Economia
Finanza a impatto e Pnrr: la leva per mobilitare i capitali privati
L’utilizzo degli strumenti di pay by result sul PNRR consentirebbe di impiegare efficacemente le risorse finanziarie per conseguire risultati ambientali e sociali, tutelando l’interesse collettivo, e permetterebbe anche di attrarre maggiori risorse, ingaggiando anche il settore privato negli obiettivi di sostenibilità. Una grande occasione, tutta da giocare
di Redazione
L’urgenza di affrontare l’emergenza sanitaria in atto e la necessità di reagire alla crisi economica, ha avvicinato alla finanza a impatto un numero di operatori finanziari sempre più ampio. In Italia però, non sta ancora nascendo un ecosistema davvero favorevole alla loro diffusione. Gli strumenti impact invece potrebbero rappresentare un’opportunità unica per aprire le porte della finanza pubblica alla finanza a impatto, cominciando dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Nel PNRR infatti è previsto che i pagamenti siano condizionati al raggiungimento di risultati economico-sociali significativi, secondo il meccanismo di pay by result (PBR), che è alla base dell’approccio impact. L’utilizzo degli strumenti di pay by result consentirebbe di impiegare efficacemente le risorse finanziarie per conseguire risultati ambientali e sociali, tutelando l’interesse collettivo, e permetterebbe anche di attrarre maggiori risorse, ingaggiando anche il settore privato negli obiettivi di sostenibilità.
Con questa visione, Social Impact Agenda per l’Italia ha definito 10 raccomandazioni utili al governo, alle istituzioni, alle imprese, ai fondi finanziari, ma anche alle università, agli attori del terzo settore e alle comunità locali, su come valorizzare l’occasione offerta dal PNRR e su come estendere anche in Italia le potenzialità dell’imprenditorialità sociale e della finanza a impatto per costruire un’economia più inclusiva e sostenibile. Le raccomandazioni sono state presentate in un evento online che ha visto la partecipazione di Giovanna Melandri, Presidente di Social Impact Agenda per l’Italia; Filippo Montesi, Segretario Generale di Social Impact Agenda per l’Italia; Mario Calderini, Professore ordinario di Social Innovation al Politecnico di Milano; Sergio Gatti, Direttore Generale di Federcasse; Stefano Granata, Presidente di Confcooperative Federsolidarietà; Irene Tinagli, Deputata al Parlamento Europeo e Presidente ECON. Qui la registrazione integrale dell’evento.
«Il Pnnr può essere l’occasione per avviare una triangolazione virtuosa tra risorsa pubblica, risorsa privata e impresa sociale. Se si usano le risorse europee secondo una logica di pay by result, si stanno automaticamente generando ì le precondizioni per un nuovo partenariato tra pubblico, privato e impresa sociale», ha sottolineato Giovanna Melandri. Bisognerà anche «promuovere l'uso e l'applicazione delle direttive comunitarie in materia di appalti, anche attraverso il rafforzamento e la riqualificazione del capitale umano nella PA. Servono persone capaci di inserire nei meccanismi di appalto pubblico la logica del pay by result, il fatto che le risorse devono seguire un percorso di valutazione di impatto e che già nel progetto vanno inseriti non solo criteri relativi alla E di environmet ma anche alla S di social».
La preminenza dei temi green sui temi sociali nell’impianto del PNRR è stata più volte messa nel mirino. «La parte relativa all’inclusione è più debole rispetto alle prime due, all’ambiente e al digitale ed è strumentata con un approccio all’economia sociale un po’ polveroso e non pronto a riconoscere il ruolo che l’economia sociale ha rispetto allo sviluppo », ha detto Mario Calderini. E se è vero che sono giunte da più parti rassicurazioni sul fatto che non si rendiconterà il PNRR presentando scontrini ma con la valutazione di impatto sociale, ambientale o di addizionalità, è anche vero che «io non sto vedendo nascere una infrastrutturazione di misurazione dell’impatto sociale del PNRR, né dentro la PA la costruzione di capacità che vadano in questa direzione. Se la strumentazione sarà fatta di gare e bandi erga omnes, di applicazione dei criteri di economicità op del massimo ribasso, perderemo l’occasione di mobilitare i capitali privati. C’è un’enfasi politica sulla rapidità di spesa, ma il crinale tra rapidità di spesa e cattiva spesa è stretto».
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