Mondo

FILIPPINE. I rapitori dei volontari sono «sotto pressione»

L'esercito di Manila assicura: «Non allenteremo la presa»

di Gabriella Meroni

Non va allentata la pressione militare sui sequestratori dei tre dipendenti del Cicr (Comitato internazionale della Croce Rossa), lo svizzero Andreas Notter, la filippina Jean Lacaba e il 62enne italiano Eugenio Vagni, rapiti lo scorso 15 gennaio nel sud delle Filippine. Lo ha affermato il capo delle forze armate di Manila, generale Alexander Yano. «Se allentiamo la pressione – ha detto il generale – il gruppo dei sequestratori avra’ maggior spazio di manovra e per questo sono convinto che vada mantenuta, rafforzata, per costringerli nella zona».

Le affermazioni di Yano arrivano all’indomani del contatto telefonico di uno degli ostaggi con i responsabili della Croce rossa filippina. Nella telefonata il sequestrato avrebbe chiesto per conto dei rapitori la sospensione delle operazioni militari nella provincia di Sulu, roccaforte del gruppo terrorista islamico Abu Sayyaf. Secondo il generale, la richiesta di uno stop delle operazioni militari può arrivare solo dal Comitato di Crisi, organismo multisettoriale guidato da Abdusakur Tan, il governatore provinciale di Sulu. Intanto, fonti vicine alla guerriglia di Mindanao hanno ipotizzato che i tre ostaggi potrebbero essere stati separati e affidati ognuno a un gruppo diverso di militanti, per sfuggire alla pressione militare nell’area.


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