Volontariato

Finanziaria. D’Amato, “Una delle peggiori mai scritte”

Durissimo attacco del presidente di Confindustria al governo, alla manovra economica e al ministro Tremonti. "Sul Sud non si scherza", dice

di Ettore Colombo

Il presidente della Confindustria, Antonio D’Amato, stronca definitivamente la legge finanziaria: “L’abbiamo letta bene, non ci piace per niente. Avevamo già espresso preoccupazioni, ora queste preoccupazioni si rafforzano”. E ancora: “Questa è una delle peggiori finanziarie mai scritte a mia memoria”.
Lo strappo con il governo, dopo le crepe già manifestatesi nei giorni scorsi, è totale e l?attacco del numero uno di Confindustria si fa più duro in risposta alle parole del ministro per l’Economia, Giulio Tremonti, che, difendendo la legge finanziaria, aveva accusato gli imprenditori di non averla letta. ?Certo che l’ho letta. E proprio perché l’abbiamo letta che non ci piace per niente. Lo diciamo con assoluta convinzione e cognizione dei dati. E se qualche giorno fa, non avendola letta per intero, avevamo preoccupazioni, oggi possiamo dire che molte di quelle preoccupazioni si rafforzano alla luce di quei dati e di quelle tabelle?, ribatte D’Amato. Confindustria ?non è partner di una coalizione che esige l’adempimento di una cambiale in bianco firmata qualche tempo fa. Confindustria ? continua D’Amato ? ha sostenuto e sostiene una scelta di riforme, una politica per la valorizzazione del Paese”. Nella finanziaria “non c?è quell’adeguato rigore nel rimettere in ordine i vecchi ritardi strutturali e sul Mezzogiorno è una delle peggiori finanziarie scritte. Non si può scherzare sul Mezzogiorno e sul livello di iniquità del nostro Paese?. Il governo – continua – ha colpito le imprese “nella convinzione di colpire i ricchi per dare ai poveri?. Ma ?Robin Hood va bene per i cartoni animati e non certo per gestire l’economia italiana?. D’Amato torna poi a ribadire l’importanza degli impegni sottoscritti con il Patto per l’Italia e chiede coerenza spiegando i motivi per i quali ha scritto insieme a Cisl e Uil una lettera al premier Berlusconi per una verifica immediata.

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