Cultura
Finanziaria: il futuro della cooperazione allo sviluppo
Ecco la relazione tracciata dal sottosegretario Mantica in commissione Esteri. I programmi del governo per il 2003
Il 9 ottobre scorso la commissione Esteri della Camera ha iniziato la discussione della Finanziaria in sede consultiva, per dare un parere sugli stanziamenti previsti per la cooperazione allo sviluppo e per le attività del ministero degli Esteri per l’anno prossimo. Riportiamo lo stenografico dell’intervento del sottosegretario agli Esteri Luigi Mantica, che ha tracciato un quadro sintetico della situazione e dei programmi della Farnesina.
Il sottosegretario Alfredo Luigi MANTICA, dopo aver espresso apprezzamento per la relazione svolta, richiama l’attenzione sul fatto che l’Italia nel secondo semestre del 2003 sarà chiamata ad assicurare la Presidenza di turno dell’Unione europea, che costituirà un’occasione irripetibile per imprimere una svolta al futuro dell’Europa ed alle sue prospettive di crescita.
(…)L’Italia sarà inoltre incaricata di guidare le relazioni internazionali dell’Unione: i negoziati di adesione con i dodici Paesi candidati; il rapporto con i Paesi mediterranei; l’associazione e la stabilizzazione dei Paesi balcanici; il partenariato strategico con i Paesi dell’America latina.
Ricorda come uno degli obiettivi primari dell’Unione europea sarà la ricerca della sicurezza e della stabilità nelle maggiori aree di crisi internazionale.
In definitiva, la Presidenza del 2003 porrà ancora una volta il Paese al centro del sistema delle relazioni internazionali, rinnovando ed accrescendo ulteriormente l’autorevolezza e la visibilità della sua politica estera. Il Ministero degli affari esteri ha già avviato la preparazione di questa fondamentale scadenza, che non esaurisce evidentemente tutti gli impegni per il prossimo anno, ma che si affianca ad ulteriori obiettivi prioritari, tra i quali sottolinea, in primo luogo, l’esigenza di avviare e rendere più spedito il complesso cammino di preparazione del voto degli italiani all’estero.
(…)Tale obiettivo va inquadrato nell’attenzione che il Governo ha dedicato all’internazionalizzazione del nostro sistema produttivo ed al sostegno che ambasciate e consolati possono dare alla promozione del “Sistema Italia”. Un coordinamento realmente efficace nell’assistenza alle aziende italiane all’estero deve infatti passare da una rafforzata centralità del Ministero degli affari esteri e dei suoi uffici diplomatici e consolari. Il “Sistema Italia” si identifica nel mondo anche e soprattutto attraverso il suo incomparabile patrimonio culturale, per cui la diffusione della lingua e della cultura italiana costituisce un unicum indissociabile con il sostegno al “Sistema Italia”. Pertanto, il Governo conferma anche per il 2003 il suo impegno nella promozione sia di grandi ed articolati eventi culturali, sia di singole iniziative in moltissimi paesi del mondo.
Accanto agli altri grandi obiettivi di politica estera che il Governo si propone di perseguire nel 2003, il rilancio della cooperazione allo sviluppo merita un’attenzione particolare. Dallo 0,13 per cento e lo 0,14 per cento del biennio 2000-2001, il Governo intende portare l’aiuto allo sviluppo italiano allo 0,33 per cento del prodotto interno lordo entro il 2006. Si tratta di un impegno più volte confermato dal Governo, in occasione dei Consigli europei di Goteborg e Laeken del 2001 e del Consiglio europeo di Barcellona della primavera di quest’anno.
Nel 2003 l’obiettivo è di raggiungere lo 0,19-0,20 per cento del prodotto interno, anche mediante la progressiva cancellazione del debito bilaterale dei Paesi in via di sviluppo, così come utilizzando nuovi strumenti di incentivo fiscale a favore della società civile e del settore privato che volontariamente mettono a disposizione risorse addizionali per la cooperazione italiana. A questo proposito, preannuncia la presentazione da parte del Governo di un emendamento riguardante la proroga dell’utilizzo del Fondo rotativo presso la Tesoreria generale dello Stato, per finanziare i cosiddetti crediti d’aiuto.
Ribadisce l’impegno del Governo a promuovere ulteriormente l’efficacia, la trasparenza e la coerenza del programmi verso i paesi in via di sviluppo, sia a livello bilaterale che multilaterale, in linea con le conclusioni della Conferenza di Monterrey del marzo di quest’anno. Ricorda altresì, tra i grandi impegni internazionali assunti dal Governo, gli obiettivi tracciati dal Vertice G8 di Genova, dalla Conferenza di Palermo sull’e-goverment in aprile e dal Vertice alimentare di Roma in giugno: il Piano per l’Africa, il Fondo globale per la lotta contro l’AIDS, la tubercolosi e la malaria, il Piano di educazione per tutti, il Programma d’azione per la sicurezza alimentare, l’Action Plan per superare il divario digitale e l’iniziativa italiana per l’e-goverment e lo sviluppo.
Riassume dunque i principali appuntamenti ed impegni per il Ministero degli affari esteri nel 2003: Presidenza dell’Unione Europea; maggiore coinvolgimento degli italiani all’estero nella vita politica ed economica del Paese; internazionalizzazione del sistema produttivo; promozione linguistica e culturale; rilancio della cooperazione allo sviluppo. Ricorda altresì l’importanza del supporto diplomatico fornito dal Ministero agli oltre 8 mila militari italiani nel mondo, dai Balcani all’Afghanistan.
In tale quadro, osserva che il bilancio del Ministero degli affari esteri aumenta del 9,52 per cento rispetto allo scorso anno, stante la necessità di dotare il Ministero di una più alta percentuale del bilancio dello Stato, come previsto nel Documento di programmazione economico-finanziaria. Ricorda tuttavia che il Ministero degli esteri ancora oggi conta su un bilancio drasticamente inferiore rispetto a quello di altri partners europei ed extraeuropei, potendo infatti disporre solo dello 0,30 per cento a fronte del 2,21 del Canada, dell’1,41 della Francia, dello 0,87 della Germania, dello 0,50 della Spagna, dello 0,40 del Regno Unito.
In tale situazione operativa, il Ministero degli affari esteri deve poter utilizzare i propri stanziamenti con maggiore flessibilità, accorpando ad esempio alcuni capitoli di bilancio per il funzionamento delle nostre sedi all’estero, per snellire gli adempimenti contabili e consentire la migliore destinazione possibile dei finanziamenti ministeriali. Esiste, in definitiva, tutta una serie di proposte a costo zero per il bilancio statale, eppure in grado di incidere in misura rilevante sulla capacità di ottimizzazione della spesa del Ministero degli affari esteri. Nel sottolineare come si tratti di innovazioni che rientrano nel quadro della riorganizzazione del ministero, conclude dichiarandosi fiducioso che tale azione possa essere appoggiata dal più ampio consenso possibile a livello parlamentare.
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