Cultura

Filippine: ancora nessuna notizia di Padre Bossi

Il missionario del Pime rapito domenica scorso a Mindanao, un'isola meridionale delle Filippine. Le ricerche continuano

di Redazione

Proseguono le ricerche di padre Giancarlo Bossi, il missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere rapito domenica scorsa a Mindanao, isola meridionale delle Filippine. Stando a quanto riportato dall’agenzia Asianews, Padre Nador Jasulga, l’amministratore della prelatura territoriale di Ipil, nelle Filippine, assicura che le ricerche del missionario vanno avanti e che per le operazioni e’ stata creata una task force d’emergenza. Nel frattempo l’esercito filippino riconosce di aver fallito nella localizzazione dell’area in cui padre Bossi e’ tenuto prigioniero. ”Stiamo rastrellando l’area di Sibugay, vicino Zamboanga, ma i rapitori non hanno risposto alla nostre richieste negoziali, e non hanno nemmeno chiesto nulla in cambio”, spiega Roberto Rabasio, il colonnello che sta coordinando le ricerche del missionario rapito. Preoccupati del silenzio dei rapitori anche al Pontificio Consiglio Missioni Estere (Pime): ”Non sappiamo ancora nulla di nuovo sul sequestro di padre Giancarlo. Siamo tutti in attesa che i rapitori diano un segnale, che si facciano sentire”, ha detto padre Gianni Sandalo, superiore regionale del Pime, contattato nelle Filippine dall’agenzia Misna. ”Si sta tentando di capire dove possano averlo portato”, ha aggiunto Sandalo. Intanto i ribelli separatisti del Fronte di liberazione islamico Moro (Milf), attivi a Mindanao, hanno nuovamente negato ogni coinvolgimento nel sequestro. ”Condanniamo questo rapimento. E’ un atto contro l’umanita’ e il Milf non ha niente a che vedere con questo. Stiamo cercando di collaborare per trovare i sequestratori” ha affermato il portavoce del movimento, Eid Kabalu.

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