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Finanziaria/2. Altri 100 milioni di euro in meno. Secondo colpo di scure made in Tremonti

Anche la manovra di aggiustamento è stata usata per ridurre all’osso la cooperazione italiana. E c’è poco tempo (sino al 3 novembre) per cercare di salvare il salvabile...

di Paolo Manzo

L?8 novembre segnerà la fine della cooperazione internazionale dell?Italia? La domanda è tranchant ma, se è vero che tre indizi costituiscono una prova, le probabilità che la risposta sia affermativa sono altissime. Dalle indiscrezioni che circolano, infatti, il secondo martedì di novembre il governo metterà la fiducia sulla Finanziaria, per bloccare ogni discussione sugli emendamenti, compresi quelli sulla cooperazione internazionale. Come è accaduto negli anni passati. Detto questo: perché tanta necessità di parlarne oggi, per il mondo del non profit in generale e, in particolare, per quello delle ong? Perché, oltre al taglio del 25% fatto con la Finanziaria sul fondo a dono, cioè sulle vere risorse disponibili per la cooperazione, che passano dai 552 milioni del 2005 ai 400 del 2006 – come anticipato sullo scorso numero di Vita e approfondito nell?articolo a lato-, oggi si aggiunge un altro problema. O, se volete, lo scacco matto a ogni tentativo di recuperare il ritardo italiano verso la meta degli Obiettivi del Millennio delle Nazioni Unite e il definitivo addio alla cooperazione intesa come strumento per fare politica estera. La notizia più grave la comunica in anteprima a Vita, Sergio Marelli, presidente dell?Associazione delle ong italiane: «Il ministro Giulio Tremonti con la manovra di aggiustamento ha decurtato la cooperazione internazionale di altri 100 milioni di euro, tutti fondi che erano già disponibili presso il ministero degli Affari esteri». Cosa comporti questa ulteriore decisione del ministro dell?Economia lo spiega lo stesso Marelli: «Fondamentalmente questo taglio aggiuntivo blocca ogni attività di cooperazione. Inoltre, di questi 100 milioni, 22 milioni riguardano direttamente le ong, e rappresentano tutto il residuo non ancora erogato nel 2005». Il risultato? I prossimi fondi della cooperazione arriveranno alle organizzazioni non governative non prima dell?inizio di marzo 2006, magari pure dopo, visti i chiari di luna. Per questo è importante che ci sia una mobilitazione immediata sui parlamentari – la più trasversale possibile – affinché si riesca entro giovedì 3 novembre a bloccare la manovra di aggiustamento proposta da Tremonti. Quel giorno, infatti, è prevista la scadenza per gli emendamenti al Senato, mentre lunedì 7 si andrà in discussione in aula. Ma se sarà posta la fiducia, il lavoro di lobbying tra non profit, ong e parlamentari, dovrà essere fatto prima. Un dato che segnala l?esasperazione del corpo diplomatico e che fa capire, sin d?ora, le conseguenze drammatiche di questi tagli senza sosta agli Aiuti pubblici allo sviluppo è quanto accaduto il giorno dopo il blocco di cassa posto da Tremonti con la sua manovra correttiva. Una delegazione israeliana era stata invitata al ministero degli Affari esteri per incassare un finanziamento di 10,5 milioni per un progetto di cooperazione nella Striscia di Gaza. Bene, fonti della Farnesina ci hanno comunicato tutto il loro malcontento nel vedersi costrette a dovere annunciare ufficialmente alla delegazione di Tel Aviv che i soldi si erano volatilizzati. «Sono rientrati a mani vuote, una figuraccia», il commento di un diplomatico che ha chiesto di mantenere l?anonimato. Ma conseguenze letali dei tagli si hanno anche in aree storicamente vicine al nostro Paese e in cui la cooperazione italiana ha seriamente ripreso a considerare come prioritarie. Basti pensare alla Somalia. Purtroppo anche qui i tagli della manovra finanziaria decisi da Tremonti hanno annullato tutti gli sforzi e qualsiasi possibilità di programmazione. Triste.


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