Comunicazione

Filippo Passantino, giornalista di comunità per i ragazzi di Brancaccio

Il premio "Giuseppe Francese" al giornalista dell'agenzia Sir e ceo de "Il Mediterraneo", l'impresa sociale di comunicazione che racconta le periferie sociali e geografiche di Palermo e della Sicilia: «Proviamo a generare impatto sociale attraverso il nostro racconto»

di Gabriella Debora Giorgione

Quando ha saputo del premio, ha fatto quella sua tipica espressione di chi “passa per caso” nel luogo giusto al momento giusto. Per «aver dato voce alle ragazze e ai ragazzi di Brancaccio e delle altre periferie donando loro gli strumenti per raccontare la voglia di cambiamento e di affermazione di un modello diverso di vita e di relazioni. Con i progetti che contribuisce a creare dimostra che il mestiere più bello del mondo può avere una importantissima utilità sociale e culturale»: questa la motivazione del premio “Giuseppe Francese” – tradizionalmente conferito a figure emergenti del giornalismo – conferito, ex aequo con Luciana Esposito, a Filippo Passantino

Classe 1988, giornalista crossmediale, Filippo Passantino lavora come professionista all’agenzia di informazione Sir, dopo esperienze in radio, tv, giornali cartacei e online.
Nel 2021 fonda “Il Mediterraneo” impresa sociale e ne diviene ceo: attraverso il giornalismo di comunità e la comunicazione digitale, “Il Mediterraneo” racconta le periferie sociali e geografiche siciliane con il giornale online “Il Mediterraneo24” e con la piattaforma di condivisione video “Terramatta.tv”.
Informazione, ma anche formazione: con l’Academy, infatti, “Il Mediterraneo” forma giornalisti e content creator capaci di raccontare il territorio sui media digitali.

Che cosa è “Il Mediterraneo”?

È un nuovo modo di fare giornalismo, uno strumento capace di generare impatto sociale nei contesti dove la povertà educativa è un fenomeno diffuso, come le periferie, sotto forma di impresa sociale. A Palermo abbiamo sviluppato alcuni progetti che uniscono welfare e innovazione per dare una risposta a una specifica condizione di disagio vissuta dai giovani in alcune “periferie” che sono anche esistenziali: l’incapacità di informarsi, anche sui social e sul web, che popolano abitualmente.

“Il Mediterraneo” informa, ma al contempo forma e aiuta i ragazzi a parlare nuovi linguaggi…

Sì, oltre a “Il Mediterraneo24.it”, a novembre 2024 è nato un nuovo media, “Terramatta.tv”, grazie al premio della Fondazione Snam edizione 2023 del contest “Welfare, che impresa!”. I giovani giornalisti, che hanno dato vita alla startup, hanno sviluppato laboratori di giornalismo in tre periferie sociali e geografiche della città, Brancaccio, Zen, Ballarò, coinvolgendo altrettanti gruppi di ragazzi di scuola media. Al termine del percorso, che ha permesso loro di conoscere meglio il quartiere in cui vivono e gli strumenti del giornalismo, ciascun gruppo ha realizzato un minidoc in cui lo raccontano.

La redazione de “Il Mediterraneo24.it”

Avete in mente anche un’Academy, di cosa si tratta?

Un percorso formativo che coinvolge giovani che abbiano minori opportunità rispetto ai loro coetanei di intraprendere un percorso di consapevolezza nell’uso dei media e nella produzione di contenuti digitali. Storytelling, realizzazione delle immagini, montaggio video e i segreti dei social media: gli allievi dell’Academy svilupperanno tutti questi aspetti sotto la guida di giornalisti, videomaker, content creator e social media manager.  

E c’è anche “Il Mediterraneo24.it” che è una testata giornalistica, giusto?

Per la precisione, è una startup che nasce, con un carattere multiculturale, da un contest promosso dalla Caritas di Palermo e da alcuni uffici diocesani, nel 2021: oltre a me, furono premiati altri tre ragazzi, Bandiougou Diawara, Giuseppe Madonia e Lilia Ricca, allora under 35, per un progetto di “giornalismo di comunità”. L’obiettivo era quello di dare voce, attraverso le buone notizie e il racconto delle comunità presenti nelle periferie siciliane e nei paesi, a quelle realtà poco presenti nei media. Nacque così il giornale online, con la collaborazione di altri giornalisti che sono entrati a far parte del team. Poi, l’evoluzione del progetto ha rivolto lo sguardo anche ad altri ambiti come il contrasto della povertà educativa.

Nella foto di apertura: Filippo Passantino mentre riceve il premio Giuseppe Francese

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