Politica

Finanziaria. Strada in salita: divisioni nella Cdl

Il "chiarimento" sul tetto del 2% tarda ad arrivare, slittano le riunioni di maggioranza con Siniscalco e i partiti presentano ognuno le sue richieste

di Ettore Colombo

Strada in salita per la Finanziaria, a causa del chiarimento sul tetto del 2%, e rallenta anche il confronto sul secondo provvedimento della manovra, quello relativo alla competitivita’ e al taglio delle tasse. Non ci sara’ quindi domani la prima riunione tra il ministro dell’Economia Domenico Siniscalco e gli sherpa economici dei partiti della Cdl; in compenso questi ultimi hanno avviato oggi i loro incontri, mentre altri sono in programma domani. E subito emerge la diversita’ di priorita’ che ciascuno partito portera’ da Siniscalco. Stamani il gruppo di lavoro dell’Udc, guidato da Ettore Peretti, ha elaborato le proposte da portare al tavolo. Ma buona parte della riunione e’ stata dedicata alla Finanziaria in discussione in commissione. ”Da parte nostra ci sara’ rigore sulla tenuta dei saldi”, ha chiarito Peretti, ma cio’ non toglie che andrebbero apportate alcune modifiche, specie per quello che riguarda i comuni sotto i 3-5.000 abitanti. ”Sono realta’ con piccoli budget, per lo piu’ in attivo – spiega Peretti – e proprio per questo se noi imponiamo a tutti il tetto del 2%, rischiamo di bloccarli”. L’altra preoccupazione dell’Udc e’ che il tetto del 2% riguardi anche le somme gia’ impegnate (esempio nei co-finanziamenti per il Sud, con la 488, ecc). Insomma l’Udc intende ”vigilare” sulla Finanziaria mentre avvia il confronto su competitivita’ e sviluppo. Per quanto riguarda questo capitolo, i centristi andranno al Tavolo con due priorita’: strumenti selettivi per favorire l’innovazione nelle imprese e fiscalita’ familiare. Sul primo punto, premesso che bisogna favorire l’innovazione dei prodotti e dei processi, osserva Peretti, ”occorre valutare l’efficacia dei diversi interventi, evitando di iscrivere capitoli che siano puramente simbolici”. Insomma, occorre ”selezionare gli strumenti e indirizzare qui le risorse”. Quanto al Sud il sogno e’ ”una tassazione di vantaggio, un po’ come avviene in Irlanda. Chi investe nel mezzogiorno paga il 10%”. Sulla famiglia l’Udc punta su detrazioni consistenti per i figli a carico, per le persone portatrici di handicap o non autosufficienti, nonche’ qualche facilitazione per le giovani coppie. ”Per esempio – spiega Peretti – proporremo una detrazione d’imposta sul mutuo per la prima casa per i primi 3-4 anni”. E la riduzione delle aliquote? ”Per noi – replica Peretti – non sono una priorita’, un dogma, visto che abbiamo una maggiore attenzione alla progressivita’ della tassazione; se le vogliamo diminuire possiamo calibrare la progressivita’ con l’innalzamento della ‘no tax area’ e con delle detrazioni”. Queste ultime valutazioni non faranno piacere a Forza Italia, il cui gruppo di lavoro (Luigi Casero, Renato Brunetta, Giuseppe Vegas) si e’ riunito anch’esso stamani, e ha incentrato tutte le ipotesi di lavoro proprio sulla riduzione delle aliquote Irpef. Domani mattina ci sara’ un incontro con il coordinatore nazionale Sandro Bondi e con il suo vice Fabrizio Cicchitto, per una valutazione piu’ politica delle proposte. Gli azzurri lavorano su un’indicazione ben precisa di Berlusconi, e cioe’ che l’architettura della riforma fiscale deve incentrarsi sulla riduzione delle aliquote, perche’ essa e’ immediatamente comunicabile ai cittadini e comprensibile a chiunque; cosa non altrettanto vera per altri meccanismi come i sistemi di detrazione del carico familiare. Forza Italia proporra’ quindi le tre aliquote (23%, 33%, 39%) piu’ un sistema di detrazioni per bilanciare la riforma a favore delle famiglie. E domani sara’ la volta anche di An, che riunira’ la propria Consulta economica. Pietro Armani andra’ con una proposta ben precisa. ”Per me la priorita’ e’ la competitivita’ – spiega il presidente della commissione Ambiente e Lavori Pubblici della Camera – e francamente 13 miliardi spalmati in due anni, 6 nel 2005 e 7 nel 2006, mi sembrano poca cosa. La famosa ‘scossa’ all’economia si fa con piu’ risorse, perche’ con 6 miliardi al piu’ gli diamo un’aspirina”. Per l’economista di An il modo per incrementare le risorse c’e’, ed e’ quello di contrattare con gli altri partner europei uno sforamento del tetto del 3% del deficit per un anno, mettendo fuori bilancio certi investimenti. ”Se sforassimo il 3% – spiega Armani – rilanciando pero’ la congiuntura, rientreremo tranquillamente l’anno successivo”. Per convincere i partner servirebbe tuttavia un impegno serio sul debito ”per esempio prevedendo di arrivare alla soglia del 100% gia nel 2007 grazie alle dismissioni”. E poi, aggiunge Armani, ”con la nuova Commissione europea che si insediera’ a novembre, i margini ci sono. Per questo e’ stata una mossa intelligente – conclude – quella del governo di varare subito la finanziaria, e spostare a piu’ tardi il provvedimento sullo sviluppo”.

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