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Filippine: italiano rapito. Movimondo ricostruisce sequestro

Rapito mentre completava le ultime fasi della consegna di attrezzature agricole ad autorita' locali.

di Paul Ricard

Rapito mentre completava le ultime fasi della consegna di attrezzature agricole ad autorita’ locali. Per Andrea Cianferoni, cooperante di Movimondo, rapito oggi Filippine, la mattina era cominciata come una giornata lavorativa di routine. La notizia del suo sequestro e’ giunta in Italia, nella sede della ong, alle 10. In un comunicato, Movimondo ricostruisce nel dettaglio il sequestro di Andrea Cianferoni. Il rapimento e’ avvenuto nei pressi di Kauswagan nel Lanao del Nord-Mindanao. Andrea era uscito dalla sua casa di Iligan alle 8 di questa mattina (l’una di notte in Italia) insieme a due assistenti locali, Candido Jumalon e Joseph Lerios, per concordare le modalita’ di consegna delle attrezzature presso la municipalita’ di Kauswagan. La riunione ha avuto luogo alle 10, con la partecipazione di molte autorita’ locali e rappresentanti di gruppi beneficiari del progetto appena concluso. Il progetto, cofinanziato dalla Commissione europea, finalizzato allo sviluppo agricolo dell’area, si e’ formalmente concluso il 31 ottobre scorso, ”con piena soddisfazione di tutti i soggetti coinvolti”. L’ultima attivita’ che restava da completare – afferma Movimondo – era quella della consegna/passaggio di proprieta’ dei trattori e delle altre attrezzature ai beneficiari definitivi. Andrea e’ impegnato in questi giorni all’ avvio di un altro progetto co-finanziato da Echo nella provincia limitrofa (Cotabato). Il rapimento e’ avvenuto – secondo la ricostruzione dei due assistenti locali rientrati nell’ufficio di Iligan – sulla strada del rientro dopo la riunione ed in particolare tra Villapaian/Dilabayan e Kauswagan. Quattro individui armati e con volto coperto hanno bloccato la Toyota Hi lux sulla quale viaggiavano Andrea e i due assistenti; hanno rilasciato quest’ ultimi dopo aver loro requisito le schede telefoniche. Uno dei rapitori ha preso la vettura che e’ stata poi ritrovata a Bakolad-Pangao, municipalita’ di Munai. Gli altri tre, insieme ad Andrea, si sono diretti a piedi verso la zona montuosa. Alle 15.30, Andrea ha telefonato al Gsm di un’ assistente dell’ ufficio di Iligan. Nella telefonata, di 30 secondi, Andrea ha indica in 300 mila persos (circa cinquemila dollari) la somma richiesta dai rapitori. I due assistenti – prosegue ancora la ricostruzione della ong – sono arrivati nell’ufficio di Iligan intorno alle 19. Da qui l’ equipe di Movimondo (Tommaso Giovacchini, Raimondo Bertoli e Carla Pratesi, in missione a Mindano in qualita’ di responsabile delle attivita’ di Movimondo in Asia) ha immediatamente avvertito il Console italiano a Manila, dott. Martin Brooke, l’ Ambasciatore Umberto Colasanti, la delegazione dell’Ue ed il responsabile Echo a Bruxelles. Movimondo sottolinea inoltre che ”da Iligan si sta attivando ogni contatto con i nostri partner locali, istituzionali ed associativi, per tentare ogni possibile via per la soluzione rapida di questo episodio”. Nella sede di Roma, Movimondo ”ha immediatamente attivato il contatto con l’unita’ di crisi del ministero affari esteri (consigliere Belloni) ed avvisato il fratello di Andrea, Luca. Nello stesso tempo l’unita’ di crisi aveva provveduto ad avvisare i genitori di Andrea”. Peraltro Movimondo sottolinea che il clima nell’ isola di Mindanao, dopo le tensioni degli scorsi anni, e’ andato migliorando, lasciando spazio, quindi, ad un cauto ottimismo per un’ evoluzione positiva della vicenda.


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