Politica
Finalmente il coraggio di giocare da protagonista
Il commento del sociologo Bruno Manghi.
“Finalmente un sindacato moderno. Attivo nella tutela del lavoro ma anche nelle politiche per l?occupazione. Capace quindi di mettersi in gioco, con la propria faccia, da attore protagonista”. Bruno Manghi è un sociologo atipico nel panorama italiano. Ex sindacalista Cisl, cresciuto alla scuola di Pierre Carniti, amico di lunga data del premier uscente Romano Prodi, dal 92 è consulente d?impresa. È uno dei pochi membri del consiglio direttivo della Compagnia di San Paolo ad aver ottenuto la fiducia per un altro mandato, che gli sarà confermato l?8 aprile, l?election day della fondazione torinese.
E&F: Bruno Manghi, la Cisl apre al collocamento. Una mossa azzardata che cambierà il volto delle parti sociali?
Bruno Manghi: Nessuna rivoluzione. Solo una vecchia tesi che diventa realtà. Nel Paesi del Nord Europa, in Scandinavia e in Gran Bretagna, il sindacato ha già da tempo un forte ruolo nel mercato del lavoro. Non solo di difesa, ma anche di ricerca e di somministrazione del lavoro, un farsi bacino di incontro tra domanda e offerta. In Italia se ne parla dagli anni 40. Addirittura era la Federbraccianti della Cgil a proporsi come agente per il lavoro. Poi nel corso degli anni ha prevalso la Cisl, la confederazione che più si ispira al sindacalismo anglosassone.
E&F: Oggi invece le altre organizzazioni non vedono di buon occhio lo sconfinamento di campo della Cisl…
Manghi: La Cgil ha delle resistenze per motivi ideologici, trascinati peraltro con troppa convinzione, secondo cui il collocamento deve essere in mano pubblica. Ma il vero ostacolo è la messa in pratica di un?esperienza come Agi Lavoro. Un?agenzia non profit con finalità sociali, se sbaglia paga il doppio. Anche se per il sindacato, che già opera con successo nella formazione, un?estensione dei compiti non dovrebbe creare grossi problemi.
E&F: In molte regioni d?Italia più della metà dei tesserati Cisl sono pensionati. La strada al collocamento è una scelta obbligata per rinverdire il sindacato?
Manghi: Si capisce. La perdita di rappresentanza delle organizzazioni sindacali è il tema scottante degli ultimi anni. Con il dilagare di un?occupazione sempre più fluttuante, il sindacato deve guardare ad altre categorie, a nuove situazioni, come a quella dei lavoratori flessibili, in continua ricerca di un posto, fisso o a tempo determinato che sia. E i sindacati non devono fermarsi al collocamento, ma proporre politiche per il lavoro a 360 gradi. Dovrebbero – ad esempio – occuparsi anche delle casalinghe, meglio e più degli atipici, e di tutta quella fetta di società in movimento che non ha ancora alcun tipo di rappresentanza sociale.
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