Cultura

Filippine: in pericolo i gesuiti di Mindanao

L'allarme lanciato tramite l'agenzia Fides dal superiore provinciale dell'area. False accuse sui missionari potrebbero scatenare la rivalsa del Moro national liberation front contro i religiosi

di Redazione

I missionari gesuiti di Mindanao, grande isola nel sud delle Filippine, sono in pericolo. Una serie di false accuse sul loro conto può scatenare la rivalsa del Moro national liberation front (Mnlf) contro i religiosi. A lanciare l’allarme in un colloquio con l?agenzia Fides è padre Romeo Intengan, provinciale gesuita dell’area, durante l’assemblea dei Superiori religiosi delle Filippine, in corso a Tagaytay City. I gesuiti sono accusati di aver orchestrato la defenestrazione di Nur Misuari, capo del Mnlf, storica organizzazione musulmana di Mindanao. Nel 1996 il Mnlf, dopo anni di lotta e trattative col governo, ha ottenuto la costituzione della Regione autonoma musulmana di Mindanao, con Nur Misuari presidente. Il 18 giugno scorso, durante un congresso del Mnlf a Cotabato City (Mindanao), Nur Misuari è stato sostituito al vertice dell’organizzazione. Misuari ha accusato Norberto Gonzales, consigliere presidenziale per gli affari speciali, di aver tramato per destituirlo, supportato dai missionari gesuiti. Gonzales è leader del Partito democratico socialista filippino (Pdsf), che Misuari ritiene appoggiato e foraggiato dalla Compagnia di Gesù. Parlando all’incontro dei superiori religiosi, mons. Orlando Quevedo, presidente della Conferenza episcopale e vescovo di Cotabato, ha sottolineato che a Mindanao disinformazione e pregiudizi nuocciono fortemente alle relazioni islamo-cristiane Le accuse di Nur Misuar ne sono evidente dimostrazione: “Dopo aver perso il potere, Misuari ha deciso di vendicarsi, accusando la Chiesa e un cattolico, Norberto Gonzales”, ha detto mons. Quevedo. “Affermare che i gesuiti sono i registi occulti della sua defenestrazione è un’accusa irresponsabile e può avere effetti deleteri suo lavoro dei missionari a Mindano”, spiega a Fides p. Intengan. In una lettera aperta pubblicata nei giorni scorsi egli scrive: “Se Misuari e i suoi sostenitori hanno diffuso un comunicato anti-gesuita perché hanno ricevuto notizia errate, devono ritrattare. Se non hanno mai detto tali cose, devono affermarlo chiaramente per servire verità, giustizia e pace”. Il provinciale ricorda il sostegno dato dai gesuiti alla causa del Mnlf sin dal 1986, in particolare durante i negoziati di pace tra il governo filippino e il gruppo: “I gesuiti sono stati molto attivi nella campagna di persuasione di una cittadinanza scettica, per dare una solida opportunità agli accordi di pace, far sì che la Regione autonoma governata dal Mnlf fosse accettata, migliorare il dialogo islamo-cristiano”. Un comunicato del Mnlf afferma che, in un incontro tenutosi il 20 aprile a Manila, il partito di Gonzales, appoggiato dai gesuiti di Mindanao, ha approvato una mozione per rimuovere Misuaru dal suo incarico, con lo scopo di smantellare l’unità degli indigeni Bangsa Moro (gruppo etnico cui appartengono i membri del Mnlf) e contrastare la loro lotta per la terra e la fede. Il documento circola a Mindanao e Tawi Tawi. “Le accuse vanno ritrattate con urgenza perché possono causare gravi danni ai rapporti islamo-crisitiani, generando una rappresaglia di membri del Mnlf contro i padri gesuiti”, spiega p. Intengan. Il provinciale ha chiarito che alcuni religiosi gesuiti, come singoli, sostengono il Pdsf e lo ritengono il più adatto a promuovere il bene del popolo, ma essi non controllano il partito. La Compagnia di Gesù non sostiene ufficialmente nessuna formazione politica.


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