Economia

Finananziaria: il paradosso delle aliquote. Più imposte, più benefici.

"L’esenzione “obbligatoria” ostacolava le alleanze tra coop sociali", dice Giacomo Libardi (Cgm). "Ora si avvantaggiano quelle di tipo B"

di Francesco Agresti

«L? obbligo per le cooperative sociali di lavorare in regime di esenzione Iva era un ostacolo alla creazione di filiere di servizi in cui coinvolgere coop sociali di tipo A e di tipo B. Impediva, di fatto, di estendere i benefici della collaborazione tra imprese». Giacomo Libardi, consigliere di amministrazione di Cgm, non ne fa solo una questione fiscale. SocialJob: Dal 1° gennaio le coop sociali possono, in alcuni casi e a certe condizioni, scegliere quale regime Iva applicare alle prestazioni sociali, educative e assistenziali. Al di là di quelli fiscali, quali altri effetti produrrà questa norma? Giacomo Libardi: Con l?esenzione dell?Iva, l?imposta sul valore aggiunto si trasformava in un costo che per alcune cooperative sociali costituiva un ostacolo alla creazione di reti tra coop. Le faccio un esempio: supponiamo che una cooperativa sociale di tipo A gestisca un residenza per anziani; se decideva di avvalersi delle prestazioni dei lavoratori svantaggiati di una cooperativa sociale di tipo B, riceveva e pagava fatture emesse da quest?ultima con importi comprensivi di Iva, maturando un credito che non avrebbe potuto compensare perché era costretta a emettere fatture all?ente pubblico titolare della residenza per anziani in regime di esenzione Iva. SocialJob: Una doppia beffa: non solo costi maggiori ma anche limiti alla capacità di creare opportunità per altre coop sociali? Libardi: Proprio così. L?obbligo di operare in regime di esenzione Iva colpiva soprattutto filiere di servizi, impedendo di dare vita a una filiera lunga che permetteva di coinvolgere le coop sociali di tipo B, perché alle coop sociale di tipo A conveniva ?internalizzare? i servizi invece di acquistarli da quelle di tipo B. L?esenzione Iva disincentivava il ricorso all?esterno. SocialJob:Ora con il comma 467 della Finanziaria è tutto risolto? Libardi: Non proprio. Non si capisce come ci si debba regolare nel 2005 rispetto a quanto fatturato nel 2004, quindi i problemi non sono risolti; non è chiaro poi quale sia la ratio del limite di spesa di 10 milioni di euro previsti nel comma. A incassare meno, in questo caso, non sarà lo Stato, ma gli enti locali.


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