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Finanziaria 2004. Per il Governo ultima chance
Fondo nazionale per la non autosufficienza, famiglia, riforma del Welfare. Il governo alla prova dei fatti con la Finanziaria. Anteprima dell'editoriale di VITA in edicola
Non più di due mesi fa, alla vigilia delle ferie anche parlamentari, avevamo chiesto con una nostra copertina: ?Ministro, qual è il menù??. Chiedevamo a Maroni di fare chiarezza con atti di governo, con progetti scritti nero su bianco sul futuro delle politiche sociali e di inclusione lavorativa, piantandola con la politica degli annunci tramite conferenze stampa o microfoni radiofonici amici.
Ora, dopo un dialogo che non è mai decollato (nessuno degli undici tavoli promessi è mai stato reso operativo), è tempo di decisioni. Il Governo varerà la legge Finanziaria 2004, forse il prossimo 1 ottobre. Finalmente sapremo in che atti si tradurrà la politica di sostegno alla natalità e alla famiglia, sapremo cosa realmente sarà il Reddito di ultima istanza (che definizione oscena!), sapremo con che prospettive si avvierà il Fondo nazionale per la non autosufficienza. Sapremo se questo governo, dopo due anni, saprà varare almeno una misura capace di valorizzare un Terzo settore senza il quale nessuna riforma del Welfare è possibile, come insegnano i governi Blair, Schroeder, Aznar.
Da un anno e mezzo è praticamente ai nastri di partenza uno stesso ddl governativo: quello sull?impresa sociale, e ci troviamo nella paradossale situazione di un ministro del Welfare e di una sottosegretaria che firmano sotto i flash dei fotograi la campagna di sostegno alla legge sulla deducibilità delle donazioni (Progetto di Legge n. 3459) voluto da tutto il non profit e da decine di migliaia di cittadini, senza poi spendere neppure una parola in sede governativa.
Sapremo finalmente, se il governo saprà esprimere una Finanziaria capace di esprimere un disegno vero per il Paese, una direzione di marcia per un?Italia più civile; dove si promuove l?eccellenza ma non si sostengono anche i più deboli; che sviluppa professionalità, competenze, occupazione, ma protegge chi è in condizioni di malattia, di non autosufficienza, di disagio, di povertà; che conta sulle risorse della società civile ma sostiene le famiglie nelle loro acrobazie economiche ed organizzative che ogni giorno devono affrontare nel farsi carico dei bambini, dei genitori anziani, dei giovani disoccupati. Sapremo se ancora una volta si tratterà di misure una tantum (del tipo l?assegno al pupo o al diseredato) o di un progetto vero, di respiro capace di affrontare i problemi della povertà e del sostegno alla famiglia come prima rete di sostegno sociale, capace di rilanciare il sistema Paese e ridare fiducia a tutti i suoi attori, economici e sociali. Un Paese in cui nessun cantiere legislativo viene portato a termine (persino la riforma Biagi aspetta ancora la sua versione definitiva in Gazzetta Ufficiale), si trasforma presto in un desolante paesaggio civile in cui campeggiano le macerie delle buone, e anche delle cattive, intenzioni.
Il mistro Maroni parte con un vantaggio: dalla trattativa con il ministero dell?Economia il suo budget per il 2004 esce addiritura accresciuto (2.377 milioni di euro, + 50 milioni rispetto a quanto richiesto), a fronte di un taglio medio del 60% rispetto alle richieste.
Veda il ministro di tradurre questo vantaggio in atti di buona politica, in un programma che abbia un filo logico e possa ridare ossigeno e speranza al ruolo della politica e agli sforzi dei cittadini.
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