Welfare
Filippine: trattative per il missionario rapito
Lo rende noto l'agenzia Misna: padre Giuseppe Pierantoni è prigioniero da oltre tre mesi
Sono riprese le trattative per ottenere la liberazione di padre Giuseppe Pierantoni, il missionario bolognese rapito il 17 ottobre scorso nel sud delle Filippine. Lo rende noto alla MISNA la Curia generalizia dei sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù (noti come dehoniani), a cento giorni dal sequestro del loro confratello. In un comunicato la Curia ricorda che, dal giorno in cui padre Pierantoni è stato rapito a Dimataling (diocesi di Pagadian, isola di Mindanao), ?si sono avuti tanti contatti per ottenere il suo rilascio, ma senza esito. Mai c?è stato un gruppo – prosegue il documento – che si assumesse la responsabilità del rapimento, e per più di tre mesi non abbiamo avuto alcun segno che fosse ancora vivo. Il primo segnale è arrivato lo scorso lunedì 21 gennaio, quando abbiamo ricevuto una cassetta con un suo messaggio inciso l?11 dicembre scorso?. Nella registrazione padre Pierantoni sollecitava la propria liberazione entro il 24 gennaio 2002, giorno del suo 45esimo compleanno. ?Ci sono state inviate ? aggiunge la Curia – alcune foto e una breve lettera, scritta di suo pugno, dell?11 gennaio 2002. Questo ci ha riportato gioia e speranza?. Nelle foto il religioso appariva lievemente ingrassato, perciò i confratelli hanno dedotto che le sue condizioni di salute dovrebbero essere discrete. ?La nostra preghiera, fiducia nel Signore e speranza di riaverlo vivo e sano fra noi, sono grandi?, conclude il comunicato, ricordando infine che ?la sua famiglia sostiene con fede e forza cristiana queste lunghe giornate di sofferenza e attesa?.
Info: www.misna.org
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.