Famiglia

Figli della guerra, ecco come è possibile aiutarli.

I progetti Avsi in Africa

di Redazione

Recupero nutrizionale, assistenza medica, trattamento psicosociale contro i traumi della guerra, miglioramento delle condizioni di alloggio e reintegrazione nella società degli adulti. È con questi sei grandi progetti che, dalla fine della guerra civile tra hutu e tutsi ad oggi, l?Associazione Volontari per il Servizio Internazionale sostiene i bambini del Ruanda che non hanno più una casa e una famiglia cui essere ricongiunti. Sono loro le vittime più tragicamente colpite dai massacri ruandesi e, purtroppo, non gli unici rappresentanti della più giovane generazione africana ad avere bisogno di aiuto. Possibile? Sì, perché anche l?Uganda e la Sierra Leone sono piene di ragazzini che vivono per la strada e cercano di sopravvivere alla giornata. In Sierra Leone, una ex colonia inglese che non conosce più pace da quando, nel 1991, i guerriglieri del Fronte Rivoluzionario Unito si sono opposti al governo, il vero problema è reintegrare nella società i bambini soldati. «Ragazzini armati tra gli otto e i quattordici anni che l?esercito nazionale recluta perché costano poco e non hanno una famiglia presso cui tornare», spiega il missionario saveriano Giuseppe Berton. Che quindici anni fa in Sierra Leone ha fondato il ?Movimento delle case famiglia? per ospitare i ragazzi di strada e, dal 1997, cerca di aiutare i bambini soldato scappati dalle file dell?esercito con corsi di alfabetizzazione e, soprattutto, dando loro l?amore che famiglie impaurite dalla loro ferocia e vicini di casa in cerca di vendetta negano ai minisoldati. «Anche il cuore di bambini capaci di farsi drogare per essere più cattivi può cambiare», dice Giuseppe, «ma c?è bisogno dell?aiuto di tutti e dell?impegno delle comunità locali». Proprio quanto serve ad Angelina Acheng, la presidentessa dell?Associazione genitori preoccupati che, in Uganda, dal 1996 si batte per l?assoluto e incondizionato rilascio dei bambini rapiti dai ribelli. Oltre ottomila bambini rapiti negli ultimi cinque anni per imbracciare i fucili di cui sono tornati a casa solo quelli troppo deboli per combattere o mutilati dai guerriglieri per dimostrare al governo e al mondo il loro potere. Per aiutare i bambini dell?Africa, contattare Avsi, tel. 02.6749881


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