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FILIPPINE. Si mette male per i volontari rapiti
Il governo di Manila non accetta le condizioni imposte dai rapitori
Il governo filippino ha dichiarato che è «impossibile» per le forze dell’esercito ritirarsi da una gran parte dell’isola di Jolo, come viene chiesto dai militanti islamici di Abu Sayyaf che tengono in ostaggio dal 15 gennaio scorso tre volontari della Croce Rossa, tra i quali l’italiano Eugenio Vagni. Se il governo non accetterà la loro richiesta di riposizionamento delle truppe entro la fine del mese, i militanti islamici hanno minacciato di decapitare uno degli ostaggi. Il ministro degli Interni, Ronaldo Puno, ha dichiarato« irragionevoli» le richieste dei rapitori, sottolineando come un ritiro delle forze governative dall’isola meridionale provocherebbe un’escalation delle violenze e della azioni criminali. «È impossibile accettare ora le richieste dei rapitori – ha aggiunto – noi crediamo che le loro azioni siano irragionevoli, e chiaramente non possono essere accettate dal governo delle Filippine e da nessun tipo di governo».
Il governatore dalla provincia di Sulu ha specificato poi che le richieste di Abu Sayyaf prevedono che le forze governative rimangano solo nel 4 per cento della superficie totale dell’isola. Ieri il responsabile dell’area della Croce Rossa Internazionale, Alain Aeschlimann, esprimendo una «grave preoccupazione per i nostri colleghi», aveva chiesto a Manila di valutare ed accettare le richieste dei rapitori «per il bene dei tre ostaggi». Oltre all’italiano Vagni, sono in mano di Abu Sayyaf lo svizzero Andreas Notter e la filippina Mary Jean Lacaba.
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