Cultura

Filippine: oltre 100 morti in scontri con ribelli islamici

Aerei ed elicotteri governativi hanno attaccato i guerriglieri indipendentisti

di Gabriella Meroni

Si fa pesante il bilancio dei combattimenti esplosi nell?isola di Jolo (Filippine meridionali), dopo gli attacchi lanciati lunedì scorso da gruppi di ribelli indipendentisti islamici contro caserme e posti di polizia. Il comandante delle forze armate filippine per il sud del Paese, generale Roy Cimatu, ha affermato stamani che gli insorti avrebbero perso già un centinaio di uomini, principalmente in conseguenza delle incursioni compiute da aerei ed elicotteri da combattimento. Fra i soldati si registrerebbero 6 caduti e 7 fra i civili, mentre i feriti sarebbero almeno una novantina. I ribelli sono legati a Nur Misuari, ex leader del movimento guerrigliero Fronte di liberazione nazionale Moro (Mnlf) e governatore, ora sospeso, della regione autonoma di Mindanao islamica (Armm). Sarebbe proprio lui a capeggiare la rivolta, potendo contare su circa 600 combattenti armati. Con questa ondata di violenze avrebbe inteso impedire lo svolgimento delle elezioni locali, previste per lunedì prossimo (26 novembre), e mantenere il potere. Recentemente Misuari aveva invocato una guerra secessionista a Mindanao e stracciato l?accordo di pace firmato dal suo movimento nel 1996. In seguito, però, era stato estromesso dal Mnlf dai 15 componenti del consiglio guidato da Farouk Hussin, che ora si candida a nuovo governatore dell’Armm. La risposta militare del governo di Manila è stata molto decisa. Otto battaglioni di fanteria, per un totale di 4mila soldati, sono attualmente mobilitati per contrastare l?offensiva. L?ordine è di sgominare i ribelli e prendere Misuari, vivo o morto. Secondo alcune testimonianze il leader indipendentista sarebbe rimasto ferito nel corso di un bombardamento aereo ma mancano conferme.


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