Cultura

Filippine: i vescovi si oppongono a legge anti-terrorismo della Arroyo

A rischio la tutela dei diritti umani

di Redazione

Proteggere persone innocenti, tutelare i diritti umani e le liberta’ fondamentali di tutti i cittadini, impedire abusi da parte delle forze dell’ordine: con questo spirito i vescovi filippini hanno dichiarato la loro opposizione alla nuova legge anti-terrorismo, promulgata dalla Presidente Gloria Arroyo nel marzo 2007 ed entrata in vigore il 15 luglio nelle Filippine. E’ quanto riferisce l’agenzia vaticana Fides promossa dalla Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli. I vescovi hanno espresso con chiarezza tutte le loro critiche e perplessita’ su un provvedimento che, in nome della lotta al terrorismo, danneggia e sospende le liberta’ e i diritti civili. Alcuni osservatori hanno paragonato la legge al provvedimento della legge marziale della triste epoca del dittatore Marcos. La legge permette infatti alle forze dell’ordine di intercettare, ascoltare e registrare conversazioni di gruppi e persone anche solo sospettate e di arrestarle senza un mandato del magistrato. Molti si chiedono in base a quali criteri una persona verra’ etichettata come ”sospetta terrorista”: il timore e’ che la legge venga utilizzata per facili strumentalizzazioni e gratuite intimidazioni.

Si rischia l’arresto di persone innocenti e che quindi gravi violazioni dei diritti umani, instillando cosi’ paura e insicurezza nella popolazione. La Arroyo ha dichiarato: ”Con questa legge abbiamo finalmente gli strumenti per combattere i gruppi di insorti, siano comunisti come musulmani, soprattutto con la possibilita’ di tagliare loro le rendite finanziarie”. Varie associazioni di difesa dei diritti umani denunciano che le frange piu’ cruente dell’esercito nazionale, con questa nuova legge, avrebbero le mani libere per poter uccidere o intimidire impunemente. La Conferenza episcopale si e’ unita al coro delle voci critiche, chiedendo una pronta revisione del testo. Dopo un’assemblea plenaria tenutasi a Manila, l’episcopato ha rilevato che la definizione di ”attivita’ terroristiche” presente nella legge ”e’ troppo ampia, e permette al governo di farvi rientrare qualunque cosa”. Inoltre la legge potrebbe essere ”fonte di gravi ingiustizie”, ha sottolineato il Presidente dei vescovi Mons, Angel Lagdameo, definendo il testo ”iniquo” e chiedendone una immediata correzione.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.