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Figli del freddo, 50 coppie sono pronte

Embrioni, l'iniziativa della Giovanni XXIII. Hanno detto sì all’invito di don Benzi. Potrebbero partire per Barcellona. Oppure accogliere uno dei 250 embrioni italiani rimasti “orfani”

di Gabriella Meroni

La differenza tra una piccola speranza e una speranza quasi nulla esiste, e vale 2.250 euro. Il calcolo l?hanno fatto a Barcellona, alla clinica diventata famosa perché permette alle coppie sterili di adottare un embrione congelato ?abbandonato? dai genitori biologici. E questo è il risultato: un embrione congelato in buone condizioni, cioè con più della metà delle cellule vive, costa 2.550 euro; uno scongelato ma ?inservibile? o quasi, con meno della metà di cellule vive, solo 300. «Non importa, noi lo adottiamo lo stesso», dice Enrico Masini, 35 anni, operaio metalmeccanico, quattro figli naturali e altri ?naturalmente? accolti in casa. Nel suo computer c?è un file che contiene già 100 nomi di aspiranti genitori pronti a partire per la Spagna e a farsi impiantare un embrione, anche ?difettoso?, «non per avere un figlio a tutti i costi ma per dare a quell?esserino una possibilità di vita». Masini è a capo del servizio Maternità difficile dell?associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, quella di don Benzi, che da nove anni si occupa di queste adozioni tutte particolari. Una scelta estrema, certo non comune, che lui stesso non esita a definire «innaturale» ma a cui si sente «costretto» dal fatto che altrimenti quegli embrioni, che lui chiama dolcemente bambini, sarebbero distrutti. Uccisi. «E non venitemi a parlare di crociata o di integralismo cattolico», si scalda. «Noi non siamo pazzi, solo vogliamo tentare di salvare delle vite e dare una famiglia a chi non ce l?ha». Era il 1996 quando alla Papa Giovanni XXIII lessero su un giornale che a Londra un ospedale stava per distruggere 4mila embrioni crioconservati di cui i genitori non volevano sapere più nulla. Subito si misero in contatto con la clinica, tramite il Movimento per la vita, per offrire la loro disponibilità all?adozione, ma il governo inglese negò loro le necessarie autorizzazioni. Da quel momento, la comunità si organizzò: «Iniziammo a riflettere e ci venne l?idea di contattare i centri italiani per la fecondazione assistita e chiedere di adottare i loro embrioni abbandonati, ma ci rifiutavano perché, non avendo problemi di sterilità, non dovevamo sottoporci a nessun esame particolare né a terapie ormonali, quindi non costituivamo una fonte di reddito». Oggi, dopo l?approvazione della legge 40, sono state introdotte norme più severe sulla ?paternità? degli embrioni congelati, che hanno permesso di identificarne soltanto 250 (sui circa 30mila che si stimano presenti in Italia) i cui genitori sono ufficialmente irreperibili. Nell?agosto 2004 un decreto dell?allora ministro Sirchia li ha trasferiti tutti presso la Biobanca del Centro trapianti del Policlinico di Milano, dove un?apposita commissione dovrà decidere della loro sorte. «Potrebbero essere distrutti, o dati alla ricerca», chiosa Masini, «oppure adottati da noi. Abbiamo già avanzato una richiesta in questo senso ai vertici dell?ospedale, e spero che presto ci incontreremo». Quelle due gemelle già nate Intanto, rivela Masini, dalle parti di Roma sgambettano due vispe gemelle di sette anni, le prime e uniche nate in Italia da una ?adozione congelata?. I loro genitori, che avevano già due figli, furono avvicinati in un ospedale da un medico che propose loro di adottare due embrioni. La gravidanza andò a buon fine, «ma è stato un caso unico», precisa Enrico Masini. «Quel medico ora si occupa di tutt?altro e vuole restare anonimo, la famiglia è felice ma esige di restare lontana dai riflettori. E comunque quell?adozione è stata resa possibile dal vuoto legislativo che esisteva fino a poco tempo fa, ora con la legge 40 tutto è cambiato». Per l?Italia sì, ma non per la Spagna. Di qui la decisione di una coppia dell?associazione di partire per la clinica Quiron di Barcellona, dove ha realizzato un trasferimento in utero di due embrioni, finito poi con un aborto spontaneo. Ora però i viaggi sono sospesi, e per un motivo etico-economico: «In Spagna le legge proibisce la compravendita di embrioni, di fatto però la clinica chiede 2.550 euro di ?rimborso spese? per ogni embrione ?utile? impiantato», spiega Masini. «Se invece l?embrione ha poche cellule vive, il ?rimborso?, non si sa perché, precipita a 300 euro. Un po? come i ricambi per le macchine, no? Se sono originali hanno un prezzo, altrimenti…». I Numeri 24mila “vite” in frigorifero Secondo gli ultimi dati (targati 2002) sarebbero circa 24mila gli embrioni congelati e conservati nei centri per la fecondazione assistita in Italia, di cui almeno 250 orfani, cioè non più sotto la potestà di una coppia. Delle oltre 5mila coppie che in Italia hanno dato vita a embrioni congelati, inoltre, il 75-80% li riutilizza, mentre un 20-25% perde il contatto con il centro di fecondazione assistita e non si assume la responsabilità di stabilire il loro destino, rimandando la decisione. Secondo i dati nazionali dell?Istituto superiore di sanità ogni coppia che si rivolge ai centri di fecondazione artificiale ha in media 4,8 embrioni conservati in azoto liquido.


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