Volontariato

Finanziaria: solo briciole per lo sminamento umanitario

Gli Esteri avevano chiesto che la dotazione del Fondo fosse di almeno 30 milioni di euro. Per il triennio 2004-2006 ne sono stati disposti meno di un terzo. E le responsabilità dell'Italia?

di Benedetta Verrini

“In questi tre anni, attraverso il Fondo per lo sminamento umanitario, l’Italia ha investito oltre 15 milioni di euro. La nostra raccomandazione è per raddoppiare questo impegno, e quindi arrivare a un investimento di circa 30 milioni di euro”. Così il sottosegretario al ministero degli Esteri (con delega sul disarmo), Luigi Alfredo Mantica, diceva il 9 settembre alla presentazione del Landmine Monitor. E quale dotazione dispone la Finanziaria? 7,7 milioni di euro da spalmare sul triennio 2004-2006, pari a 2.582.000 euro per ciascun anno. Una miseria, se si pensa che solo nel 2002 la dotazione aveva toccato i 9 milioni di euro, scivolando a 2,6 nell’anno in corso. Una miseria anche rispetto agli impegni presi in campo internazionale dall’Italia: “La somma inserita nella finanziaria è uno schiaffo in faccia a quanti continuano a rimanere uccisi o mutilati ogni giorno dalle mine, comprese le mine italiane che abbiamo per anni prodotto e venduto a milioni, e per le quali incombe sull’Italia una responsabilità morale che non si può facilmente archiviare” è il commento di Simona Beltrami, coordinatrice della Campagna italiana contro le mine, entità che raccoglie al suo interno organizzazioni non governative e istanze della società civile italiana impegnate nella lotta contro le mine, e che rappresenta sul territorio italiano la Campagna Internazionale per la Messa al Bando delle Mine, Premio Nobel per la Pace nel 1997. Il coordinamento ha immediatamente scritto ai parlamentari che nel 2001 hanno condotto al via libera la legge istitutiva del Fondo per lo sminamento umanitario (n.58/2001), ricordando che “Sono almeno 82 i Paesi afflitti da questo flagello, che ha mietuto nel 2002 circa 20.000 vittime, l’85% delle quali civili. Sebbene i finanziamenti stanziati a livello globale per l’azione contro le mine nel 2002 siano cresciuti del 30% rispetto all’anno precedente, è necessario un ulteriore incremento se si vuole assicurare che i Paesi colpiti dalle mine possano raggiungere l’obiettivo di liberarsi da questo flagello nell’arco di 10 anni dall’adesione alla Convenzione. Un’agenzia internazionale di sminamento ha, per esempio, calcolato che agli attuali livelli di finanziamento ci potrebbero volere 200 anni per bonificare il territorio della Bosnia-Erzegovina. Ulteriori finanziamenti sono inoltre necessari per realizzare programmi adeguati di assistenza e riabilitazione delle vittime, carenti in uno più aspetti in almeno 48 i Paesi”. Di fronte ad una crisi di tali proporzioni, ha ribadito Campagna Mine, l’Italia deve continuare ad offrire un contributo cospicuo alle attività volte ad eliminare il pericolo rappresentato da questi ordigni. Mentre i senatori dell’opposizione, tra cui Stefano Boco del gruppo Verdi, stanno avanzando proposte di emendamento per aumentare in modo adeguato la dotazione del Fondo, all’appello della Campagna Mine ha risposto l’on. Valerio Calzolaio, che con altri deputati (Michelini, Mattarella, Mantovani, Landi Di Chiavenna, Cima, Rizzi) ha definito una risoluzione per impegnare il governo “a continuare e rafforzare il proprio impegno sul fronte diplomatico al fine di promuovere l’universalizzazione del Trattato di Ottawa; condannare il continuo uso di mine in Cecenia; fare opera di persuasione con Paesi come gli Stati Uniti, Cina, India, Russia, che ancora non hanno aderito al Trattato di Ottawa; ad assicurare al Fondo per lo sminamento umanitario una dotazione finanziaria per il prossimo triennio adeguata alle pressanti necessità dei Paesi colpiti”. Info: www.campagnamine.org


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