effetti del condono edilizio sul proprio territorio. Inoltre, si apre chiaramente un conflitto politico all?interno della stessa maggioranza, con i governatori del centro-destra (Giancarlo Galan del Veneto, Giovanni Pace dell?Abruzzo e Francesco Storace del Lazio) che hanno dichiarato di essere tra le fila degli ?anticondono?. Eludere il conflitto costituzionale – il Governo dovrà tener conto nel conflitto che si apre con le Regioni come riuscirà a giustificare giuridicamente di fronte alla Corte Costituzionale la necessità e urgenza (ai sensi dell?art. 77 della Costituzione che regolala decretazione d?urgenza) del provvedimento di condono edilizio quando esistono sentenze dell?Alta Corte che lo escludono tassativamente. In particolare si ricorda la storica Sentenza n. 29 del 12-27 gennaio 1995 che, incontrovertibilmente, ha affermato il principio per cui l?emanazione di un decreto legge al di fuori dei casi tassativamente stabiliti dalla Costituzione può dare luogo alla dichiarazione di illegittimità costituzionale sia del Decreto sia della sua legge cui si trasmette l?originario difetto della mancanza dei requisiti richiesti dall?articolo 77.


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