Politica
Finanziaria, trend negativo per la cooperazione allo sviluppo
I punti della legge di Bilancio 2019 relativi all’aiuto pubblico allo sviluppo sono stati analizzati dalla rete di Ong “Link 2007” che ha inviato a Commissioni parlamentari, al premier Conte e al ministro delle Affari esteri e della cooperazione internazionale un documento in cui esprime alcune preoccupazioni. Tra queste la riduzione dell’Aps dopo anni di impegno crescente
di Redazione
«Ci rivolgiamo al Governo ed alle Commissioni Esteri e Bilancio della Camera e del Senato manifestando alcune preoccupazioni con l’auspicio che diventino oggetto di riflessione e decisione politica». Sono queste le parole che si possono leggere nell’ultima pagina di un dettagliato documento di analisi (qui e in allegato), inviato oggi alle Commissioni parlamentari, al presidente del Consiglio ed al ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, dalla rete di Ong “Link 2007” in cui si commentano i singoli commi e le tabelle finanziarie della legge di bilancio 2019 e delle previsioni per il 2020 e il 2021 relativi alla cooperazione internazionale allo sviluppo, evidenziando preoccupazioni e suggerendo interventi migliorativi.
«L’aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) dell’Italia ha avuto un andamento crescente negli ultimi anni, passando dallo 0,17% del Pil nel 2013 a quasi lo 0,30% (0,294) nel 2017». Tale progressione doveva continuare fino a raggiungere la media europea dello 0,5% del Pil, come indica la legge 125/2014 e come d'altronde il governo aveva programmato nella nota di aggiornamento al Def del settembre 2019. Invece «la legge di Bilancio 2019 inverte tale progressione fissando per il prossimo triennio un andamento decrescente».
Per Link 2007 «una valutazione complessiva dell’impegno finanziario del governo italiano in materia di Aps nel triennio 2019-2021 potrebbe essere così sintetizzata: stazionario, senza ambizione, con trend negativo». Anche perché: «L’inattesa interruzione della progressione degli stanziamenti comporterà necessariamente un rallentamento nei rapporti di cooperazione e nella costruzione dei partenariati con Paesi di interesse per l’Italia».
Secondo la rete di Ong «una correzione finanziaria al rialzo, già durante l’esercizio 2019, rappresenterebbe un atto di responsabilità e lungimiranza politica del Parlamento e del Governo e sancirebbe il passaggio dalle parole ai fatti nelle politiche di dialogo e di cooperazione in particolare con l’Africa mediterranea e subsahariana ed il vicino e medio Oriente».
Anche «l’incoerenza e lo scollamento delle politiche rischia di rendere l’azione italiana di cooperazione internazionale meno efficace rispetto agli obiettivi che si vorrebbero raggiungere. Assicurare la programmazione ed il massimo coordinamento delle attività dei ministeri coinvolti «diventa una priorità per evitare incrinature politiche e facili sovrapposizioni». L’attenzione va in particolare al ministero dell’Interno che, con la diminuzione dei richiedenti protezione internazionale, si trova ad avere disponibilità di risorse finanziarie «anche per progetti nei Paesi della rotta migratoria nell’Africa mediterranea e subsahariana, entrando direttamente nell’ambito della cooperazione pubblica allo sviluppo». «Il Comitato interministeriale per la cooperazione allo sviluppo, con il supporto del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, dovrebbe assumere il ruolo politico di programmazione e coordinamento di tutte le attività che la legge 125/2014 gli ha affidato, a partire dalla definizione del documento triennale di programmazione e di indirizzo della politica di cooperazione allo sviluppo».
In merito all'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, istituzione chiamata ad attuare le politiche di cooperazione, al pari delle altre Agenzie europee e internazionali, Link 2007 ritiene che «lo stanziamento per il funzionamento delle sedi di Roma, di Firenze e delle venti sedi estere pare del tutto inadeguato, tenendo anche presente che l’attuale sede centrale è ormai insufficiente e pone problemi di spazi di lavoro tali da richiedere quanto prima lo spostamento in un edificio più adeguato per potere assicurare un lavoro efficiente e di qualità».
«Anche con limitate risorse – afferma il documento di Link 2007 – si possono realizzare iniziative di qualità, come dimostra l’esperienza italiana di cooperazione, ma si tratta di un’azione limitata rispetto a quanto viene richiesto a Paesi avanzati come l’Italia dall'interconnessione dei fenomeni e dei problemi globali quali il degrado ambientale e gli eventi catastrofici, i conflitti, la migrazione forzata, la crescente mobilità umana, i divari demografici, gli squilibri economici e sociali, la pervasiva corruzione e criminalità, l’accresciuta coscienza e capacità di reazione a forme di sfruttamento e ingiustizie che perpetuano povertà ed esclusione, l’attrazione del terrorismo come catalizzatore di delusioni, umiliazioni e rancori, le tensioni politiche e commerciali, l’affievolirsi del multilateralismo, le minacce contro la pace…».
«Ci preme ribadire che la cooperazione allo sviluppo è anche un investimento per il rafforzamento delle relazioni politiche ed economiche del nostro Paese, per uno sviluppo sostenibile condiviso, per affrontare in modo integrato il tema dei movimenti migratori e del loro governo, basato su accordi multilaterali e con i paesi di provenienza e di transito nella reciproca fiducia». Un messaggio alla Politica che Link 2007 spera possa essere recepito
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